Anders Fogh Rasmussen: la Russia non si comporta da partner della Nato

Anders Fogh Rasmussen: la Russia non si comporta da partner della Nato
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La Russia e la crisi in Ucraina: tra i mediatori c‘è il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, intervistato a Bruxelles dal nostro corrispondente Andrei Beketov. L’Alleanza Atlantica si prepara al summit di fine settembre in Galles.

Andrei Beketov, euronews:
Signor Rasmussen, grazie per quest’intervista con euronews. Lei è segretario generale della Nato da cinque anni. Come valuta la situazione della sicurezza in Europa negli ultimi mesi?

Anders Fogh Rasmussen, segretario generale della Nato:
Lo stato della sicurezza è cambiato decisamente. Le azioni militari illegali della Russia in Ucraina sono un campanello d’allarme. Questo ci ha rammentato che non possiamo dare per scontata la sicurezza. Naturalmente dobbiamo adattarci a questa nuova situazione.

euronews:
Il presidente Putin di recente ha affermato che non poteva lasciare entrare le forze della Nato in Crimea ed è per questo che è stata annessa. Tiene in considerazione questo tipo di preoccupazioni russe sulla sicurezza?

Rasmussen:
Noi non abbiamo mai avuto l’intenzione di dispiegare soldati della Nato in Crimea. Quindi è una scusa molto sbagliata per giustificare l’annessione illegale e illegittima della Crimea da parte della Federazione Russa. Non ci sono scuse: la Russia ha compiuto una violazione lampante di tutti i propri impegni internazionali e anche dei principi fondamentali della cooperazione Nato-Russia.

euronews:
Nota ancora il coinvolgimento della Russia nell’est dell’Ucraina? Come valuta la situazione di stallo armato in quella regione?

Rasmussen:
Non c‘è dubbio che la Russia è profondamente coinvolta nella destabilizzazione della parte orientale dell’Ucraina. Permette l’ingresso di armi e attrezzature e anche di combattenti attraverso la frontiera tra i due Paesi. Chiediamo alla Russia di smettere di sostenere i gruppi separatisti. Ed esigiamo anche il ritiro dei suoi militari dal confine. Di recente abbiamo osservato un nuovo consolidamento della presenza militare russa nella regione frontaliera.

euronews:
La Nato sta rafforzando la propria presenza nelle vicinanze della Russia?

Rasmussen:
Abbiamo incrementato la sorveglianza aerea su tre Stati baltici, abbiamo dispiegato imbarcazioni sul mar Baltico e sul Mar Nero, abbiamo effettuato ulteriori esercitazioni in Polonia e negli Stati baltici. Quindi per mare, aria e terra si può osservare una maggiore presenza della Nato. Non è offensiva, ma puramente difensiva con l’obiettivo di garantire una protezione efficace dei nostri alleati.

euronews:
Come descriverebbe adesso la Russia, come un partner o come un avversario?

Rasmussen:
In effetti abbiamo passato oltre vent’anni a forgiare una relazione costruttiva con la Russia. Ma devo dire che la Russia non si comporta da partner. Dai documenti militari russi si evince che loro considerano la Nato un avversario e naturalmente noi dobbiamo adattarci.

euronews:
Quali lezioni dobbiamo trarre dalla tattica militare russa nei confronti dell’Ucraina?

Rasmussen:
Abbiamo visto che le forze armate russe agiscono molto rapidamente. Abbiamo visto forze più moderne rispetto a quelle che hanno attaccato la Georgia nel 2008. E questa è la ragione per la quale esorto gli alleati della Nato ad aumentare la spesa per la difesa e ad accelerare la modernizzazione delle nostre forze armate. Negli ultimi cinque anni, la Russia ha incrementato la sua spesa per la difesa del 50%, mentre in media i Paesi della Nato l’hanno ridotta del 20%. Ovviamente questo è insostenibile. In Ucraina sono cambiate le carte in tavola. E adesso è arrivato il momento di porre fine ai tagli, di invertire la tendenza e di aumentare gradualmente la spesa per la difesa.

euronews:
Stiamo parlando della situazione della sicurezza in Europa. Che tipo di minaccia lei crede provenga dagli insorti sunniti che hanno conquistato parti dell’Iraq e della Siria? Cosa deve fare la Nato?

Rasmussen:
Ripeto, la Nato è concentrata sulla difesa e sulla protezione dei propri alleati. Per questo abbiamo dispiegato missili Patriot in Turchia per proteggerla da eventuali attacchi missilistici dalla Siria. Ma naturalmente, in generale, la situazione nella regione è molto preoccupante. E’ noto da tutti che il governo iracheno ha richiesto l’assistenza di singoli alleati Nato.

euronews:
Aerei dell’Iran e della Russia operano assieme a quelli statunitensi. Questo significa che la Nato collabora già con quei Paesi?

Rasmussen:
Non si tratta di un impegno della Nato in quanto alleanza, ma di singoli Paesi membri. Quello che notiamo ora è quanto la comunità internazionale in quanto tale è preoccupata per questa situazione e per la diffusione dell’estremismo e del terrorismo. Questo richiede una risposta unificata della comunità internazionale al di là delle tradizionali linee di divisione.

euronews:
L’ultima domanda riguarda lei come segretario generale uscente della Nato. Qual è il suo principale risultato?

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Rasmussen:
Abbiamo una Nato più forte, più adeguata, più veloce. Nonostante i tagli ai budget per la difesa, si può notare un’alleanza più forte. Grazie alle nostre operazioni in Afghanistan, Kosovo e altrove le nostre forze armate adesso sono abituate a lavorare assieme e a cooperare. Sono più saldamente connesse che mai e più pronte a combattere. Allo stesso tempo, abbiamo investito in nuove capacità. Tra le altre cose, abbiamo cominciato a costruire la difesa missilistica. Abbiamo deciso anche di rafforzare la nostra difesa cibernetica. Quindi nel complesso direi che abbiamo bruciato i grassi e costruito i muscoli. Per cui oggi vedete una Nato molto più forte.

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