Pistorius attende di conoscere la sua pena, potrebbe evitare il carcere

Pistorius attende di conoscere la sua pena, potrebbe evitare il carcere
Di Euronews
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Inespressivo, il volto di Oscar Pistorious mentre ascoltava l’assoluzione per l’omicidio premeditato della fidanzata Reeva Steenkamp nella notte del 14 febbraio 2013.

I added a video to a YouTube</a> playlist <a href="http://t.co/v5LtWy0YeY">http://t.co/v5LtWy0YeY</a> Oscar Pistorius verdict Reeva killing &quot;not murder&quot; judge</p>&mdash; bazar (asiantvhot) October 14, 2014

Dopo sei mesi di processo, venerdì, il giudice Thokozile Masipa legge il verdetto davanti alla giuria di Pretoria ‘“Non vi sono abbastanza prove per dichiarare Oscar Pistorious colpevole di omicidio premeditato”.

Il paralimpico sudafricano condannato per omicidio colposo, cioè di natura accidentale, è ancora in attesa di conoscere l’entità della pena.

Diverse le ipotesi sul tavolo, Pistorius rischia fino a 15 anni di carcere. Tuttavia, un atto di clemenza da parte di Masipa potrebbe convertire la pena a tre anni di arresti domiciliari e servizi sociali, o perfino in una multa. Infatti, secondo il giudice, Pistorious ha sì sparato alla fidanzata in bagno, ma era convinto che fosse un intruso.

Reuters: Neighbor heard crying coming from Pistorius home http://t.co/UozsdYofwy

— World News Videos (@WorldNewsVideos) May 6, 2014

Critiche sono immediatamente piovute sul giudice, accusata di essere stata troppo indulgente nei confronti dell’atleta. La famiglia della vittima ed il procuratore Gerrie Nel – che ha portato avanti l’accusa di omicidio premeditato – hanno espresso il loro disappunto nei confronti del verdetto. Molti presuppongono che l’eventuale decisione di non condannare Pistorious al carcere sia legata alle sua disabilità fisica.

Tra i vari testimoni della difesa, Joel Maringa, un assistente sociale addetto al servizio della rieducazione nelle carceri, ha sconsigliato la prigione. Piuttosto, come riportato da un’emittente britannica, Maringa ha detto che i servizi sociali “possono aiutare maggiormente a rieducare e cambiare certi comportamenti. Più idoneo, sostiene Maringa, sarebbe un servizio alla comunità di 16 ore al mese con assistenza presso ospedali o musei”.

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