Una seconda chance dopo un trauma cranico

Una seconda chance dopo un trauma cranico
Di Euronews
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Ogni anno un milione e mezzo di europei subiscono un trauma cranico. Siamo andati nel sud della Finlandia per conoscere un progetto europeo che punta ad offrire loro una seconda chance.

Julián López Gómez, euronews:
“Un anno fa la vita di Jouni e della sua famiglia è cambiata in peggio. Gli scienziati stanno lavorando per cambiarla in meglio.”

Jouni vive vicino a Turku, in Finlandia. A 47 anni, l’ex manager ha molto tempo da passare con la sua famiglia. È in malattia da quando ha subìto un incidente stradale durante un viaggio d’affari a Dubai.

“La mia testa è andata prima indietro, poi avanti e ha sbattuto contro il sedile del guidatore” racconta Jouni Salmenjaakko. “E io sono rotolato in qualche punto dell’auto. Non ricordo quel momento.”

Le gravi lesioni che ha subìto sono emerse solo successivamente. Jouni ha perso più volte conoscenza e non riusciva a muovere alcune parti del corpo. La riabilitazione lo ha aiutato a migliorare la sua qualità di vita. Ma alcuni problemi sono rimasti.

“Convivo con un dolore costante e con molti tipi di difficoltà: di equilibrio, di memoria” aggiunge Jouni Salmenjaakko. “Non posso camminare da solo; potrei perdermi. Quindi si tratta di imparare nuovi modi di vivere con nuove regole.”

Julián López Gómez, euronews:
“Come dare una seconda possibilità ai pazienti con lesioni cerebrali come Jouni?”

Le conseguenze di un trauma cranico sono difficili da curare. Ogni trauma è diverso; il cervello controlla ogni funzione del corpo. Quindi i neurologi a volte faticano ad individuare la diagnosi esatta e le migliori cure e terapie per la riabilitazione.

Ecco perché un progetto di ricerca europeo ha sviluppato un ampio database interattivo di modelli fisiologici relativi ai traumi cranici, per aiutare i medici ad assistere i loro pazienti.

Il neurologo Olli Tenovuo, dell’ospedale universario di Turku, spiega: “Ogni background clinico viene registrato: quali altre malattie ha avuto il paziente; se ci sono state lesioni in precedenza e quali; che tipo di medicine sono state usate per le cure. Anche cosa ci dicono la diagnostica per immagini o i marker nel sangue.”

Il database permette ai neurologi di confrontare il caso del loro paziente con altri simili.

La piattaforma aiuta anche a predire con precisione il risultato delle cure pianificate per i singoli pazienti.

Mark van Gils, ingegnere biomedico e coordinatore del progetto VTT/TBICare sottolinea: “Spesso mancano dati. Non sempre è possibile raccogliere immagini o campioni di sangue in certi casi, quindi cerchiamo di sviluppare dei modelli affidabili, che tengano conto delle eventuali mancanze, e siano comprensibili per i medici.”

Ora Jouni è impegnato in una riabilitazione su misura, che include anche il tenere un discorso ad un seminario sulle lesioni da trauma cranico.
Dopo alcuni mesi difficili, ora guarda avanti.

“Sto cercando di trovare un buon equilibrio nella mia vita, con la musica, con gli amici” assicura Jouni. “Forse presto mi impegnerò in qualche attività di volontariato, forse col tempo potrò anche assistere altri pazienti che sono in una situazione simile e aiutarli.”

Per maggiori informazioni:
www.tbicare.eu

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