Disgelo storico fra Stati Uniti e Cuba, annuncio simultaneo di Obama e Castro

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Normalizzazione delle relazioni tra Stati Uniti e Cuba: “metteremo fine a un approccio che ha fatto il suo tempo”, ha detto Barack Obama, che parlava

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Normalizzazione delle relazioni tra Stati Uniti e Cuba: “metteremo fine a un approccio che ha fatto il suo tempo”, ha detto Barack Obama, che parlava a Washington proprio mentre all’Avana si esprimeva Raoul Castro.

Il presidente cubano confermava di aver parlato con Obama al telefono martedì.

“Siamo separati da appena novanta miglia – ha tra l’altro detto Obama -, ma ci sono barriere ideologiche che ci hanno separati”.

Il presidente degli Stati Uniti ha poi parlato della comunità cubana negli Stati Uniti: “i cubani hanno contribuito a fare gli Stati Uniti”, ha detto.

“Ho deciso di riconsiderare l’embargo, che considero anti-storico”, ha detto Obama, che ha dato incarico al Segretario di Stato John Kerry di avviare un negoziato per normalizzare la situazione.

L’annuncio è stato preceduto dalla liberazione di Alan Gross, un contractor che era detenuto all’Avana da cinque anni. Da parte statunitense, sono stati liberati tre agenti dei servizi cubani. Raoul Castro ha confermato la liberazione di 56 detenuti politici e una spia statunitense.

Obama ha annunciato i primi provvedimenti, a partire dall’apertura di un’ambasciata.

Ha citato la cooperazione con i medici cubani nella lotta in Africa contro l’Ebola: possiamo lavorare insieme, ha detto, ma è ovvio che restano degli ostacoli, e che certamente non saremo improvvisamente d’accordo su tutto.

Sull’isola, Castro nel frattempo elogiava il ruolo del Vaticano, la cui mediazione è stata fondamentale: l’ultimo atto, una lettera di Papa Francesco ai due presidenti.

Tra gli altri dettagli dell’accordo, Obama ha menzionato la possibilità di usare a Cuba le carte di credito americane, e anche la decisione del regime cubano di estendere l’uso di internet.

“Continuerò a criticare le barriere imposte alla libertà dei cittadini cubani”, ha detto Obama. “I lavoratori cubani devono essere liberi di formare sindacati”, ha aggiunto. “Noi saremo al fianco di chi vuole questi valori”. “Condivido la lotta per la libertà e la democrazia, ma come arriviamo a questo se continuiamo il muro contro muro?”, si è chiesto.

Obama si è rivolto in particolare alla comunità cubana di Miami e al partito Repubblicano, i più restii all’apertura nei confronti del regime castrista.

D’altra parte era proprio Castro a sottolineare che, nonostante il grande passo della normalizzazione diplomatica e delle altre misure bilaterali annunciate, resta da risolvere il nodo principale: “il blocco economico, commerciale e finanziario che provoca enormi danni e deve cessare”.

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