Nuovi razzi, astronauti e missioni: l'ESA guarda ai prossimi 50 anni

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Di Euronews
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Jeremy Wilks, euronews: “Il 2014 è stato un anno straordinario per il nostro sistema solare. Siamo riusciti ad atterrare su una cometa, abbiamo nuovi astronauti nello spazio e sono state pianificate una serie di missioni. Dove stiamo andando? Qual è il futuro del settore spaziale in Europa?”.

Le immagini girate dall’astronauta tedesco Alexander Gerst offrono una veduta mozzafiato del nostro pianeta.

Brigitte Zypries, ministra tedesca per gli affari economici e l’energia: “Alexander Gerst mi è piaciuto perché ha illustrato in un modo molto bello come appare la terra vista dallo spazio. Così ha affascinato molti giovani e coloro che sono giovani dentro. Credo che abbia fatto qualcosa di positivo per la ricerca spaziale in Germania”.

Lo spazio è anche molto umano: suscita grandi emozioni come quelle che abbiamo condiviso con l’atterraggio di Philae.
Alice Bunn, agenzia spaziale britannica: “Da dove cominciare? Siamo atterrati su una cometa! Chi lo avrebbe mai immaginato?! E’ davvero stimolante”.

Ma lo spazio significa anche politica e denaro. Quindi torniamo sulla Terra e precisamente a Lussemburgo, addobbata per Natale. Anche la giostra della politica spaziale europea sta girando: i ministri dei 20 Stati membri dell’ESA sono qui per parlare di razzi, missioni e moneta sonante.

Stefania Giannini, ministra dell’istruzione italiana: “Uno dei temi oggi era proprio quello del bilanciare i differenti contributi dei singoli Paesi, principalmente Francia, Germania e Italia”.

La questione principale è stata risolta prima dell’incontro, l’approvazione del budget annuale di 3,3 miliardi di euro. A Lussemburgo vengono definiti i dettagli finali. Stabilire una buona relazione è fondamentale, secondo il ministro britannico all’Università e Scienza. Greg Clark, ministro britannico all’università e scienza: “La posta in gioco è piuttosto elevata, l’unico modo per andare avanti è entrare in contatto diretto con le persone, imparare a conoscerle per poter trovare un accordo”.

Si è parlato molto dei sistemi di lancio, perché se si vuole accedere allo spazio servono i razzi. Il lanciatore europeo Ariane 5 è ritenuto troppo costoso ed è possibile che perda quote di mercato a vantaggio del concorrente statunitense, il più economico Space X. La risposta dell’ESA è Ariane 6, che ha ricevuto un finanziamento di tre miliardi di euro.

Geneviève Fioraso, ministra dell’istruzione superiore e della ricerca francese: “La prima buona notizia europea è aver deciso di lanciare assieme Ariane 6, che dovrebbe decollare per la prima volta nel 2020. Un nuovo razzo, un lanciatore competitivo, modulare, che non avrà più bisogno di fondi pubblici per la sua gestione”.

Sono previste due versioni, con due o quattro razzi ausiliari e un prezzo che varia da 70 milioni a 115 milioni a lancio, molto di meno rispetto ai 160 milioni di Ariane 5.

Brigitte Zypries, ministra tedesca per gli affari economici e l’energia: “Questo ci dà maggiore flessibilità e ci rende più competitivi, perché noi europei vogliamo mantenere il nostro accesso allo spazio e siamo in competizione con Stati Uniti, Cina, Russia, India. Quindi di fronte a tanti concorrenti noi vogliamo restare in gioco, per questo abbiamo deciso di costruire un buon lanciatore per portare i satelliti nello spazio”.

Allora dove stiamo andando? Marte è fra le destinazioni principali. La missione ExoMars, guidata da Italia e Regno Unito, lancerà un orbiter e una piccola sonda nel 2016 e poi un rover che dovrebbe atterrare nel 2018. In Lussemburgo l’ESA si è assicurata i 160 milioni di euro necessari per il progetto, il primo a cercare prove della vita su Marte.

Alice Bunn, agenzia spaziale britannica: “L’unicità di ExoMars è che sarà in grado di scavare per cercare i segni storici della vita su Marte. Cosa mai accaduta prima. Ogni volta che avviamo una missione, è qualcosa di nuovo, sulla scia di Rosetta. Ed è proprio questa la cosa entusiasmante delle missioni scientifiche, non sai cosa troverai”.

Roberto Battiston, presidente dell’agenzia spaziale italiana: “In un certo senso è la continuazione logica di Philae sulla cometa e pensiamo che sia molto interessante andare a vedere cosa c‘è sotto la superficie, perchè le analisi fatte sulla superficie mostrano che non c‘è vita su Marte ma è anche evidente che così sia perchè la radiazione e i raggi cosmici hanno sicuramente nel corso degli anni, dei milioni di anni, distrutto ogni forma vivente, mentre è possibile che si sia salvato qualche cosa in profondità.”

Il futuro della presenza dell’uomo nello spazio è meno chiaro. L’Europa invia due nuovi astronauti nello spazio l’anno prossimo, ma la Stazione Spaziale Internazionale sarà probabilmente smantellata dopo il 2020 in mancanza di sostegno. Per ora resta un utile strumento di ricerca.

Johann-Dietrich Wörner, presidente dell’agenzia spaziale tedesca: “Per noi l’ISS è l’infrastruttura perfetta per la ricerca sull’orbita terrestre bassa. Ne abbiamo bisogno per la fisiologia umana, per la biologia e per la scienza dei materiali, e ora anche per l’osservazione della Terra e per la scienza di base, come ad esempio l’antimateria e tutte queste questioni”.

Se gli astronauti hanno un ruolo importante nell’esplorazione, in Europa c‘è una grande passione per le missioni con robot come Rosetta. Jean-Yves Le Gall, presidente dell’agenzia spaziale francese: “Ciò che mi impressiona maggiormente è la capacità dei robot. Con essi si va ovunque, la potenza dei robot permette di fare le cose più velocemente, meglio e in modo molto meno costoso rispetto all’esplorazione con missioni abitate”.

Molti governi investono nello spazio perché sanno che è un buon affare: non soltano crea lavoro, ma garantisce servizi essenziali come la televisione satellitare, la navigazione e l’osservazione della Terra. Stefania Giannini, ministra dell’Istruzione italiana: “Oltre al sogno affascinante che lo spazio regala a ciascun cittadino, c‘è anche una concretezza della ricerca scientifica in questo settore che è fondamentale per il futuro per lo sviluppo anche imminente dei nostri Paesi”.

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Geneviève Fioraso, ministra francese per l’istruzione superiore e la ricerca: “E’ positivo per l’economia, ma anche, semplicemente, per il sentimento di appartenenza. I terrestri si mobilitano e io penso che in questo momento avere dei progetti che creano solidarietà, cooperazione e fratellanza elevi il livello del dibattito”.

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