USA-UE, divisi dalle intercettazioni, uniti sull'Ucraina

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Di Euronews
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Duane Jackson è un venditore ambulante di Times Square, a New York. Ma è anche un eroe per l’America. Quattro anni fa questo reduce della guerra del Vietnam, assieme ad altri due commercianti, ha scoprì un’auto sospetta vicino al suo bancone.

“L’auto è arrivata qui – racconta -, ha parcheggiato e io ho fatto un giro intorno. Quello che mi ha colpito è stato che le chiavi erano inserite, il motore e i lampeggianti erano accesi, ma dentro non c’era nessuno e i finestrini erano oscurati.”

Duane avvisò la polizia. Times Square fu evacuata e gli artificieri disinnescarono l’esplosivo. Duane ricevette la gratitudine della nazione e una telefonata del Presidente Obama per aver contribuito ad evitare ciò che avrebbe potuto essere uno dei peggiori attentati sul suolo statunitense.

“C’erano kerosene, propano, benzina, un fertilizzante di basso livello, un candelotto di dinamite, alcuni petardi e due timer” precisa Duane. “E i timer erano dello stesso tipo di quelli usati dagli attentatori di Boston.”

Proteggere l’America dal terrorismo dopo l’11 settembre 2001 è stato l’obiettivo della NSA. Ma, dopo lo scandalo intercettazioni che ha scosso le relazioni tra le due sponde dell’Atlantico, suona ironico il fatto che, nonostante gli oltre 52 miliardi di dollari l’anno spesi per la sorveglianza, la maggiore minaccia terroristica dell’ultimo decennio sia stata sventata non dai controlli della NSA, ma da un metodo “vecchio stampo” come una segnalazione da parte di cittadini presenti sul luogo.

L’estate scorsa, le rivelazioni di Edward Snowden hanno acceso il dibattito sulla sorveglianza di massa, rendendo noto a tutti che persino i leader europei erano oggetto di spionaggio e intercettazioni. Barack Obama, pur promettendo riforme del sistema, ha difeso la NSA e i suoi metodi per contrastare il terrorismo.

Thomas Drake è un ex dipendente della NSA. Quando ha rivelato che l’intelligence stava violando la costituzione è stato accusato di spionaggio e ha rischiato 35 anni di carcere, finché le accuse non sono state archiviate.
Drake ha incontrato Snowden in Russia e ha testimoniato davanti al Parlamento europeo.

“Ovviamente” riconosce Drake “ci sono minacce all’integrità di stati nazionali e di sistemi internazionali e all’ordine mondiale, ma non devi sorvegliare tutto il pianeta. Un ex ufficiale della Stasi ha dichiarato che è ingenuo credere che queste informazioni non vengano usate per altri scopi. Quando usi la sicurezza come scusa per raccogliere tutti questi dati e per avere accesso a tutto, alla fine puoi utilizzarli per spionaggio economico-industriale, compromessi politici, ricatti. Le tentazioni sono enormi. Non ho mai immaginato che il modello della Stasi sarebbe stato usato come base per questa sorveglianza virtuale, che è cresciuta e si è diffusa come metastasi dall’11 settembre in poi.”

Edward Lucas è stato il capo dell’ufficio di Mosca dell’Economist per 14 anni. È autore di “The Snowden Operation” in cui definisce Snowden il più grande disastro dell’intelligence occidentale e afferma che ha creato più danni alla sicurezza internazionale che vantaggi.
“Non penso” dichiara “che Obama debba chiedere scusa ai suoi alleati occidentali, anzi penso che loro dovrebbero scusarsi per essersi espressi in modo ipocrita a proposito di cose che fanno anche loro. I grandi Paesi si spiano a vicenda e i servizi segreti – indovinate un po’ – fanno spionaggio. Penso che il pubblico sia indignato e per questo i politici stanno reagendo, ma c‘è un’enorme quantità di finta indignazione. Credo che il vero difetto di Obama sia che non ha difeso con forza la NSA e che la NSA non si è difesa con forza.”

Difendere la NSA non sarà facile per il Presidente Obama durante la sua visita in Europa, ma forse non ne avrà nemmeno l’occasione. In programma c’era la partecipazione al summit sulla sicurezza nucleare all’Aja e ai colloqui sul commercio a Bruxelles, ma l’intervento della Russia in Ucraina ha preso il sopravvento nelle discussioni. I disaccordi transatlantici innescati dalle rivelazioni di Snowden verranno messi da parte mentre cresce la pressione su Obama perché mantenga la linea dura con Putin.

Julianne Smith, consulente della sicurezza nazionale ed ex consigliere del vice-presidente Joe Biden, spera che la visita di Obama in Europa porti a una risposta comune e più forte contro l’intervento russo in Ucraina.
“C‘è frustrazione qui a Washington” riferisce “per il fatto che il nostro partner sull’altra sponda dell’Atlantico non possa agire di concerto con noi perché c‘è un dibattito senza fine su cosa fare dopo. Abbiamo problemi anche nel nostro stesso parlamento e disaccordi nel Congresso. Penso che la colpa sia di entrambe le parti, ma è un’accusa un po’ ingiusta per Washington. Gli Stati Uniti e l’Europa hanno relazioni bilaterali molto diverse con i russi. Ovviamente l’Unione europea e individualmente gli Stati membri europei hanno legami commerciali con la Russia molto maggiori che non gli Stati Uniti. Quindi sull’altro lato dell’Atlantico c‘è stata più esitazione ad utilizzare lo strumento della sanzioni come misura punitiva contro i russi. C‘è stata molta più convinzione negli Stati Uniti sul farvi ricorso da subito.”

Mosca giustifica la sua annessione della Crimea, affermando che gli abitanti l’hanno largamente approvata alle urne. Washington e Bruxelles hanno risposto con il congelamento dei beni e con il blocco dei visti per alcuni russi e ucraini. Ma si teme che né gli Stati Uniti né l’Unione europea siano determinati a colpire Putin sotto la cintura dell’economia.

“Sappiamo che la Russia si vendica in caso di sanzioni” ricorda Luca. “L’America aveva disposto il blocco dei visti e dei beni per un gruppo di persone coinvolte nella morte di un informatore sotto copertura. È la cosiddetta lista Magnitsky. E la Russia ha risposto vietando agli americani le adozioni di orfani russi. Ora penso che la Russia farà qualcosa di simile, probabilmente sul fronte economico. Faranno qualcosa che colpirà le aziende e le banche occidentali, e quelle aziende e banche andranno dai loro governi a lamentarsi dicendo che ci sono in gioco i loro profitti, dividendi e posti di lavoro. E il mio timore è che i governi occidentali decidano di abbreviare queste sanzioni contro la Russia e di renderle inefficaci.”

Joseph Ciricione, a capo di una ONG che si occupa delle politiche sulle armi nucleari, esclude il rischio che le attuali tensioni con la Russia abbiano ripercussioni sulle politiche comuni riguardo agli arsenali nucleari. Inoltre ritiene che l’alleanza atlantica ne uscirà rafforzata.

“Solo nell’ultimo anno” sottolinea Ciricione “ci sono state serie frizioni tra Stati Uniti ed Unione europea sul caso Snowden e per il modo in cui gli Stati Uniti hanno risposto con una certa arroganza. Ma di base gli Stati Uniti e l’Unione europea, le due più grandi potenze economiche del mondo, sono legate da una forte alleanza per la sicurezza e dall’alleanza di maggior successo nella storia. Questi aspetti fondamentali permangono, nonostante le divergenze. I contrasti attuali impallidiscono di fronte a quelli che ricordo fin dall’inizio del mio incarico: divergenze sulle armi nucleari in Europa o sulla politica statunitense in America centrale, Nicaragua e El Salvador. Le dispute cui assistiamo ora con l’Europa sono di portata minore rispetto a quelle avute anche in un passato recente.”

Mettendo da parte le divergenze, sia Washington sia Bruxelles affermano di voler risolvere la crisi ucraina attraverso canali diplomatici, ma questa situazione sarà anche un test sui legami tra le due sponde dell’Atlantico.

Thomas Drake – personal story about being a whistleblower
Thomas Drake – USA obsession with getting data
Thomas Drake on Snowden and Transatlantic relation damage
Joe Cirincione talks about nuclear security summit
Edward Lucas interview on Russian sanctions

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