Iran: primo passo verso la stabilizzazione

Iran: primo passo verso la stabilizzazione
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Di Euronews
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Il 24 novembre a Ginevra, le sei grandi potenze mondiali e l’Iran hanno fatto un passo misurato anche se ambizioso.
L’obiettivo finale è mettere fine al braccio di ferro sul programma nucleare iraniano, braccio di ferro che dura da dieci anni.
La misura faro dell’accordo, la sospensione della produzione dell’uranio arricchito al 20%, è stata messa in atto da Teheran questo lunedì, come ha confermato l’Aiea.

Oltre all’arresto della produzione di uranio arricchito al 20%, l’accordo prevede la trasformazione dello stock d’uranio già arricchito e l’arresto dell’attività nella centrale di Natanz, Fordo e Arak.

In cambio, le potenze negoziatrici revocheranno le sanzioni, per sei mesi, per un totale di oltre 5 miliardi di euro.

Tra le altre misure, è prevista la revoca delle restrizioni alle esportazioni di petrolio e il Paese potrà riprendere a commerciare oro e metalli preziosi.

Per i prossimi sei mesi, le sanzioni graveranno comunque sull’Iran per circa 22 miliardi di euro, mentre gli averi iraniani all’esetro resteranno ancora congelati.

Per la revoca totale delle sanzioni, Teheran dovrebbe accettare restrizioni più importanti sulle sue attività nucleari. L’occidente chiede una riduzione drastica del numero di centrifughe, che dovrebbero passare da 19 mila a un massimo di 4000 e l’arresto definitivo della centrale di Fordo.

La fine dell’epoca delle sanzioni avrà un impatto importante nella vita dei singoli. L’economia si è fortemente deteriorata, l’inflazione è al 40% e la disoccupazione ha oltrepassato la soglia del 20%.

Il settore privato è fortemente ridimensionato si stima che operi al 50% delle sue potenzialità.

Nel primo giorno di applicazione dell’accordo a interim tra l’Iran e i 5+1, l’Iran ha intrapreso una serie di azioni tra cui lo stop all’arricchimento dell’uranio al 20%. Questo è considerato un passo importante per ristabilire la fiducia tra l’Iran e la comunità internazionale. Possiamo considerare questo passo una garanzia per mettere fine alla sfida sul nucleare iraniano?

Ne parliamo con Reza Taghizadeh, analista politico iraniano. Signor Taghizadeh, le ultime notizie riferiscono che l’Unione europea ha sospeso alcune delle sanzioni imposte all’Iran. Cosa ne pensa?

Reza Taghizadeh: Ci sono stati impegni da parte dell’Unione europea e degli Stati Uniti sull’Iran e le sue azioni. Con la sospensione dell’arricchimento dell’uranio al 20% nei siti di Fordo e Natanz, e anche in rapporto ad altri impegni accettati l’Iran, tra cui lo stop del reattore ad acqua pesante di Arak, anche l’Unione europea si è impegnata a sua volta. Questo alleggerimento delle sanzioni è stato approvato da Bruxelles. E’ un piccolo passo per l’Europa verso l’Iran, ma per l’Iran é un grande passo e un allontanamento da una fase che avrebbe potuto trasformare il Paese in una potenza militare. Quindi è un avanzamento importante per il Paese.

Euronews: Questa implementazione dell’accordo è un inizio promettente sia tecnicamente che politicamente?

Reza Taghizadeh: Senza dubbio. Sembra che entrambe le parti stiano volontariamente prendendo la direzione giusta. Sono stati fatti piccoli passi, ma i risultati possono essere importanti per la pace nella regione e per il disarmo nucleare nel resto del mondo.

Euronews: Ha parlato di pace nella regione. Quali sono i principali ostacoli nella finalizzazione dell’accordo e nel proseguimento dei negoziati?

Reza Taghizadeh: Il Governo iraniano è una piccola parte del Regime della Repubblica Islamica. I rami più radicali della Repubblica Islamica, in particolare quelli militari, e le file più estremiste del Parlamento, non sostegono l’accordo. Sono convinti che abbia il tempo contato. Nella regione L’Arabia Saudita e Israele sono contrari all’avanzamento dei negoziati dalla fase attuale a quella finale. Faranno tutto quanto è in loro potere quindi per fermare questo processo. In particolare in realzione ale decisioni degli Usa”.

Nel Congresso americano ci sono più oppositori che sostenitori di questo accordo ad interim. Questi fattori, a livello nazionale e internazionale, possono intralciare le trattative.
Sembra comunque che i governi di Obama e di Ruhani abbiano abbastanza sostegno internamente da poter intraprendere le misure necessarie per portare i negoziati a un secondo e decisivo livello, in modo da trasformare la crisi del nucleare in stabilità politica.

Euronews: Abbiamo parlato con Reza Taghizadeh, analista politico.

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