Gli Usa dopo Charlie Hebdo e la tentazione di una sicurezza rinforzata

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Dopo gli attentati in Île-de-France la questione del giro di vite sulle misure di sicurezza si pone anche per gli Stati Uniti, Paese che già ha

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Dopo gli attentati in Île-de-France la questione del giro di vite sulle misure di sicurezza si pone anche per gli Stati Uniti, Paese che già ha sacrificato vaste porzioni di libertà in nome di controllo e protezione dopo l’11 settembre 2001. Secondo gli esperti però, gli Stati Uniti hanno già misure adeguate.

Daniel Benjamin è l’ex-coordinatore dell’anti-terrorismo americano: “Mi aspetto di vedere altri tentativi di attacchi, e probabilmente anche attacchi riusciti, negli Stati Uniti. Ma sono convinto che i nostri servizi di intelligence e il nostro impianto giuridico siano molto più efficaci di quanto non lo fossero prima dell’11 settembre”.

Secondo Daniel Byman, esperto in materia, gli Stati Uniti sono comunque in cima alla lista dei potenziali bersagli di attentati: “Ci sono un certo numero di elementi tipicamenti associati agli Stati Uniti” dice. “L’appoggio ad Israele, l’intervento in Iraq e Siria a guida americana. Quindi ovviamente gli Stati Uniti sono in cima alla lista degli obiettivi, ma ora ci sono anche molti altri”.

Il nostro corrispondente a Washington Stefan Grobe: “C‘è il sentimento diffuso tra gli Americani che l’intero mondo occidentale sia il bersaglio dei jihadisti e che per ora gli Stati Uniti siano stati risparmiati. Ma si pensa anche che le cose non saranno così per sempre”.

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