Bruxelles ammonisce l'Italia per i ritardi nei pagamenti alle imprese. E' polemica

Bruxelles ammonisce l'Italia per i ritardi nei pagamenti alle imprese. E' polemica
Di Margherita Sforza
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A poco piu’ di dieci giorni dall’apertura del semestre europeo a guida italiana, da Bruxelles arriva una doccia fredda per il governo Renzi.

La Commissione europea ha aperto questo mercoledi’ la procedura di infrazione contro l’Italia inviando al governo una lettera di messa in mora per la violazione della direttiva europea sui ritardi di pagamento.

Bruxelles dice di aver ricevuto molte denunce secondo cui recita il comunicato «in Italia le autorità pubbliche impiegano in media 170 giorni per effettuare pagamenti per servizi o merci fornite e 210 giorni per i lavori pubblici».

La direttiva invece impone un massimo di 30 giorni per i pagamenti di beni e e servizi alle imprese, in alcuni casi eccezionali è consentito un massimo di 60 giorni per effettuare i pagamenti.

L’Italia ha ora due mesi di tempo per rispondere alle critiche della Commissione europea.

Ma la decisione, avviata con procedura d’urgenza, ha sollevato polemiche politiche infuocate, perché è stata decisa su proposta dal Commissario all’Industria, Antonio Tajani, che tra pochi giorni lascerà la Commissione perché eletto nel nuovo Parlamento europeo come parlamentare di Forza Italia.

Quella di Tajani è una «grave strumentalizzazione dell’Europa e un atto di irresponsabilità contro l’Italia»- ha dichiarato il sottosegretario alle politiche europee Sandro Gozi, dura la reazione del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che trova “francamente incomprensibile” l’apertura di una procedura di infrazione da parte di un commissario uscente ed ha sottolineato gli impegni presi dal governo italiano per accelerare i rimborsi da parte della Pubblica Amministrazione, uno dei primi provvedimenti presi dal Governo con il Documento di Economia e Finanza del Ministro Padoan e con le modifiche alla Legge Europea 2013 bis.

Da parte sua Antonio Tajani ha spiegato di considerare positivo il decreto del governo ma insufficiente “non ha nulla a che vedere con il problema del ritardo dei pagamenti perché serve solo a sostenere la fatturazione elettronica, cosa positiva, e a sanzionare le imprese che rifiutano di certificare il ritardo”, ha sottolineato il Commissario spiegando che questo “non risolve il problema dei pagamenti in ritardo perché non sana la ferita che c‘è”.

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