L'Unione europea stringe accordi di associazione con l'Ucraina. Kiev spera ora nell'adesione

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Di Euronews
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Il conflitto armato in Ucraina è stato innescato dalla mancata firma all’ultimo momento dell’accordo di associazione con l’Unione europea, a Vilnius, lo scorso novembre.

Ora l’accordo è stato firmato a Bruxelles durante il vertice europeo di questo venerdi’ grazie al nuovo presidente ucraino. In questa occasione accordi simili sono stati firmati con altri paesi del partenariato orientale, Georgia e Moldova.

Georgia, Moldova e Ucraina hanno firmato l’accordo di associazione con l’Unione europea. E’ un momento storico che ridefinisce le relazioni bilaterali con la frontiera ad est, con tre repubbliche ex sovietiche.

“A Kiev ed altrove la gente ha dato la propria vita per stringere questi legami con l’Unione europea” ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.

L’accordo doveva essere firmato già a novembre a Vilnius, ma l’ex presidente Yanukovich all’ultimo momento si è rifiutato, provocando le proteste filo-europee di piazza Maidan e il conflitto armato con separatisti pro-russi.

“Negli ultimi mesi l’Ucraina ha pagato al piu’ alto prezzo per far diventare realtà il sogno europeo, deve essere valso qualcosa, – dice il nuovo presidente ucraino Poroshenko- ad esempio una semplice dichiarazione da parte dell’Unione europea che quando l’Ucraina sarà pronta, potrà entrare. Una dichiarazione che all’Unione europea non costerebbe nulla ma per il mio paese vorrebbe dire tutto”

Diverse le prospettive: se per Ucraina, Georgia e Moldova, questo accordo è solo il primo passo verso l’adesione all’Unione europea, per le autorità europee si tratta invece prettamente di un accordo economico. Gli esperti mettono in guarda gli europei dal creare false aspettative nelle popolazioni di queste repubbliche un tempo sovietiche.

La firma degli accordi di associazione è considerata un momento storico per l’unione europea nononstante abbia raffreddato le relazioni con la Russia.
Per analizzare in profondità l’impatto di questo evento i corrispondenti di euronews hanno intervistato in questo studio il Primo Ministro della Moldova, Iurie Leanca, il premier della georgia Irakly Garibashvili e l’ambasciatore russo al’Unione europea, Vladimir Chizov.

La Moldova è una piccola repubblica tra la Romania e l’Ucraina ed ha una provincia separatista filo-russa, la Transistria. Abbiamo chiesto al primo ministro moldavo se dopo la firma dell’accordo di associazione non tema uno scenario simile a quello dell’ucraina.

“Una volta che si è scelto il proprio cammino, una volta che si sono definiti gli obiettivi, non si puo’ mostrare esitazione o debolezza ha detto il premier moldavo Iurie Leanca Ma bisogna mostrare determinazione e poi il risultato sarà quello che ci si aspetta, per questo la lezione ucraina per noi è che dobbiamo continuare le riforme, per mostrare alla nostra gente i risultati di queste riforme e per spiegare che l’integrazione europea è l’unica alternativa se vogliamo creare uno stato moderno e funzionante”

Per il primo ministro georgiano Irakli Garibashvili quest’accordo con l’Unione europea potrebbe rappresentare un incentivo per le repubbliche separatiste a riavvicinarsi al governo centrale geogiano. L’indipendenza dell’Abkhazia e dell’Ossezia del sud, è riconosciuta solo da Mosca.

“Quando i nostri fratelli in Abkhazia e nell’Ossezia del Sud vedranno i grandi cambiamenti nel nostro paese in Georgia, e lo sviluppo delle infrastrutture, dell’agricoltura, dell’educazione, della sanità, delle condizioni sociali, anche loro vorranno unirsi attraverso la riconciliazione” – ha dichiarato il premier georgiano Irakli Garibashvili.

Dopo le minacce di Mosca di possibili contromisure a Georgia e Moldova, l’ambasciatore russo all’Unione europea Vladimir Chizhov prevede tempi difficili nelle relazioni bilaterali ma mantiene toni piu’ prudenti.

“Queste discussioni su una nuova guerra fredda sono fuori luogo- ha detto l’ambasciatore Chizhov- “La guerra fredda come fenomeno era inizialmente un braccio di ferro ideologico fra due filosofie completamente divergenti, cosa che naturalmente ha alimentato politiche sia in campo diplomatico che nel campo militare. Ma l’essenza era l’incompatibilità di queste due ideologie. Oggi non è piu’ cosi’. Non vedo alcun problema tra la Russia e l’Occidente che non possa essere risolto attraverso canali diplomatici, attraverso negoziati.”

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