Iran: Hassan Rohani, pronti per i passi finali dell'accordo sul nucleare

Iran: Hassan Rohani, pronti per i passi finali dell'accordo sul nucleare
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Di Euronews
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Il presidente iraniano Hassan Rohani ha preso parte al Forum Economico Mondiale, cinque mesi dopo essere entrato in carica. Tra le sue promesse elettorali c’era il miglioramento della situazione economica in Iran e la fine dell’isolamento internazionale della Repubblica Islamica.
A Davos, pochi giorni dopo l’entrata in vigore dell’accordo internazionale sul nucleare, Rohani risponde alla nostra inviata Isabelle Kumar.

Isabelle Kumar, euronews:
La sua visita a Davos è storica, questo è il suo primo viaggio in Europa in qualità di capo di Stato. Il primo di un presidente iraniano al Forum Economico Mondiale in dieci anni. Lei è qui dopo molti anni di diffidenza, ha incontrato i leader mondiali degli affari e della politica, cosa dice loro?

Hassan Rohani, presidente iraniano:
Davos è un Forum molto importante. Non è un summit europeo, è un vertice globale cui partecipano tutti, dall’Asia,all’Europa, agli altri continenti. E’ importante che in questo summit vengano presentate opinioni differenti, in particolare in ambito economico, e che questo incontro possa contribuire ad avvicinare le idee.
Partecipo a questo Forum per spiegare la situazione economica, politica e culturale dell’Iran che si è delineata dopo le recenti elezioni presidenziali, così come le prospettive future del Paese. L’obiettivo è che tutti sappiano che nelle circostanze attuali l’Iran è in grado di accogliere le attività economiche e che è pronto a ricevere e a ospitare le imprese e gli imprenditori.

euronews:
Oltre al Forum di Davos, in Svizzera sono in corso anche negoziati molto tesi sul futuro della Siria. L’invito all’Iran è stato ritirato. Lei come ha reagito?

Rohani:
Innanzitutto riteniamo un dovere umano fare quanto è necessario per impedire che venga versato sangue in Siria e per contribuire al benessere dei siriani. La stabilità della regione per noi è molto importante. La guerra civile non è tollerabile, e per quanto riguarda l’invito, siamo pronti a prendere parte a qualsiasi tipo di incontro che intenda aiutare il popolo siriano. Sono rattristato da quanto è accaduto. Non sono rattristato per noi, per l’Iran, ma sono rammaricato per le Nazioni Unite e per il segretario di quest’organizzazione, per il danno inferto alla credibilità del segretario. Allo stesso tempo riteniamo che sia nostro dovere poter fare qualcosa per aiutare il popolo siriano.

euronews:
E’ noto che il regime siriano è legato sempre di più a violazioni dei diritti umani, arriverà dunque il momento in cui l’Iran metterà in discussione il proprio sostegno a Bashar Al Assad e al suo regime?

Rohani:
La cosa importante per quanto riguarda la Siria non è la questione Assad, ma la presenza di gruppi terroristici molto pericolosi. Questo è un pericolo per tutta la regione, anche coloro che sostengono tali gruppi oggi sono minacciati. La questione più importante in quel Paese è la guerra civile. Dobbiamo profondere tutti gli sforzi necessari per isolare il terrorismo. Dobbiamo agire per porre fine alla guerra civile.
Il futuro della Siria è nelle mani del popolo siriano.
Noi rispettiamo l’opinione del popolo siriano, qualunque essa sia. Nessuna autorità o governo straniero può né deve decidere per il popolo siriano, al posto dei siriani. Tutti devono aiutare il popolo siriano. Tutti devono contribuire a preparare il terreno che permetta ai siriani di potersi esprimere sul futuro del proprio Paese.

euronews:
Le cose sono cambiate molto in Iran da quando lei è entrato in carica. Sono state ricucite le relazioni esterne grazie all’accordo iniziale sul programma nucleare e la sospensione parziale delle sanzioni. Mi descrive l’immagine dell’Iran che vorrebbe vedere tra dieci anni?

Rohani:
Innanzitutto vorrei dire che il cambiamento che viene percepito oggi in Iran non è un cambiamento prodotto da questo governo. Questo governo ha cominciato il proprio lavoro nell’atmosfera di cambiamento creata dallo stesso popolo iraniano. Le recenti elezioni hanno instaurato un nuovo clima, hanno aperto la porta all’interazione con il mondo. Tutti dovrebbero avvalersi di tale opportunità creata dalla nazione iraniana.
Sono lieto che con quest’opportunità, nei cinque mesi trascorsi, grazie all’impegno di questo governo e dei Paesi coinvolti nei negoziati siano state create le condizioni che ci hanno permesso di fare il primo passo positivo.
Ci atteniamo agli obblighi stabiliti dall’accordo di Ginevra purché anche l’altra parte rispetti i propri impegni. Siamo pronti a intraprendere il cammino finale sul programma nucleare.
La situazione attuale in Iran ha creato il contesto giusto per l’interazione con altri Paesi, sia con quelli della regione che con il resto del mondo. Abbiamo avuto una relazione tradizionale e storica con l’Europa molto importante. Oggi esistono le basi per un ritorno a quelle relazioni storiche. Quanto avvenuto negli anni scorsi con le sanzioni, sanzioni illegali, è stato dannoso per tutte le parti. E’ stato un mezzo che ci ha portati in un vicolo cieco.
Tutti adesso hanno capito che era la strada sbagliata. Quella giusta sono i negoziati ed è stato il cammino scelto da entrambe le parti. Credo che il futuro dell’Iran sia molto luminoso. L’Iran ha una posizione molto strategica, ha una ricchezza di risorse e miniere.
Dal punto di vista dello sviluppo umano in Iran c‘è un alto livello di istruzione. Oggi l’Iran ha 4 milioni e mezzo di studenti universitari. Quindi il contesto è favorevole a un’interazione costruttiva con altri Paesi, in particolare con l’Europa. Mi auguro che noi e gli altri Paesi possiamo beneficiare di tale occasione. Coglierla è nell’interesse di entrambe le parti, dell’Europa, dell’Iran e degli altri Paesi.

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