Douste-Blazy: microfinanziamenti per sconfiggere l'aids

Douste-Blazy: microfinanziamenti per sconfiggere l'aids
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Di Euronews
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Isabelle Kumar, euronews:

“Non restano che pochi mesi per realizzare gli obiettivi del millennio. Per il presidente della UNITAID è una corsa contro il tempo. Questo organismo di sviluppo è all’avanguardia nel finanziamento innovativo in particolare per quanto riguarda la lotta contro la malaria, la tubercolosi e l’aids. Philippe Douste-Blazy, ex ministro francese, e presidente di Unitaid, lavora a questo obiettivo senza sosta. È mio ospite in questo numero di Global conversation. Grazie per aver accettato il nostro invito”.

Dottor Philippe Douste-Blazy, Presidente dell’UNITAID, il Fondo mondiale per la lotta all’aids, alla tubercolosi e alla malaria

*Il dottor Philippe Douste-Blazy è un campione e un pioniere nel campo delle soluzioni di finanziamento innovativo per risolvere il problema del calo dei fondi destinati all’aiuto alla sviluppo.
Per esempio ha giocato un ruolo fondamentale nell’istituzione di una tassa sui biglietti aerei. Una somma nominale (pari a 1 euro sui biglietti in classe economica)viene prelevata ai passeggeri e versata all’Unitaid per aiutare l’organismo a finanziare il proprio lavoro.

*L’UNITAID è stato creato nel 2006 dai governi di Brasile, Cile, Francia, Norvegia, e Regno unito, per migliorare l’accesso alle cure mediche nei paesi in via di sviluppo.
Procura fondi per finanziare l’acquisto di medicinali e la realizzazione di esami diagnostici per l’aids, la tubercolosi e la malaria.

*Prima di entrare nell’UNITAID, Philippe Douste-Blazy faceva il cardiologo. È poi entrato in politica e, fra il 1993 e il 2007, ha avuto diversi incarichi di alto livello, fra l’altro: ministro della sanità, ministro della cultura e della comunicazione e ministro degli esteri.

Philippe Douste-Blazy:

“Grazie a voi.”

euronews:

“Ho parlato dell’aids, debellarlo è uno degli obiettivi del millennio. È strano che non si parli quasi più di questa malattia, perché?”

Douste-Blazy:

“L’aids è una malattia della povertà, e se permette, adesso le spiego quello che facciamo noi. Vogliamo cancellare la povertà estrema, che nel mondo di oggi continua ad aumentare. Ora, come fare per aiutare i più poveri, con quali soldi, quando la maggior parte dei paesi cosiddetti ricchi sono più o meno in fallimento? Come chiedere a un deputato greco, italiano, spagnolo, francese, statunitense, di dare più fondi? Dunque abbiamo avuto una piccola idea, che si chiama finanziamento innovativo, vale a dire prelevare un piccolo, un microscopico, indolore, contributo – un euro – per ogni biglietto d’aereo, ad esempio, e lo si dona a un organismo che si chiama UNITAID”.

euronews:

“Anche se è un prelievo indolore, diversi paesi sono reticenti, perché?”

Douste-Blazy:

“Ebbene, non riesco a capirlo. Su 194 paesi, solo 14 hanno adottato questo dispositivo – un euro par ogni biglietto aereo – malgrado ciò abbiamo potuto raccogliere 2 miliardi di dollari, abbiamo potuto curare 8 bambini su 10, fra quelli colpiti dall’Aids nel mondo, fra quelli che sono in cura, 8 su 10 lo sono grazie a questa piccola idea”.

euronews:

“Ci torneremo sul finanziamento innovativo, ma prima parliamo dell’aids. Secondo l’ex presidente francese Jacques Chirac, che è anche uno dei fondatori dell’UNITAID, grazie a questo organismo, è possibile debellare questa malattia, lo pensa anche lei? E se sì, quando?”

Douste-Blazy:

“È possibile, ma ci vogliono fondi per farlo. Ogni volta che portiamo aiuto ai più poveri molti dicono: è come se sprecassimo l’acqua per innaffiare il deserto. Ma non è vero, pensi al morbillo, grazie al vaccino è stato possibile diminuire la mortalità del 98%, si potrebbe fare la stessa cosa con l’aids. Un esempio, i bambini malati di aids – ce ne sono 3 milioni nel mondo – e ne vengono curati solo 700mila. Degli altri non si occupa nessuno perché sono i più poveri.
Sono bambini che hanno tutto per essere infelici. Nascono con l’aids, hanno il 50% di possibilità di morire prima del compimento del secondo anno di vita, saranno orfani, e in seguito verranno discriminati perché hanno scritto aids sulla fronte. Li si lascia al loro destino, nei loro villaggi. Ebbene quei bambini, noi vogliamo aiutarli, grazie a UNITAID, e con la fondazione del presidente Clinton, abbiamo potuto curarne 700mila, ma ne restano 2 milioni e 300mila. È inaccettabile, è una vergogna per l’umanità non trovare soldi per farlo”.

euronews:

“Perché queste tre malattie, è una domanda che arriva dai nostri internauti, Abbas Amizou chiede cosa faccia l’Onu per combattere l’ebola, una malattia che provoca molti morti”.

Douste-Blazy:

“In realtà, UNITAID è un laboratorio. Vogliamo provare che con questi micro-finanziamenti, indolori e moltiplicati per milioni di volte, si possono cambiare le cose. Bisognava scegliere e ci siamo focalizzati sull’obiettivo del millennio n° 6: aids, tubercolosi, malaria. Avremmo potuto sceglierne un altro. Ora abbiamo provato che si può cambiare il mondo trovando fondi grazie a questi microscopici contributi.

euronews:

“Ma non è facile convincere i leader politici, perché non accettano?”

Douste-Blazy:

“Sfortunatamente i capi di stato, gli uomini politici – nel novero dei quali mi sono a lungo trovato e quindi non ho nessuna lezione da dare – sono troppo provinciali. Pensano alle elezioni a casa loro, quando sono sindaci di una città, non si preoccupano delle altre, quando sono presidenti di un paese, non si sentono responsabili degli altri. Ma oggi la globalizzazione fa sì che sia necessario pensarci….se vogliamo che i nostri figli e nipoti vivano in pace nel XXi secolo, poiché si tratta di guerra o di pace, poiché occorre evidentemente garantire i diritti essenziali – alla vita, alla dignità umana – nei posti più poveri del mondo. L’unica soluzione è il microfinanziamento”.

euronews:

“Lei ha parlato della tassa sulle transazioni finanziarie che in Europa stanno ‘annacquando’. Teme di non riuscire a raccogliere i fondi che sperava di ricevere?”

Douste-Blazy:

“Dieci anni fa, la nostra battaglia era quella di fare una tassa sulle transazioni finanziarie. Tutti ci dicevano che non avrebbe funzionato. Poi, da tre anni, vediamo che sempre più paesi la considerano un’ottima idea, io l’ho capito il perché. Perché noi pensavamo ai poveri. Invece, i governi ora dicono: no, li prendiamo noi i soldi, li mettiamo nel bilancio, questi soldi servono a noi. Allora ho detto ai capi di stato: molto bene, siamo in un periodo difficile, un periodo di crisi, teneteveli pure, ma almeno destinatene il 20, 25% ai paesi più poveri. Questa è la nostra battaglia, e dunque Angela Merkel ha accettato di adottare la tassa sulle transazioni finanziarie, il premier austriaco, ma anche quelli di Spagna, Italia, Grecia e Francia, l’hanno già adottata”.

euronews:

“E in quale percentuale, allora?”

Douste-Blazy:

“Da noi in Francia, siamo al 15%, un fatto storico, il presidente ha accettato di devolverne il 15% ai paesi più poveri”.

euronews:

“Una percentuale che equivale a quale somma?”

Douste-Blazy:

“Per ora non è tanto, 160 milioni di euro, ma il mondo non sarà mai stabile se lasciate che ci sia gente che vive con 1 dollaro al giorno. Guaradate dove s’impiantano Al Qida o l’Aqmi. Vanno ovviamente dove c‘è l’estrema povertà e la miseria. Se avessi 17, 18 anni, e vedessi mio fratello, mia madre, mio padre o la mia sorellina morire perché manca mezzo dollaro per curare la malaria, perché per salvare un bambino basta mezzo dollaro…

Se, via internet un giorno scoprissi che a Parigi, in media un pranzo costa 40 euro e che siccome manca mezzo dollaro il mio fratellino muore, se incontro qualcuno che mi vuole manipolare per usarmi contro l’occidente….

euronews:

“Abbiamo ricevuto questa domanda e gliela giro. Sempre sulla tassa sulle transazioni finanziarie. È firmata dal gruppo @Robin Hood “

Douste-Blazy:

“Sì, certo”.

euronews:

“Allora questa tassa, che appunto viene anche soprannominata tassa ‘Robin Hood’, questo gruppo chiede come si può essere sicuri che il denaro andrà davvero a chi ne ha bisogno”.

Douste-Blazy:

“Ecco, è esattamente il nostro lavoro, quello che spiego ai diversi capi di stato. Bisogna suddividere i proventi. Il 15, 20, 25% spero, andrà ai paesi più poveri. Bisogna battersi per questo, in seguito io propongo di dividere. Metà per la salute globale, per organismi multilaterali come Unitaid, il Fondo mondiale per la lotta all’aids, alla tubercolosi, alla malaria, e l’altra metà per l’ambiente”.

euronews:

“Lei propone anche una tassa sud-sud sui barili di petrolio,una tassa che sarebbe prelevata nei paesi produttori, anche in Africa, a che punto siete?”

Douste-Blazy:

“È un tema che ho affrontato con alcuni capi di stato…”

euronews:

“Ci può dire quali?”

Douste-Blazy:

“È ancora troppo presto, glielo dirò un’altra volta. L’idea è che ci sono dei paesi africani che hanno la fortuna di avere delle risorse estrattive: petrolio, miniere, gas…Altri, invece, non hanno nulla. Dunque, secondo me, sarebbe bene che, per quanto riguarda la parte statale – lei sa bene che una parte dei proventi del petrolio va alle compagnie petrolifere e una parte allo stato – sulla parte statale si potrebbero prelevare 5, 10, 15 centesimi per barile. Potremmo così contribuire alla lotta contro una grave epidemia che tocca un terzo dei bambini africani: si tratta della malnutrizione cronica”.

euronews:

“Lei mi ha convinto, a proposito della globalizzazione della solidarietà, è triste vedere che la gente non la segue”.

Douste-Blazy:

“Sì, ma il peggio è che non si tratta solo dei politici, sono anche i media. Guardi, ad esempio, quando c‘è un incidente d’autobus in Francia con delle vittime minori è terribile: se per esempio ci sono trenta bambini che rimangono feriti o muoiono, è orribile. Una notizia del genere aprirà tutti i telegiornali. Eppure, nel mondo, ogni 3 secondi, le dico ogni tre secondi, un bambino muore di una malattia evitabile e curabile. L’avremmo potuto salvare, ma sui giornali non c‘è una riga, viviamo come se questi bambini non esistessero”.

euronews:

“Bill Gates è una di quelle persone che hanno trasformato il mondo, è uno degli uomini più influenti e più ricchi e sostiene la sua fondazione. Lei lo frequenta, qual è la principale lezione che ha imparato da lui?”

Douste-Blazy:

“L’ho invitato l’altro giorno a Parigi e ha detto una cosa abbastanza incredibile. Ha detto: ‘ho dovuto aspettare più di cinquant’anni per capire che la vita che avevo era una vita molto interessante, ovviamente, ho creato Microsoft ecc., ma non avevo dato un senso alla mia vita e ora invece le sto dando un senso’. Credo che chiunque, dal disoccupato al giornalista, dal medico al politico, a un certo punto abbia bisogno di dare un senso alla propria vita”.

euronews:

“Ha evocato la politica, mi piacerebbe domandarle di tornare per un attimo a questo ruolo di politico, che ha avuto in Francia. Perché lei pensa a innovare, ma quando si guarda alla Francia, è una caratteristica che sembra mancare. C‘è bisogno di dare una scossa economica, come lo si dovrebbe fare, secondo lei, per avere una ripresa in Francia?”

Douste-Blazy:

“Il problema è che non abbiamo fatto abbastanza riforme. Abbiamo avuto paura perché i nostri sindacati sono molto forti, perché i francesi sono pronti a lamentarsi di tutto, e dunque io stesso, quando ero al governo, avrei dovuto essere più coraggioso, fare riforme più coraggiose. Questo è mancato, ma penso che la gente adesso abbia voglia di muoversi, di cambiare, vedono bene che ci sono paesi come la Spagna, la Grecia, l’Italia che, dopo essere stati duramente colpiti, adesso si stanno riprendendo”.

euronews:

“La sua carriera ha avuto diverse fasi, molto diverse fra loro: cardiologo, ministro, militante… mi dica: come si passa da una tappa all’altra, da ministro a militante, ad esempio?”

Douste-Blazy:

“Qual è la differenza fra un militante, un attivista e un uomo politico? Tutti e tre pensano davvero che occorra cambiare il mondo. Dunque in politica si fanno dei compromessi, perché non si può cambiare così, ci sono le forze parlamentari, ci sono le votazioni. Alle volte si perde, alle volte si fa un piccolo sforzo di linguaggio per ottenere un voto. Vi accusano di essere falso, quando si tratta solo di un compromesso. Che non vuol dire compromettersi, sono due cose diverse. Invece, là dove sono ora, posso veramente fare come voglio,
posso dire: bisogna passare al finanziamento innovativo, bisogna aderire all’Unitaid, bisogna evitare le guerre e i coflitti, dando ai più poveri un po’ di più di diritto alla vita”.

euronews:

“Lei è un entusiasta, ed è pronto a sperimentare, qual è la prossima tappa per Philippe Douste-Blazy?”

Douste-Blazy:

“La prossima tappa è convincere i capi di stato, che si possono veramente mettere in campo questi microscopici contributi di solidarietà sui biglietti aerei, certo, lo abbiamo detto, ma si può fare la stessa cosa sugli abbonamenti telefonici, e anche perché no, nel settore privato. Sono convinto che Apple, Google, Facebook, Twitter, visto che sono a un livello mondiale, un domani possano inventare dei micro contributi. Frenare questo capitalismo pauroso della speculazione e tornare a un capitalismo sociale, tornare all’uomo, alla persona umana, che è sacra. Un bambino che nasce a Bamako è importante tanto quanto un bambino che nasce in un ospedale parigino. Ma la comunità internazionale non la pensa così. Per loro un bambino nato a Bamako, non vale nulla, mentre un bambino che nasce a Londra, a Oslo o a Parigi, quello, invece, è importante. Non è vero. Hanno la stessa importanza”.

euronews:

“Lei ha lanciato la sfida. Philippe Douste Blazy la ringrazio molto per essere stato con noi”.

OKChi è Philippe Douste-Blazy

Il dottor Philippe Douste-Blazy è il presidente dell’UNITAID, il Fondo mondiale per la lotta all’aids, alla tubercolosi e alla malaria.

Douste-Blazy è un campione e un pioniere nel campo delle soluzioni di finanziamento innovativo per risolvere il problema del calo dei fondi destinati all’aiuto alla sviluppo.

Per esempio ha giocato un ruolo fondamentale nell’istituzione di una tassa sui biglietti aerei. Una somma nominale (pari a 1 euro sui biglietti in classe economica)viene prelevata ai passeggeri e versata all’Unitaid per aiutare l’organismo a finanziare il proprio lavoro.

L’UNITAID è stato creato nel 2006 dai governi di Brasile, Cile, Francia, Norvegia, e Regno unito, per migliorare l’accesso alle cure mediche nei paesi in via di sviluppo.

Procura fondi per finanziare l’acquisto di medicinali e la realizzazione di esami diagnostici per l’aids, la tubercolosi e la malaria.

Prima di entrare nell’UNITAID, Philippe Douste-Blazy faceva il cardiologo. È poi entrato in politica e, fra il 1993 e il 2007, ha avuto diversi incarichi di alto livello, fra l’altro: ministro della sanità, ministro della cultura e della comunicazione e ministro degli esteri.

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