Il successo di Airbnb ha consentito il boom dei bed and breakfast in tutto il mondo. Nati in Inghilterra, i B&B del terzo millennio sono diventati un utile rimedio per far quadrare i conti in casa, soprattutto in periodo di crisi.
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— AtomsToBits (@atoms2bits) August 15, 2014
Si sta diffondendo a macchia d’olio quello che una volta veniva chiamato subaffitto: gli inquilini offrono una stanza della propria abitazione per ammortizzare le spese.
Una mossa che ha visto la reazione dei proprietari di casa. La loro caccia al subaffitto è favorita da un sito: Huntbnb.
Il portale consente ai ‘padroni di casa’, di trovare gli annunci che i loro locatari postano su Airbnb.
L’idea è venuta a due ragazzi statunitensi. Airbnb non fornisce l’indirizzo esatto della camera da affittare fino alla conferma della prenotazione. Una tutela per venire incontro alle esigenze degli affittuari che vogliono evitare di far sapere ai proprietari dell’immobile che tra le mura domestiche si porta avanti il business del B&B.
#Huntbnb, le site qui tuera #Airbnb ? http://t.co/naWQCcM2nkpic.twitter.com/ksAA7thQdQ
— Le Point (@LePoint) August 21, 2014
Huntbnb, invece, consente ai proprietari di verificare se le stanze delle loro case sono prenotabili su Airbnb. Basta inserire il proprio indirizzo. Huntbnb ha attirato in 24 ore 11.000 visitatori e 4.000 utenti: alcuni si sono addirittura offerti di pagare il servizio.
Per gli affittuari è una brutta mazzata: alcuni proprietari possono indicare l’utilizzo di Airbnb come possibile motivo di sfratto.