Rosetta ci rivelerà l'origine della vita

Rosetta ci rivelerà l'origine della vita
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Di Euronews
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L’attesa per Rosetta è estenuante.
Ha tre quarti d’ora di ritardo. Eppure qui a Damstadt sembrano un’eternità.

Quando finalmente la sonda dell’Agenzia spaziale europea saluta il mondo, si può tirare un sospiro di sollievo.

Ed è un sollievo di quelli che contano, visto che l’Esa in questo gioiellino ha investito più di un miliardo di euro, circa un terzo del suo bilancio annuale.

Lanciata nel 2004, Rosetta ha già percorso 5 miliardi di chilometri. Per circa due anni è stata messa in veglia per risparmiare energia, adesso riprenderà il suo viaggio.
La sua missione è difficilissima, ma se riesce cambierà la storia spaziale.
È diretta verso la cometa Churyumov-Gerasimenko, che dovrebbe raggiungere in agosto.

Rosetta sarà il primo veicolo ad osservare il nucleo di una cometa dalla distanza di appena 200 chilometri e sarà in grado di scoprire i segreti della nascita dei pianeti e dell’origine della vita.

Dopo alcuni mesi di osservazione, in novembre Rosetta invierà sulla cometa il lander Philae, che scenderà sulla cometa e perforerà il suolo con un macchinario italiano.

La cometa Churyumov potrebbe essere in grado di darci preziose informazioni, ha roteato per miliardi di anni nello spazio profondo senza che i raggi solari potessero cambiarla eccessivamente.

Poi Rosetta accompagnerà la cometa verso
il sole, al quale si avvicineranno nell’agosto 2015.

Rosetta continuerà a inviare segnali sulla terra fino al dicembre 2015.

Claudio Rosmino. Euronews

-Per approfondire l’importanza della missione Rosetta è in collegamento con noi da Darmstadt, in Germania, Paolo Ferri, responsabile delle operazioni di missione dell’agenzia spaziale europea
Professor Ferri, grazie per essere su euronews.
Possiamo dire che questa missione per le sue ambizioni scientifiche e la mancanza di precedenti è paragonabile al volo di Gagarin? .

Paolo Ferri, ESA:

“Sicuramente è paragonabile, nel senso che non ci sono precedenti, ma non ci sono uomini a bordo, è sicuramente una rivoluzione nel senso che nessuno è mai andato su una cometa e c‘è stato.
Ci sono stati vari passaggi e sorvoli di comete, ma arrivarci e starci è la cosa difficile.
Nessuno mai ha provato a atterrarci. È sicuramente una prima storica nel volo spaziale”.

- Il risveglio di Rosetta è stato un successo, ma questo è solo l’inizio. Quali sono le prossime tappe della missione che destano particolare preoccupazione?

“La prossima tappa critica, molto critica, è quella che chiamiamo manovra di “rendez vous”.
Adesso la sonda sta viaggiando a una differenza di velocità dalla cometa di circa un chilometro al secondo. Non possiamo continuare così dobbiamo arrivare a viaggiare più o meno alla stessa velocità della cometa per volarci intorno, questa manovra si eseguirà in maggio, è una manovra che durerà diversi giorno e deve funzionare. Se non funziona non arriviamo alla cometa.
Quando arriveremo alla cometa, non sarà un momento, ma sarà una fase, che durerà varie settimane, in cui dobbiamo imparare a volare di nuovo.

Già, .. . volare intorno o a una cometa: prima di tutto nessuno l’ha mai fatto, si tratta di un ambiente molto dinamico, non è come volare nello spazio come fanno i satelliti, in un ambiente tranquillo, c‘è solo l’energia gravitazionale dei pianeti e del sole e il resto è vuoto.
Si vola in un ambiente di gas, in un ambiente di polveri con un campo gravitazionale della cometa quasi inesistente, paragonabile alla radiazione della luce solare.

Infine la ricerca di un punto d’atterraggio, dobbiamo cartografare la superfice e, e l’atterraggio stesso non è facile. Si tratta di una fase che abbiamo pianificato ma è tutto da vedere come si farà”.

-Molti scienziati hanno paragonato quest’evento a un viaggio indietro nel tempo di 4,5 miliardi di anni: che cosa vi aspettate di scoprire?

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“Con rosetta arriviamo alla cometa e stiamo li per due anni. Seguiamo tutta l’evoluzione, o almeno una gran parte della vita di questa cometa che gira in circa sei anni e mezzo intorno al sole.

Arriviamo in un momento in cui la cometa è ancora poco attiva e seguiamo l’attività perché s’avvicina al sole e comincia a emettere sempre più gas, polveri. Poi con il lander atterriamo sulla cometa stessa.
Questo vuol dire che dopo rosetta, la scienza delle comete sarà completamente diversa. Si tratta di un passo da gigante per questo”.

-Professor Ferri, diversi suoi colleghi dell’ESA hanno descritto quel segnale di ritorno di Rosetta come la telefonata a casa di una figlio partito anni prima. Quali sono state e quali sono ancora le sue personali sensazioni legate a questa missione?

“Non vedere la sonda, voglio dire essere stati in contatto quasi permanente per anni, prima e dopo il lancio, e poi non vederla per due anni e mezzo, dà esattamente questa sensazione
Semplicemente sapere che non arriveranno segnali, o meglio che arriveranno in un dato momento – cioè ci si è messi d’accordo con questo figlio che chiamerà tra due anni e mezzo a quell’ora – anche il ritardo di 3 quarti d’ora che abbiamo avuto benché sapessimo che era ancora in una finestra nominale di un’ora, sono stati forse i tre quarti d’ora più lunghi della mia vita.

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