L'Ungheria non vuole un dibattito "politico" sul rispetto dello stato di diritto

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Di Margherita Sforza
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Intervista in esclusiva al ministro della Giustizia ungherese

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Stato di diritto e rispetto della democrazia. La presidenza italiana sta lavorando ad un nuovo meccanismo che dovrebbe essere pronto entro la fine dell’anno per controllare la situazione negli stati.

L’Ungheria, che negli ultimi temppi è nel mirino dell’Unione europea per leggi sui media e sul sistema giudiziario considerate molto discutibili, ha affermato che non si opporrà ai controlli, ma ha dichiarato il ministro della Giustizia ungherese László Trócsányi: “Non dovrebbero essere i politici a decidere sul mecccanismo per il rispetto dello stato di diritto, perché se vogliamo un dibattito politico, ci saranno sempre argomenti politici dietro a questo tema. Ma io sono un avvocato e sono fiero di esserlo. Penso che le questioni sullo stato di diritto dovrebbero essere risolte su base legale”

Il ministro è intervenuto anche nella diatriba con gli americani. Washington ha vietato l’ingresso negli Stati Uniti a sei funzionari ungheresi, tra cui il presidente della agenzia per le tasse ungherese, coinvolto in uno scandalo di corruzione, su cui pero’ non c‘è un’inchiesta.

László Trócsányi, ministro della Giustizia ungherese: “La corruzione è un peccato e dobbiamo prendere misure contro la corruzione. Ma non vogliamo suggerimenti o messaggi. Perché questo significa interferire politicamente. Abbiamo il diritto alla privacy. Penso che ognuno abbia il diritto alla presunzione d’innocenza. Ora tutto il paese parla di qualcuno definendolo corrotto, ma non si forniscono le prove e non c‘è un’indagine in corso. E’ una presa in giro contro la presunzione d’innocenza”

Il ministro ha smentito che ci siano problemi sull’indipendenza della magistratura e sulla libertà di stampa, nonostante da ben quattro anni l’Unione europea mandi avvertimenti per il rispetto dei valori democratici a Budapest.

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