Australia in lutto e selfies di dubbio gusto

Australia in lutto e selfies di dubbio gusto
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Di Andrea Neri
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Tori Johnson, manager della caffetteria teatro dell’attacco, Katrina Dawson, avvocato, 38 anni, 3 figli. Sono queste le vittime che l’Australia

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Tori Johnson, manager della caffetteria teatro dell’attacco, Katrina Dawson, avvocato, 38 anni, 3 figli. Sono queste le vittime che l’Australia piange all’indomani dell’assalto delle forze di sicurezza che ha posto fine al sequestro di 17 persone a Sydney. L’autore del gesto – un rifugiato iraniano descritto dalle autorità come mentalmente instabile – è la terza vittima.

“È assolutamente devastante che possa succedere qualcosa del genere, che chiunque abbia un locale, chiunque vada soltanto a bersi un caffè una mattina, che gli possa succedere una tragedia del genere è orribile” dice Emma Craig, residente a Sydney.

“Credo tutti siano scioccati, che cerchino di rendersi conto e di capire, ma è troppo difficile da capire” racconta Mark Harrison, un altro locale.

Il Premier australiano Tony Abbott ha descritto un Paese che si è scoperto vulnerabile ma pronto a rispondere alle minacce. E ha parlato chiaramente di violenza basata su motivazioni politiche:

“L’accaduto è la dimostrazione che anche un Paese libero, aperto, generoso e sicuro come il nostro è vulnerabile ad atti di violenza politicamente motivati. Ma ci ricorda anche quanto l’Australia e gli australiani siano forti e capaci di reagire”.

Mentre il Paese è in lutto e le indagini cercano di chiarire ogni dettaglio dell’accaduto ieri, sul luogo del sequestro, numerose persone hanno scattato dei selfies davanti alla caffetteria nel quartiere di Martin Place. Immagini che, prontamente postate sui social network, hanno innescato la polemica.

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