Verdi europei, non solo ecologia

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Di Euronews
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“Cambia l’Europa, vota verde!”. Sabato 22 febbraio a Bruxelles si è aperta ufficialmente la campagna elettorale dei verdi europei. Dopo aver puntato sulla coppia Ska Keller- José Bové alla presidenza della Commissione europea, il partito ha reso pubblico il suo manifesto elettorale. Obiettivo: vincere l’astensionismo.

“Se dovessimo ottenere abbastanza successo alle elezioni europee da poter arrivare alla Presidenza della Commissione europea ne saremmo orgogliosi. Questo rimane il nostro obiettivo. Realisticamente non credo accadrà!” racconta a Euronews Ska Keller.

Un programma attento sicuramente all’ambiente, ma soprattutto alle possibilità che dallo sviluppo di un’economia verde possano nascere per il futuro dell’occupazione europea. “Credo che i nostri punti di forza siano, a differenza degli altri partiti, la lotta per la diffusione di una coscienza ambientale e per la tutela del clima” spiega Keller “Due aspetti fondamentali anche per uscire dalla crisi e ridurre la disoccupazione. E possiamo farlo soltanto grazie a idee “verdi”, creando lavoro proprio nei settori a tutela dell’ambiente”.

Specializzatasi in politiche per l’immigrazione all’Università Libera di Berlino, Ska Keller ha fatto della politica sui rifugiati uno dei temi principali della campagna elettorale dei verdi europei, come si legge anche nel loro manifesto.

“Tra le questioni che sento più vicine sicuramente i diritti dei rifugiati” ammette, infatti, Keller “L’Europa somiglia sempre di più a una fortezza, anche in termini digitali. Bruxelles investe centinaia di milioni di euro in barriere, droni, e altre apparecchiature del genere.

Scelta da oltre 22 mila partecipanti alle primarie on line Ska Keller rappresenta sicuramente la novità di questa campagne elettorale, un volto giovane e determinato da porre accanto al veterano Josè Bovè.

“Mi piace essere combattiva” ammette Keller “Lottare durante la campagna elettorale per me significa dare il meglio a livello politico. Perché si sta a contatto con le persone e si possono testare idee, capire se le nostre idee arrivano alle persone e quindi capire se vengono condivise”.

Con la coppia Keller- Bové i verdi europei puntano se non alla conquista del posto occupato da Barroso almeno a confermare il ruolo di quarto partito europeo.

Ma, come si posizionano i verdi nell’attuale spettro politico e per cosa potranno essere eletti? Cosa faranno in futuro senza la figura di Cohn Bendit? Ne parliamo con Matthias Krupa, corrispondente da Bruxelles per Die Zeit.

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I verdi europei hanno eletto due candidati: Ska Keller e José Bové. I verdi tedeschi hanno scelto Rebecca Harms come loro candidato. Anche Ska Keller è tedesca. Crede che gli elettori avranno qualche difficoltà nel distinguerle?

Matthias Krupa, Die Zeit
Certamente. Questo creerà confusione. Da un lato abbiamo una giovane tedesca scelta, Ska keller, scelta come leader di un movimento europeo, che però a livello interno e a causa di liti di partito figura soltanto al terzo posto della lista nazionale. I verdi non hanno iniziato la campagna elettorale nel migliore dei modi.

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Nella prima riga del preambolo del manifesto per le elezioni europee si legge “l’Europa è il nostro futuro e la nostro casa”. I verdi europei sono veramente europeisti?

Matthias Krupa
Se per europeismo s’intende il superamento della logica dello stato nazionale, i verdi allora sono relativamente europeisti. Per molti elettori lasciarsi alle spalle lo stato nazionale è un punto difficile da affrontare Ed è per questo che i verdi restano sulla difensiva. Rispetto agli altri partiti tradizionali i verdi possono essere considerati un partito all’avanguardia, ma sicuramente non il migliore a interpretare questi tempi.

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Nel Parlamento europeo i verdi sono il quarto gruppo più importante, e si occupano di seguire moltissimi temi. Non soltanto ambiente o agricoltura sostenibile. I verdi stanno diventando come gli altri partiti tradizionali?

Matthias Krupa
I verdi hanno il problema che le loro cause politiche – dall’ambiente alla politica per il clima e a livello europeo anche quella per i rifugiati- non sono al centro dell’agenda attuale a causa della crisi economica. Anche se riuscissero a dimostrare di avere esperienza nelle materie economiche resterebbe il fatto che non sono stati eletti per il loro programma economico.

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La commissione Ue vuole ridurre le emissioni di gas serra del 40% entro il 2030- I verdi puntano al 55%. Si tratta di pura ambizione o c‘è anche un po’ di spirito anti- industriale?

Matthias Krupa
Le richieste dei verdi e le loro battaglie ormai sono diventate troppo popolari. Con questo non intendo dire che anche i verdi siano popolari, ma semplicemente che per avere attenzione devono alzare la posta.

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Il politico simbolo dei verdi europei Daniel Cohn Bendit ha annunciato il suo ritiro dalla politica. Si tratta di una forte perdita per il partito?

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Matthias Krupa
Sicuramente. E’ piuttosto ironico. Un personaggio come Cohn Bendit che nell’ultima decade, anzi forse negli ultimi venti anni da eurodeputato è stato presente tanto in Francia che in Germania, ma anche in altri paesi, come una figura transnazionale decida per motivi di salute o di età di lasciare proprio mentre l’Europa apre alla personalizzazione dei partiti europei. Per i verdi è un problema.

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