Il Premio Nobel Englert: tante sfide dopo la scoperta del "bosone"

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Il Premio Nobel per la Fisica di quest’anno è il più atteso: il riconoscimento andrà infatti ai due scienziati che hanno scoperto il “bosone di Higgs” o “particella di Dio”. Sono il belga Francois Englert e il britannico Peter Higgs. Una scoperta che dall’ipotesi scientifica è passata alla certezza grazie anche al lavoro degli scienziati del Cern di Ginevra. A euronews il Professor Englert spiega il lavoro svolto in questi anni, e il futuro della scienza.

Lise Pedersen, euronews:“Professore, ora Lei è paragonato ad Albert Einstein e a Pierre e Marie Curie. Cosa prova?”

Englert:“Prima di tutto, provo un certo senso di pudore, perché penso di non essere al livello di scienziati come Einstein, di non avere la sua intelligenza e la sua lungimiranza. Einstein è tra le pochissime persone, due o tre, che hanno cambiato la conoscenza del mondo in un modo che non ha eguali a nessuno. Detto questo, ricevere questo premio è ovviamente motivo di grande soddisfazione.”

euronews:“Ha ricevuto molti premi, alcuni importanti come il Nobel. Pensa che l’acceleratore di particelle avrebbe dovuto essere il terzo Nobel?

Englert:“Non faccio parte del comitato quindi non spetta me discutere dei meriti o dei demeriti di quello che è stato deciso di fare a proposito del Nobel. Chiaramente è stato deciso di premiare la scoperta teorica. Se è giusto o sbagliato, non lo decido io.”

euronews:“Ora grazie all’acceleratore di particelle, l’Europa ha tutti i mezzi per diventare un leader mondiale nel campo della ricerca scientifica, perfino davanti agli Stati Uniti?”

Englert:“Si assolutamente, almeno per quanto riguarda lo sviluppo della ricerca sperimentale delle particelle. Non posso affermare che sarà così a 360 gradi, ma è chiaro che il CERN attualmente è unico, non ha eguali nel mondo, è davvero il centro più avanzato nella ricerca sperimentale delle particelle elementari.”

euronews:“Il “bosone di Higgs” è stata definito come la più importante scoperta scientifica degli ultimi 50 anni. Ora che è stato trovato il pezzo mancante del “Modello Standard” il puzzle può dirsi completato; quali sono le sfide future per i ricercatori?”

Englert:“C‘è un punto che è forse ancora più importante, perché mette in discussione gli sviluppi fondamentali che la fisica deve affrontare se vuole avere una visione ancora più profonda nella ricerca di una conoscenza scientifica dell’universo. Questo punto si chiama energia oscura. Non si tratta della materia oscura, perchè è una sorta di campo che avvolge l’intero universo. In questa “energia” è racchiusa la spiegazione fenomenologica che Einstein aveva già trovato. Grazie ai postulati della meccanica quantistica è possibile una conoscenza approfondita di questo elemento, più precisamente grazie al rapporto della meccanica con la teoria della relatività generale, che poi è la legge della gravitazione dei corpi. Mi spiego meglio, in tutte le cose che ci circondano gli effetti gravitazionali quantistici sono anche trascurabili ma svolgono un ruolo fondamentale nella nascita dell’universo.”

euronews:“Senza la fisica quantistica, non ci sarebbe la fantascienza, non ci sarebbe Star Trek. Se non avesse avuto il coraggio di pubblicare l’articolo, non si sarebbe mai potuto dimostrare questa teoria. Quanta fantasia e creatività c‘è in quello che fa?”

Englert:“C‘è molta creatività. Penso che, in fondo, abbiamo bisogno di nuove idee, ma per creare nuove idee, se davvero lo si vuole fare, serve l’intuizione, è molto semplice. E l’intuizione è racchiusa in tutto ciô che nasce dagli esperimenti che sono stati fatti nel mondo. Nasce dall’inconscio o dal sub-inconscio, da ciò che è libero da costrizioni, diverso da tutto ciô che è governato dalle necessità quotidiane. E poi c‘è l’analisi che svolge un ruolo molto importante in quello che viene comunemente chiamato intuizione, ma, in realtà, è un fenomeno creativo. Penso che tutto questo sia fondamentale anche se è sostanzialmente diverso dalla creazione artistica. In qualche modo anche l’estetica, tuttavia, gioca un ruolo fondamentale.”

euronews:“Quando è stato pubblicato, l’articolo non ha suscitato grande interesse. Cosa vuole dire alle giovani generazioni di ricercatori?”

Englert:“Ma non ho un messaggio particolare da dare. Posso solo raccontare la mia sperienza, dal periodo in cui lavoravo con Brout, collega con il quale siamo arrivati a questa scoperta teorica. Prima ci occupavamo di altro. Lavoravamo su altre cose. Abbiamo sempre cercato di rilanciare l’ideale umanistico, anche se è più difficile in un mondo dove c‘è tanta conoscenza; non si può sapere tutto ma è ancora possibile avere idee, specialmente se si lavora con intelligenza, questo è quello che penso.I giovani all’inizio hanno poca esperienza, questo può essere un motivo di svantaggio ma anche di vantaggio perchè permette di non ripetere gli errori già commessi.”

euronews:“Il bosone di Higgs è stato chiamato anche “particella di Dio”. Quale sarebbe la parte di Dio in tutto questo?”

Englert: “Nessuna. Penso che Dio non abbia veramente nulla a che vedere in tutto questo. Non credo che abbia a che fare anche con molte altre questioni”.

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