Essebsi, il 'Vecchio Lupo' si prende la Tunisia

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Di Salvatore Falco
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All’Età di 88 anni, Beji Caid Essebsi è il primo presidente eletto dalla Rivoluzione tunisina del 2011. Un traguardo che corona un vita politica

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All’Età di 88 anni, Beji Caid Essebsi è il primo presidente eletto dalla Rivoluzione tunisina del 2011. Un traguardo che corona un vita politica iniziata nel 1941, all’età di 15 anni.

Avvocato, veterano della scena politica e strenuo difensore dello stato di diritto, il suo partito, Nidaa Tounes, si presenta come continuatore dei principi del padre dell’indipendenza tunisina, Habib Bourguiba. Ed è proprio dalla città del primo presidente della Tunisia indipendente, Monastir, che Essebsi avvia la sua campagna elettorale.

I suoi sostenitori lo considerano come l’unico in grado di fronteggiare gli islamici. Al contrario, i critici lo accusano di voler ripristinare i vecchi regimi, essendo lui stato ministro degli Esteri sotto Bourguiba dal 1981 al 1986 e presidente della Camera dal 1990 al 1991 sotto Ben Ali.

Proprio nel 1991 si ritira dalla vita politica, dove ritorna nel 2011, quando a febbraio viene nominato primo ministro del governo di transizione. Compito del suo esecutivo è quello di redigere la nuova costituzione.

Nello stesso anno fonda Nidaa Tunes, che si contrappone al movimento islamista di Ennahda. Il suo obiettivo è quello tenere la religione al di fuori degli apparati istituzionali dello Stato.

Ma nell’ottobre del 2011 Ennahda conquista la maggioranza alle elezioni dei membri dell’assemblea costituente, ottenendo 89 seggi.

La rivincita di Essebsi arriva con le elezioni parlamentari del 2014. Il ‘Vecchio Lupo’ riesce a contrapporre il conservatorismo di Ennahda alla natura cosmopolita della Tunisia.

Nidaa Tunes vince le elezioni e ottiene la maggioranza relativa in Parlamento, seguito da Ennahda.

Vittoria che si ripete alle presidenziali. E il primo messaggio di Essebsi, appena chiuse le urne, è di riconciliazione. “Siamo moderati che accettano tutti – dice – questo Paese ha fatto una rivoluzione tunisina, non araba, e non ha intenzione di esportare rivoluzioni”. In campagna elettorale ha affermato più volte di voler riallacciare le relazioni con la Siria di Bashar al-Assad.

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