Teheran bacchetta Washington. Zarif: "Basta con l'egemonia USA"

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Nucleare, Siria, diritti umani. Il Ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif a tutto campo sui dossier caldi che allarmano l’Occidente. “Il programma nucleare prosegue, ma in forma ridotta – ci dice, replicando indirettamente al Segretario di Stato americano John Kerry -. A Ginevra non ci sono stati vincitori o sconfitti”. A perdere, sostiene, è però finora stata la comunità internazionale, che ha sempre permesso agli Stati Uniti di mostrare i muscoli e di imporsi al mondo. Affermazioni che, nonostante le smentite dello stesso Zarif, sembrano tradire qualche persistente ruggine fra Teheran e Washington.

Fariba Maddavat, euronews
“Qual è il problema dell’accordo sul nucleare raggiunto a Ginevra? Perché già emergono divergenze con gli Stati Uniti?”.

Mohammad Javad Zarif, Ministro degli esteri iraniano
“Non è assolutamente il caso. Ci stiamo solo attenendo alla lettera dell’accordo. E’ per questo che non abbiamo prodotto alcun rapporto: riteniamo che questa sia un’opportunità preziosa per costruire la fiducia”.

euronews
“Quasi tutte le settimane ripetete però che andrete avanti con il programma nucleare e gli Stati Uniti replicano che no, non potete far questo, non potete far quello… Appena dopo la conferenza stampa finale dei negoziati di Ginevra – ed io ero lì – lei ha detto che avreste proseguito con il programma nucleare e il Segretario di Stato americano John Kerry ha risposto che invece no, non potete farlo. Qual è allora la situazione? Il pubblico ha il diritto di sapere”.

Mohammad Javad Zarif
“L’accordo è molto chiaro. In parte il programma nucleare iraniano proseguirà. In parte, invece, come per l’arricchimento dell’uranio oltre il 5%, abbiamo concordato che si fermerà”.

euronews
“Si trattava quindi di un’affermazione ad uso e consumo ‘interno’…”.

Mohammad Javad Zarif
“Ho cercato di essere trasparente rispetto ai termini dell’accordo e non di distorcerlo per scopi interni. E’ per questo che non abbiamo peraltro prodotto alcun rapporto dettagliato. Non è stato un tentativo di presentare l’Iran come vincitore della partita, anche perché non riteniamo sarebbe produttivo. Abbiamo fra l’altro deciso che il 18 febbraio torneremo a incontrarci a Vienna, per dedicarci alla parte più complessa, che è l’accordo globale”.

euronews
“Come contropartita di un parziale taglio del vostro programma nucleare è previsto che riceviate – a rate – i 7 miliardi di dollari di asset congelati negli Stati Uniti. Giusto?”.

Mohammad Javad Zarif
“C‘è un allentamento delle sanzioni. Certo, fin dall’inizio non le abbiamo mai ritenute legali, perché si tratta del nostro denaro e non c‘è uno strumento legale – sul piano internazionale – che possa impedirci di disporre delle nostre ricchezze. Una parte – quella relativa agli introiti di alcuni settori chiave come le vendite del nostro petrolchimico -, sarà scongelata. Già questo rappresenta di per sé una certa somma, ma non starò a sindacare sui numeri, perché lo considero soltanto l’inizio. Informazioni più dettagliate sulle cifre e sulla tempistica le avremo dopo i primi sei mesi”.

euronews
“In sostanza state quindi recuperando il vostro denaro: a rate, ma spesso non in contanti. All’Iran insomma si dice: scongeliamo una parte dei vostri fondi, ma in cambio, acquistate i nostri prodotti al prezzo che diciamo noi…”.

Mohammad Javad Zarif
“No, non è così. A una parte possiamo accedere direttamente. Il resto è invece in lettere di credito, utilizzabili con qualsiasi interlocutore commerciale. Non avrei mai accettato alcuna imposizione”.

euronews
“Ci sono però limiti all’export di petrolio…”.

Mohammad Javad Zarif
“Dei limiti in proposito li avevano già imposti. Ora hanno acconsentito a non inasprirli. Come ho detto, queste sanzioni sono illegali fin dal principio. Viviamo però in un mondo dove a regnare non è la legalità. E’ piuttosto un mondo in cui la politica e l’economia degli Stati Uniti mostrano spesso i muscoli per ottenere quello che vogliono da altri paesi o dal settore privato”.

euronews
“Lei si considera una vittima?”.

Mohammad Javad Zarif
“Considero piuttosto la comunità internazionale come una vittima, perché abbiamo consentito l’affermazione della legge del più forte. Questo è però un dato di fatto e non voglio rimetterlo in discussione. Ora vogliamo tutti andare avanti e porre le basi per una relazione diversa con la comunità internazionale. Come sa, siamo al governo da appena sei mesi. Abbiamo quindi ereditato una situazione che non era delle migliori. Per una serie di circostanze, gli Stati Uniti si sono di fatto sentiti autorizzati a imporre la loro visione al resto della comunità internazionale. Non si tratta certo di una pratica sana, ma nonostante questo, di una pratica che continua a persistere”.

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“Lei ha invitato compagnie e cartelli petroliferi internazionali a venire in Iran e puntare sul vostro petrolio. Se dei contratti sono già stati siglati, quali sono i termini degli accordi raggiunti?”.

Mohammad Javad Zarif
“Siamo solo all’inizio. Non hanno firmato alcun contratto”.

euronews
“Renderà pubblici questi contratti perché se ne possa prender visione?”.

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Mohammad Javad Zarif
“Di solito contratti del genere non sono documenti pubblici, in alcun paese. Tutti i contratti petroliferi prevedono clausole di confidenzialità. Da noi esistono poi dei limiti imposti dalla costituzione. Stiamo comunque cercando di aprire sempre di più il nostro settore petrolifero agli investimenti internazionali. Il nostro Ministro del petrolio sta lavorando a nuovi tipi di accordi e sono sicuro che il modello quadro sarà reso noto. Un passo che faremo non appena sarà messo a punto, al fine di permettere a chiunque, a qualsiasi compagnia petrolifera, di approfittarne. Queste nuove aperture del mercato iraniano sono molto apprezzate dalle compagnie petrolifere internazionali, ma i dettagli di ogni singolo contratto saranno soggetti a specifiche clausole di confidenzialità”.

euronews
“La gente, gli iraniani, temono che lei finisca per cedere alle interferenze della comunità internazionale. Hanno paura che questi contratti possano fare gli interessi dei cartelli petroliferi e che si torni al cosiddetto ‘periodo Qatariota’, quando l’Iran era sotto il giogo economico di Francia, Regno Unito e altri paesi”.

Mohammad Javad Zarif
“Questo certo non accadrà. Gli iraniani hanno un modo per dire la loro ed è attraverso le urne. Lo hanno già fatto in passato e se valuteranno le nostre scelte come contrarie agli interessi nazionali, torneranno a farsi sentire”.

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“Spostiamoci ora sul suo terreno, quello della politica estera. Di recente ha detto che le forze di tutti gli altri paesi devono lasciare la Siria e lasciare che a decidere siano i siriani. Perché allora i Quds, il corpo d‘élite dei Pasdaran, sono ancora lì e mantengono una forte presenza in Siria?”.

Mohammad Javad Zarif
“Quanto ho detto e quanto continuo a sostenere è che a decidere del futuro della Siria debba essere il popolo siriano. E che debba farlo senza interferenze esterne. L’Iran sta dando il suo appoggio ad una soluzione politica perché riteniamo che…”.

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euronews
“…voi mantenete però una presenza militare in Siria…”.

Mohammad Javad Zarif
“Non abbiamo alcuna presenza militare in Siria. Quello di Damasco è un governo riconosciuto dalle Nazioni Unite, che ha un seggio alle Nazioni Unite e con cui l’Iran ha relazioni di lungo corso. Ritengo che sia piuttosto chi sostiene i gruppi terroristici riconosciuti come tali dalle Nazioni Unite che debba essere considerato responsabile. Non mi risulta poi che ci sia una legge che vieti relazioni diplomatiche con Damasco. L’Iran, in ogni caso non ha forze armate in Siria”.

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“Un’ultima domanda. Da quando Rouhani è stato eletto alla Presidenza il numero di esecuzioni è drammaticamente cresciuto. Cosa può dirci in proposito?”.

Mohammad Javad Zarif
“Il nostro sistema giudiziario è indipendente e le elezioni presidenziali hanno avuto un impatto molto limitato sul sistema giudiziario. Ovviamente non interveniamo e non interferiamo nel suo campo e nelle sue attività. Certo ci piacerebbe assistere a un calo delle esecuzioni in tutti i paesi, ci piacerebbe un maggior rispetto dei diritti umani in tutti i paesi. Ovviamente potremmo poi migliorare anche noi, ma questo governo ha bisogno di tempo per poter intervenire su tutti gli aspetti della vita del Paese”.

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