Cécile Kyenge: Io sono italiana e grido Viva Berlinguer

Cécile Kyenge: Io sono italiana e grido Viva Berlinguer
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Di Margherita Sforza
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Arriva a Bruxelles forte delle sue 92.000 preferenze. Una delle piu’ votate nel Nord-Est tra gli eurodeputati del Partito Democratico. “Una bellissima soddisfazione. E’ una cittadinanza nuova che si è espressa. Essere nel Parlamento europeo oggi vuol dire credere nei propri sogni e trasferire speranza a chi ci guarda”- dice. Cécile Kyenge, ex ministro dell’Integrazione nel governo Letta, è una dei nuovi volti del Parlamento europeo. E nel giorno in cui si ricordano i 30 anni dalla morte del leader comunista Enrico Berlinguer, la Kyenge gli rende omaggio come icona della questione morale.

Cominciamo con lei la nostra serie di ritratti dei nuovi Eurodeputati italiani.

Euronews: “Si sente italiana”?

Cécile Kyenge, eurodeputata PD:
“Io sono italiana. Essere italiana vuole dire portare a testa alta i valori del nostro paese, riconoscersi nella bandiera, nell’inno nazionale, nella nostra tradizione ma non vuol dire negare un’identità multipla. Nessuno puo’ negare le proprie origini. Non posso negare che una parte di me ha incontrato un’altra cultura. E questa è la ricchezza di una persona. Nessuno di noi è monocolore. Nessuno di noi è monocultura, nel nostro cammino ci contaminiano a vicenda. Io sono italiana e rappresento i valori dell’Italia, dell’Italia del presente ma anche dell’Italia del futuro, che non ha paura di contaminarsi con altre culture”

Euronews:“Quali saranno le sue priorità come eurodeputata nei prossimi cinque anni”?

Cécile Kyenge, eurodeputata PD:
“I diritti come opportunità per i giovani. Aumentare le risorse per abbassare la disoccupazione giovanile. Pari opportunità per le donne che vuol dire uguaglianza nello stipendio e lotta alle discriminazione nell’accesso al lavoro. E poi cittadinanza europea, che ingloba anche il tema importante dell’integrazione. Perché non ci siano cittadini di serie A e di serie B. “

Euronews: “Da luglio l’Italia assume per sei mesi la presidenza dell’Unione europea. Che cosa si aspetta dal governo?”

Cécile Kyenge, eurodeputata PD:
“I temi importanti sono il lavoro e i giovani, ma anche l’immigrazione e l’asilo.Bisogna rivedere la Convenzione di Dublino, una persona che mette piede in Italia, in Grecia o in Spagna entra nel territorio Schenghen, quindi apre un dibattito politico. Bisogna chiedere un rafforzamento della politica estera europea ma anche una forte cooperazione internazionale, per prendere accordi con i paesi d’origine dei migranti. Mi aspetto che su questo tema, il governo italiano possa portare avanti la politica del Mediterraneo e ribaltare le posizioni di forza dei paesi nordici, spostando l’attenzione piu’ al sud dell’Europa.

Euronews: “Quali personalità del mondo della cultura o della politica ammira?”

Cécile Kyenge, eurodeputata PD:
“Enrico Berlinguer. E’ un punto di riferimento per me, anche per tanti di noi per la questione morale. Ma poi ci sono tante persone che ho citato anche nel mio libro. Nelson Mandela, Martin Luther king, mi riconosco in un percorso di diritti umani nella non -violenza. Forse due persone di cui ho parlato poco sono Madre Teresa di Calcutta, per la sua umiltà per il suo modo di porsi al servizio degli umili, e questo mi ha sempre incuriosita e mi piace, poi Wangari Muta Maathai, attivista keniota a difesa dell’ambiente, premio Nobel per la pace.

Euronews: “Che cosa la sorprende in Europa?”

Cécile Kyenge, eurodeputata Pd: “Positivamente, quando viaggio mi guardano come italiana e non badano alle differenze, non devo subire gli attacchi che continuo ad avere ad esempio nella mia pagina Facebook. Mi sorprende negativamente, la xenofobia, i populisti, forse questo dimostra che c‘è ancora del lavoro da fare o che non abbiamo ascoltato tutti.

Euronews: “Come si descriverebbe?”

Cécile Kyenge, eurodeputata Pd:
“Non mollo mai, quando ho in mente qualcosa è difficile farmi cambiare idea. Vado avanti e non torno indietro. Credo intensamente nei sogni e nella possibilità di realizzare i sogni. Bisogna avere la pazienza e la perseveranza nell’arrivare fino in fondo. Anche quando mi arrivavano molti attacchi, insulti. Io ho mantenuto il mio modo gandhiano di fare. Nessuno ha il diritto di impormi un modo diverso di fare. Bisogna trovare un grande equilibrio per non farsi influenzare dalla grande massa “.

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