Scandalo fondi neri nel partito popolare spagnolo, la cronistoria

Scandalo fondi neri nel partito popolare spagnolo, la cronistoria
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Lo scandalo Barcenas continua a tormentare le notti dei dirigenti del partito popolare spagnolo. Dall’inizio dell’anno si susseguono le rivelazioni su un sistema di finanziamenti illeciti e pagamenti in nero a personalità di spicco nel partito, compreso l’attuale Premier Mariano Rajoy. L’ultimo scoop in ordine di tempo, i messaggi scambiati via cellulare tra Rajoy e Barcenas, in cui il Premier incoraggiava l’ex tesoriere, travolto dalla tempesta giudiziaria e mediatica.

Tutto nasce a gennaio, quando El Pais pubblica le fotocopie di documenti che dimostrerebbero un sistema di tangenti in funzione da vent’anni, con donazioni illegali al partito da parte di imprenditori, in cambio di appalti pubblici. Non solo: il quotidiano rivela pagamenti cash a molti dirigenti, tra cui 25mila euro all’anno per 11 anni all’attuale Premier Rajoy. Il tutto, accuratamente annotato da Luis Barcenas, per vent’anni tesoriere del partito, che fino a pochi giorni fa nega tutte le accuse, così come il resto del partito.

“Mi basta dire due parole: è falso”, questa la prima reazione ufficiale del Primo ministro, a febbraio, che spiega di non aver mai ricevuto né distribuito fondi neri, nel partito popolare né in nessun altro contesto.

Nonostante il passare dei mesi e l’allargarsi dello scandalo, il Premier, e presidente del partito, ha continuato ad evitare il confronto in Parlamento, ripetutamente richiesto dall’opposizione, così come ha schivato le domande dei giornalisti nelle tante apparizioni pubbliche.

“Mi accusano di cose false, l’ho già detto e lo ripeto. Oggi ho la stessa voglia, la stessa forza, lo stesso coraggio e la stessa determinazione del giorno del mio insediamento a capo del governo”.

Ma nel mese di luglio arriva una nuova ondata di rivelazioni, questa volta sulle pagine del giornale di centro-destra, El Mundo, che pubblica alcuni fogli, stavolta originali, dei quaderni della contabilità. Barcenas, nel frattempo, è in carcere, poiché si temono tentativi di fuga, e la detenzione preventiva ha l’effetto di spingerlo ad ammettere, poco per volta, l’autenticità e la parternità dei documenti incriminati, rendendo la posizione del partito sempre più difficile.
Ma, ancora una volta, poco dopo questi ultimi sviluppi, il Premier evita l’argomento.

“Tendiamo a parlare di cose spiacevoli, ma dobbiamo anche parlare di cose importanti e positive”.

Forse, continuerà a farlo ancora, anche davanti ai messaggi scritti di suo proprio pugno all’ex tesoriere e alla moglie, in cui li supportava con parole di incoraggiamento nei momenti più tesi dallo scoppio dello scandalo. Gli sms, pubblicati da El Mundo, dimostrano una relazione stretta e costante tra i due per lo meno fino allo scorso marzo.

Vincenç Batalla, euronews: Per comprendere meglio lo scandalo fondi neri scoppiato in Spagna è in collegamento con noi da Barcellona Antoni Gutiérrez-Rubi, consulente ed editorialista politico del quotidiano El Pais.

Il premier spagnolo Mariano Rajoy, continua a negare le accuse di finanziamenti illeciti dell’ex tesoriere del Partito Popolare, Luis Barcenas e persegue la strategia del silenzio. Dopo le ultime rivelazioni della stampa e la richiesta di dimissioni dell’opposizione, Rajoy è davvero in grado di continuare a governare?

Antoni Gutiérrez-Rubi: Non si sa ancora. La cosa certa, perché Rajoy lo ha detto durante la conferenza stampa con il primo ministro polacco sulla base delle rivelazioni di oggi e delle ultime settimane, è che questo caso minaccia la stabilità politica. Il premier Rajoy ha voluto ribadire che ci sono due impegni da non fallire, le riforme discusse con gli alleati europei e la tenuta della stabilità politica.

euronews: Sono ipotizzabili le dimissioni di Rajoy nei prossimi giorni o nelle prossime settimane?

Antoni Gutiérrez-Rubi: Da quello che abbiamo visto durante la conferenza stampa, lui crede ancora che resistere sia la vera forza di un leader politico. Ma tutti i giorni ci sono nuove rivelazioni giudiziarie che smentiscono le spiegazioni che il primo ministro diede a suo tempo. Questo sta minando la credibilità e la fiducia in Rajoy è la sensazione che il presidente del Consiglio non governerà ancora per molto.

euronews: Che conseguenza potrebbbe avere una mozione di sfiducia da parte dell’opposizione tenendo conto che i Popolari hanno la maggioranza assoluta? Si può spaccare il partito? C‘è un successore di Rajoy?

Antoni Gutiérrez-Rubi: La conseguenza immediata di una mozione di sfiducia sarebbe quella di costringere Rajoy ad affrontare il Parlamento. Una cosa che lui continua a voler evitare. Il primo vantaggio di una mozione di sfiducia è quello di costringere il presidente del Consiglio a dare spiegazioni. Il secondo è vedere se c‘è un’alternativa a Rajoy. Un’alternativa che può arrivare dall’opposizione, ma i socialisti non hanno abbastanza voti, o dallo stesso partito di governo che può proporre un candidato alternativo a Rajoy.

euronews: La corruzione è al secondo posto tra le preoccupazioni dei cittadini, dopo la disoccupazione. Se ci saranno altre rivelazioni sul caso, fino a che punto la società spagnola può tollerare?

Antoni Gutiérrez-Rubi: Il livello di tolleranza verso la corruzione in Spagna ha raggiunto il limite. Per questo credo che il presidente Rajoy sbagli nel pensare che il tempo risolverà i problemi e che bisogna aspettare che si abbassi la marea. Deve affrontare i casi di corruzione, eventuali denunce e quindi il processo. Tutto si riconduce alla sua persona. Il Presidente del Governo è la carica politica più importante della Spagna e tutto ciò che riguarda il presidente, tocca anche il governo e la nostra immagine internazionale.

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