Putin: "Espansione Nato è nuovo muro, vogliono incatenare orso russo"

Putin: "Espansione Nato è nuovo muro, vogliono incatenare orso russo"
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Di Salvatore Falco
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Il presidente russo dedica la maxi conferenza stampa di fine anno alla crisi del rublo, ai rapporti con l'Occidente e alla crisi ucraina.

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L’espansione della Nato a Est è un nuovo muro. Parola di Vladimir Putin. Il Presidente russo, nonostante il crollo del rublo, non cambia tono verso l’Occidente nella conferenza stampa di fine anno.

“Non attacchiamo nessuno, ma ci difendiamo”, avverte Putin, secondo il quale “la crisi della Russia deriva da pressioni esterne”.

“Dopo la caduta del muro di Berlino ci dissero che non ci sarebbe stato alcun allargamento della NATO a Est. Eppure è iniziato subito dopo. Ci sono state due ondate di espansione della NATO – spiega Putin – Questo non è un muro? Sì, non scavano trincee, ma questo è un muro virtuale e sono stati loro a crearlo. Cosa è accaduto con il sistema di difesa antimissilistico in prossimità delle frontiere russe? Non è anche questo un muro? Dovete capire che l’Occidente non si è fermato dopo il crollo del Muro di Berlino. Questo è il problema più importante in tutte le relazioni internazionali”.

“I nostri partner non si sono fermati – attacca Putin – hanno deciso di essere i vincitori, hanno stabilito che loro sono un impero e tutti gli altri i loro vassalli da schiacciare”.

Putin è ricorso più volte alla metafora dell’orso, il simbolo della Russia, per descrivere i tentativi dell’Occidente di mettere Mosca sotto tutela mettendole il “guinzaglio” sull’Ucraina. “A volte penso
che l’orso dovrebbe starsene tranquillo e a vivere di frutti di bosco e miele”, ha dichiarato il presidente russo nel corso della conferenza stampa di fine anno, “e probabilmente verrebbe lasciato in pace. Ma non è così, perche’ cercheranno sempre di incatenarlo, e una volta messo in catene, gli strapperanno denti e artigli e lo imbalsameranno. Nel significato attuale, questo significa la deterrenza nucleare”.

Sulla questione ucraina, Putin sostiene che Petro Poroshenko sta cercando di mettere fine alla crisi nel suo Paese ma deve fare i conti con l’intransigenza di alcuni elementi del governo:

“Quello che accade nell’est dell’Ucraina è in realtà un’operazione punitiva condotta dalle stesse autorità di Kiev. Penso che l’approccio sia totalmente controproducente e dannoso per l’integrità dell’Ucraina e il destino del popolo ucraino – aggiunge il capo del Cremlino – Mi auguro che riusciremo, portando avanti il confronto, e la Russia è disposta a fare da mediatore in questo processo, ad avviare un vero dialogo politico e raggiungere una soluzione diplomatica per la ricostruzione di un’unità politica dell’Ucraina”.

Il presidente russo diifende l’operato del governo e della Banca centrale nella gestione della crisi valutaria. Per Putin, questa crisi non è il prezzo dell’annessione della Crimea, ma quello “per il naturale desiderio di sopravvivere come nazione”.

“Il ritorno a dati positivi sui mercati e la conseguente crescita sono inevitabili. Ci sono almeno 2 ragioni per questo. In primo luogo, la crescita dell’economia globale continuerà, anche se il tasso di crescita non sarà alto – sostiene il presidente russo – L’economia globale crescerà e la nostra economia uscirà di guai di oggi. Quanto tempo ci vorrà? Due anni al massimo nel peggiore degli scenari. E ripeto, la crescita è inevitabile e in questi due anni, non ho dubbi su questo, riusciremo a diversificare la nostra economia”.

In chiusura, il presidente russo ha detto di non temere colpi di palazzo perché ha il sostegno dei cittadini russi.

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