Bombardamento nella Striscia, torna a salire tensione Israele-Palestina

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Di Euronews
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Risposta dell'aviazione al lancio di un razzo. Disappunto di Tel Aviv per la bozza di risoluzione sul ritiro dai territori.

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Nuova escalation in Medio Oriente. Al lancio di un razzo da parte di militanti di Hamas, il terzo compiuto negli ultimi giorni secondo i militari israeliani, l’aviazione ha risposto con un bombardamento nella Striscia di Gaza. Il primo dalla fine della guerra della scorsa estate.

Obiettivo una base dell’organizzazione al governo nell’area. Secondo quanto riferisce l’ospedale di Khan Younis, città colpita dalle bombe, non ci sono stati feriti.

Clima infuocato anche in Cisgiordania, teatro venerdì di scontri tra forze di sicurezza israeliane e manifestanti palestinesi. Sono avvenuti durante una commemorazione organizzata per la morte di un ministro palestinese, Ziad Abu Ein, morto durante una manifestazione pacifica di protesta contro un insediamento, il 10 di dicembre.

Il titolare del dicastero degli Affari delle colonie, 55 anni, si era accasciato dopo essere stato preso per il collo da un soldato.

La tensione non è solo nuovamente forte tra gli “scomodi vicini”, ma è stata esportata al Palazzo di cetro, con la bozza di risoluzione proposta giovedì dalla delegazione palestinese per il ritiro di Israele dai territori occupati.

“Questa mossa palestinese – sostiene il ministro israeliano per gli Affari strategici, Yuval Steinitz – è estremamente ostile verso Israele. Non è un passo verso la pace, ma verso la guerra”.

Del tutto opposta, naturalmente, l’opinione dei palestinesi sulla mossa compiuta a New York dai propri rappresentati.

“È un passo positivo – afferma un abitante di Ramallah – verso la fine dell’occupazione che mina la sicurezza, con azioni barbare compiute contro i palestinesi. Dio voglia che si raggiunga una soluzione alla questione palestinese e finisca la presenza israeliana nei territori palestinesi”.

L’iniziativa all’Onu rappresenta un tentativo di smuovere le acque: il processo di pace mediato dagli Stati Uniti è fermo dallo scorso aprile.

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