Germania, tutti i punti dell'accordo della "Grande Coalizione"

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L’accordo tra conservatori e socialdemocratici sul programma di governo c‘è. Esulta Angela Merkel, a due mesi dalla vittoria alle elezioni senza maggioranza assoluta. Dopo 17 ore di negoziati è stata messa nero su bianco l’agenda dei prossimi 4 anni.

Il salario minimo fissato ad 8,50 euro l’ora sarà applicato a partire dal 2015, con alcune eccezioni in vista della piena entrata in vigore dal 2017 in tutta la Germania. La misura riguarda 5,6 milioni di lavoratori pagati meno di 8,50 euro, e permetterà a 1 milione di lavoratori poveri di non dover ricorrere ai sussidi. L’accordo limita inoltre la durata dei contratti a tempo determinato a 18 mesi, e ne equipara il salario a partire dal nono mese.

Riguardo alla parità uomo- donna, l’accordo obbliga le imprese quotate in borsa, di riservare il 30% dei posti alle donne nei consigli di amministrazione. L’età del pensionamento scende da 67 a 63 anni, per coloro che hanno già 45 anni di lavoro alle spalle.

Accolte le richieste dei conservatori, le tasse non saranno aumentate. L’accordo della “Grande Coalizione” prevede comunque di investire 23 miliardi di euro da qui al 2017, di cui 6 miliardi in scuole ed asili, ricerca ed infrastrutture.

Gli investimenti in infrastrutture e trasporti si concentreranno sul potenziamento delle principali vie di comunicazioni stradali, con l’introduzione del pedaggio autostradale a pagamento per i camion, che la Csu intende estendere alle vetture stranire, in contrasto con il diritto europeo.

In ambito energetico, l’accordo prevede di aumentare il ricorso alle energie rinnovabili, la cui produzione dall’attuale 25% dovrà attestarsi intorno al 40% nel 2025, aumentando ancora nel 2035. L’Spd è riuscito ad imporre l’introduzione della doppia nazionalità. I figli di genitori stranieri nati in Germania, potranno avere due passaporti. Una concessione al principale gruppo d’immigrati nel Paese, i turchi in Germania sono circa 3 milioni.

Il salario minimo sarà un bene per la Germania?

In Germania i vertici della CDU/CSU e i socialdemocratici hanno deciso di unirsi in coalizione. I punti comuni del programma politico sono la doppia cittadinanza, le pensioni e soprattutto il salario minimo a 8 euro e 50 l’ora. L’ultima parola spetta ora alla base socialdemoratica.

Sigrid Ulrich euronews: Kai Uwe Müller è esperto di problemi legati al mercato del lavoro all’istituto per la ricerca economica di Berlino. Signor Müller: è stata una buona scelta quella del salario minimo?

Kai Uwe Müller: Con l’ipotesi di coalizione si parla finalmente di salario minimo. Il dibattito in Germania è stato a lungo bloccato e ha condotto a grande incertezza. Personalmente non sono soddisfatto del salario a 8 euro e 50 l’ora.

euronews: Il salario minimo è uno dei temi più controversi del dibattito interno alla coalizione. Non è nemmeno sicuro che porti benefici a chi già guadagna poco. Potrebbe persino distruggere posti di lavoro. Cosa comporterà in termini di crescita economica?

KU Müller: Il salario minimo aiuterà chi ha già un lavoro perché guadagnerà di più. Perché il salario minimo migliora in positivo l’uguaglianza salariale. Con questo minimo però non si può escludere che ci sarà una perdita di posti di lavoro. Insomma questa misura potrebbe paradossalmente danneggiare quelli che dovrebbe aiutare. Ci sono dei rischi in certi ambiti come i servizi, la ristorazione o l’agricoltura.

euronews: Possiamo fare delle cifre?

KU Müller: Dai nostri calcoli potremmo quantificare da 100.000 a mezzo milione le persone interessate da queste misure, ma avere cifre precise è molto difficile.

euronews: Il mercato del lavoro tedesco era un modello vincente di flessibilità. Questi vantaggi potrebbero sparire adesso. Persino i sindacati temono questa invasione di campo della politica nell’economia. 8,50 euro è una cifra politica. Non si può nemmeno chiamare in causa la commissione di esperti. È stato intelligente legarsi a questa cifra?

Kai Uwe Müller: Sarebbe stato meglio andarci più cauti. Un aumento a 7 euro l’ora sarebbe stato più indicato. Si sarebbero potuti analizzare i risultati positivi e negativi e regolarsi di conseguenza.

euronews: “Lo SPD vuole il salario minimo e lo avrà”. Queste le parole di Angela Merkel. È stato come fare l’occhiolino ai paesi vicini?

KU Müller: Dal mio punto di vista si tratta soprattutto di un problema interno alla Germania e di un sistema di uguaglianza. Era la moivazione dello SPD in campagna elettorale e per questo la cifra assume un valore simbolico. Noi economisti però restiamo scettici perché i vantaggi economici non saranno paragonabili a quelli salariali.

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euronews: Secondo Lei la base dello SPD sarà d’accordo?

KU Müller: Io credo che la pressione sia forte per l’intera coalizione anche se alcuni simboli di questa politica siano a favore del bacino di voto socialdemocratico quindi credo che la base sarà d’accordo.

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