La Tunisia elegge il presidente e si propone come laboratorio arabo

La Tunisia elegge il presidente e si propone come laboratorio arabo
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Di Salvatore Falco
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L'importanza delle elezioni è legata anche al quadro politico che vede un parlamento caratterizzato da un marcato bipolarismo con i due partiti maggiori, Nidaa Tounes e Ennahda, costretti ad inventars

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La più veloce costruzione della democrazia nella storia della democrazia. La riflessione di un celebre editorialista tunisino riassume lo stato d’animo del Paese alla vigilia del ballottaggio delle presidenziali che conclude il processo di transizione democratica.

Il primo turno ha visto l’affermazione dell’anziano leader del partito laico-secolare Nidaa Tounes, prima forza del Paese, Beji Caid Essebsi. Essebsi, 88 anni, si considera erede di Habib Bourguiba, ‘‘padre dell’indipendenza tunisina’‘.

L’attuale Presidente della Repubblica provvisorio, Moncef Marzouki, 69 anni, è sostenuto dall’elettorato più conservatore, ago della bilancia tra i due candidati laici. Anche se sono lontane le scene di gioia immortalate nel giorno del suo ritorno dall’esilio, dopo la caduta di Ben Ali.

Marzouki è riuscito ad approdare al secondo turno, nonostante il partito da lui stesso fondato, il Congresso per la Repubblica, abbia perso quasi tutti i seggi in parlamento alle legislative.

I sondaggi lo danno indietro di 6 punti, ma al primo turno la base di Ennahda ha votato in massa per lui, nonostante il partito islamico non sostenga alcun candidato.

Per la Tunisia questo è più di un semplice voto: è la fine di un processo di normalizzazione della vita politica di fronte alle pesanti sfide poste dalla crisi economica e dalla minaccia del fondamentalismo.

L’importanza delle elezioni di questa domenica è legata anche al quadro politico che vede un Parlamento caratterizzato da un marcato bipolarismo con i due partiti maggiori, Nidaa Tounes e Ennahda, costretti ad inventarsi alleanze per poter governare.

La Tunisia potrebbe rappresentare, nel bene e nel male, un esempio.

È molto probabile che diventerà una sorta di laboratorio arabo con una maggioranza di governo formata da un partito laico e da uno confessionale.

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