Oro nero ostaggio della crescita debole

Oro nero ostaggio della crescita debole
Di Euronews
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Business Middle East questa settimana si occupa da vicino delle ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale.

Il FMI è pessimista e ha abbassato le sue previsioni di crescita economica globale per quest’anno e per il prossimo, soprattutto per le più grandi economie dell’Eurozona.

Non ha tagliato le sue previsioni per la maggior parte delle Nazioni del Golfo, ma ha sollevato preoccupazioni sulla caduta del prezzo del petrolio.

Di solito, crisi politiche in regioni come Medio Oriente e Nord Africa spingerebbero il costo del greggio verso l’alto, ma ora accade il contrario. Come se la debole crescita significasse scarsa richiesta e disponibilità di petrolio superiore al bisogno.

La ripresa dopo la ‘Grande recessione’ resta debole e con molti cosiddetti “rischi negativi”, avverte il Fondo Monetario Internazionale nel suo ultimo rapporto ‘World Economic Outlook’.

Il FMI ha tagliato le sue previsioni di crescita globale al 3.3% quest’anno e al 3.8% l’anno prossimo.

Olivier Blanchard, capo economista FMI: “È chiaro che la ripresa è debole e irregolare, e se si guarda alle economie avanzate solo gli stati Uniti stanno facendo bene. Eurozona e Giappone non altrettanto”.

Le tre più grandi economie dell’Eurozona – Germania, Francia e Italia – sono state declassate e come sottolineano gli esperti del FMI è essenziale che i paesi più ricchi mantengano bassi tassi di interesse per stimolare l’indebitamento e guidare così la crescita.

In Medio Oriente il quadro è misto, le previsioni di crescita per Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti sono state aumentate, ma abbassate per il Kuwait.

Tra i paesi contro il ‘Gulf Cooperation Council’, Iran e Iraq, esportatori di petrolio, è previsto abbiano prospettive di crescita inferiori a causa delle sanzioni contro Teheran e i combattimenti in corso in Iraq.

La caduta del prezzo del petrolio ha colpito i loro bilanci.
Il costo del greggio è crollato a causa della debole domanda e di una produzione non OPEC aumentata, specialmente per l’olio di scisto degli Stati Uniti.

L’economia della regione del Golfo rimane stabile, ma gli analisti dicono che esistono influenze negative prodotte dal rallentamento dell’economia globale.

Daleen Hassan, euronews: “Per maggiori informazioni abbiamo contattato Nour Eldeen Al-Hammoury, Chief Market Strategist di EDS Securities ad Abu Dhabi”.

1: “Il FMI ha tagliato le sue previsioni di crescita per le tre più grandi economie dell’Eurozona. Quanto sono profondi i problemi e che cosa si puó fare per contrastare il debole recupero?”

Nour Eldeen Al-Hammoury: “Beh, Daleen sono passati quasi sette anni dall’inizio della crisi finanziaria. La BCE ha realizzato molti programmi per la ripresa come QE “Quantitative Easing”, ORLT “Operazione finanziamento a lungo termine”, TLTRO “Operazione finanziamento a lungo termine mirata” e ora il programma di acquisto ABS “Asset Backed Security”. Tuttavia, la crescita è lontana dagli obiettivi dell’Eurozona e nessun obiettivo di crescita è mai stato raggiunto negli ultimi sette anni. Il problema principale in Europa è che si stanno attuando due approcci allo stesso tempo, ovvero austerità e indebitamento per sostenere la crescita. L’unica soluzione in cui crediamo è che l’Eurozona deve concentrarsi su un unico approccio. L’austerità che porterà l’economia a ripiegare su una recessione, ma sul lungo termine sarà positivo; o continuare con l’indebitamento per sostenere la crescita. Questo sarà positivo solo a breve termine ma molto pericoloso sul lungo, visto che il debito è già a livelli record”.

2: Daleen Hassan, euronews: “I prezzi del greggio sembrano essere al ribasso visto l’aumento dell’offerta, cosa possono fare i paesi produttori nel Medio Oriente per stabilizzarli?”

Nour Eldeen Al-Hammoury: “Non abbiamo ancora raggiunto il periodo del panico. L’Arabia Saudita ha aumentato la sua produzione a settembre, cosa che probabilmente manterrà il prezzo ancora basso. Tuttavia, questa decisione potrebbe essere un modo per stabilizzare i ricavi: aumentando la propria quota nella vendita del greggio. Il Golfo potrebbe stare bene con un prezzo al di sopra dei 65-75 dollari. Sul mercato del Brent non ci sarà alcun deficit per ora. Peró, un passo piú avanti potrebbe portare la regione o l’OPEC, nello specifico, all’aumento dei prezzi e al taglio della produzione, come richiesto già dal mercato e dalla dinamica economica globale di rallentamento”.

Daleen Hassan, euronews: “Staremo a vedere Nour, comunque abbiamo un incontro programmato con OPEC alla fine di novembre per discutere proprio dell’argomento. Grazie per il suggerimento”.

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