La sfida all'Isil avvicina Iran e Usa, colpo di spugna sui diritti umani

La sfida all'Isil avvicina Iran e Usa, colpo di spugna sui diritti umani
Di Euronews
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Il nemico del mio nemico è mio amico. Iran e Stati Uniti si ritrovano dalla stessa parte della barricata nella lotta contro l’Isil e le relazioni tra i due paesi registrano progressi importanti dall’elezione di Hassan Rohani alla presidenza.

Un dialogo che non piace a Israele e registra la posizione prudente di alcuni paesi europei, soprattutto riguardo al dossier nucleare di Teheran, in vista del termine per un accordo fissato al 24 novembre.

Alcuni paesi vogliono evitare che Teheran estenda la sua sfera di influenza su un Iraq allo sbando, ma gli americani tirano dritto sulla strada del dialogo. Anche economico, visto che la Boeing è tornata a vendere componenti di aereo a Teheran dopo 35 anni e la Apple si prepara a invadere il mercato un minuto dopo la fine delle sanzioni occidentali.

Un dialogo che sorvola però sulla questione dei diritti umani. A pochi giorni dall’impiccagione di Reyhaneh Jabbari, la giovane giustiziata per aver ucciso l’uomo che voleva stuprarla, un rapporto dell’Onu dice che nel 2014 in Iran si è registrata un’impennata delle esecuzioni.

Omid Lahabi, euronews: Diamo il benvenuto a Alaeddin Boroujerdi, presidente della commissione Affari esteri del parlamento iraniano.

Iniziamo la nostra intervista partendo dall’Isil, il nemico comune di Iran e Stati Uniti. È possibile una cooperazione tra i due paesi per reprimere il fondamentalismo?

Alaeddin Boroujerdi, presidente della commissione Affari esteri del parlamento iraniano: Purtroppo, gli Stati Uniti, l’Unione europea e i partner regionali hanno avuto un ruolo nella nascita di questo gruppo terroristico. Noi abbiamo iniziato la battaglia dal primo giorno. Gli americani hanno assistito a questa catastrofe e hanno reagito contro l’Isil solo dopo l’assassinio dei due giornalisti statunitensi. Hanno deciso di combattere la battaglia sotto la pressione dell’opinione pubblica americana. Quindi non possiamo fidarci della coalizione, perché ci sono paesi che hanno creato loro stessi questo gruppo, ma allo stesso tempo vogliono combatterlo. Quindi, alla luce di questa contraddizione e della mancanza di fiducia, andiamo avanti da soli e gli americani procedono parallelamente nell’ambito della coalizione.

euronews: Parliamo delle relazioni tra Iran e Stati Uniti. Dopo 35 anni, la Boeing ha venduto alcune componenti di ricambio all’Iran. È il segno di un allentamento delle sanzioni o di un evoluzione del rapporto iraniano-americano?

Alaeddin Boroujerdi: L’accordo di Ginevra e i negoziati con gli Stati Uniti hanno provocato un cambiamento del clima politico tra l’Iran e gli Stati Uniti e anche del rapporto tra l’Iran e l’Occidente in generale, così come nella regione del Medio Oriente. Ma purtroppo, i paesi della regione e l’Europa mettono pressione agli Stati Uniti. Questi paesi non vogliono un accordo definitivo e non vogliono la revoca delle sanzioni. Il nostro rapporto con la Boeing per la vendita di pezzi di ricambio è dovuto a questi negoziati. Vedremo cosa accadrà il 24 novembre.

euronews: Il rapporto tra l’Europa e la Russia è conflittuale a causa della crisi in Ucraina e gli europei sono preoccupati per la loro fornitura energetica, l’Iran potrebbe sostituire la Russia ed esportare gas verso l’Europa?

Alaeddin Boroujerdi: Quello della fornitura di gas dall’Iran verso l’Europa è un dibattito di vecchia data. Fino ad ora, gli americani si sono sempre opposti. Lo sapete, la discussione sul prolungamento verso l’Europa del gasdotto che collega l’Iran alla Turchia era in una fase avanzata, ma gli americani impedirono ancora una volta che si procedesse. E credo che le linee guida della politica americana rimangano inalterate.

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