Cameron: "Sì a un'opposizione moderata in Siria. La Ue va riformata, la lotta all'evasione fiscale è una priorità"

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Di Euronews
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La crisi siriana è a un punto di svolta. L’elevata evasione fiscale da parte delle grandi compagnie sembra essere endemica. Milioni di persone ogni giorno soffrono la fame. Nel frattempo la Gran Bretagna ospita il vertice del G8. Come affronterà questi argomenti il Primo Ministro David Cameron?.

Ali May, euronews:
E’ ingenuo pensare che le potenze occidentali possano identificare le forze ribelli moderate in Siria e garantire che gli aiuti militari non cadano nelle mani degli estremisti?

David Cameron:
“No, penso sia fondamentale lavorare assieme all’opposizione moderata in Siria, una coalizione nazionale che supporta una Siria democratica, che sostiene i diritti umani e vuole creare un paese aperto alle minoranze, come ad esempio quella dei cristiani. Dobbiamo lavorare con loro, aiutarli e dargli i giusti consigli. Se non lo faremo ci ritroveremo con un’opposizione in mano alle frange estremiste. Frange estremiste che io vorrei vedere fuori dalla Siria. Quindi credo sia molto importante lavorare con le persone giuste, altrimenti l’opposizione sarà lasciata in mano agli estremisti”.

euronews:
La Russia è contraria all’ipotesi di fornire armi ai ribelli. Cosa dirà al presidente Putin quando gli stringerà la mano al prossimo G8?

David Cameron:
“Di recente ho incontrato Putin a Sochi e abbiamo parlato in diverse occasioni. Abbiamo visioni diverse sulla questione, ma penso che alla fine tutti vogliamo la stessa cosa. Cioè una Siria in pace con gli stati confinanti, con un governo che rappresenti il popolo. Per arrivarci servono una conferenza di pace a cui far seguire una fase di transizione. Penso sia importante che tutti capiscano che il presidente Assad non può vincere facendo ricorso unicamente alla forza, ci deve essere un processo di transizione”.

euronews:
Una delle priorità del prossimo G8 sarà l’evasione fiscale

David Cameron:
“La mia priorità è combattere l’evasione fiscale, voglio essere chiaro su questo”

euronews:
La maggior parte dei principali paradisi fiscali sono territori britannici.

David Cameron:
“Prima di tutto questo non è vero. Le dipendenze della Corona Britannica e i Territori Britannici Oltremare hanno firmato degli accordi per lo scambio di informazioni fiscali e per fare luce su chi detiene effettivamente la proprietà delle società registrate in quei luoghi. Siamo su euronews, quindi mi preme dire che per anni in Europa non c‘è stato un adeguato scambio di informazioni fiscali, paesi come Austria e Lussemburgo hanno fatto blocco per anni a questa possibilità. Hanno smesso di opporsi solo quando ho messo tasse e trasparenza in cima all’agenda del G8, a cui ha fatto seguito una riunione del consiglio europeo in cui l’Europa ha deciso di agire. Questi paesi hanno rimosso i loro blocchi e oggi è finalmente possibile una adeguata cooperazione fiscale. Quindi è bene informarsi prima di puntare il dito contro qualcuno”.

euronews:
La Gran Bretagna ha perso miliardi di sterline a causa dell’evasione fiscale. Perché ha deciso di fare della lotta all’evasione una priorità proprio ora?

David Cameron:
“Penso sia il momento giusto per affrontare la questione e non solo per i paesi ricchi. Penso che lo debbano fare anche i paesi in via di sviluppo. Al contrario di molti paesi nel mondo, la Gran Bretagna ha tenuto fede alle sue promesse di aiutare i paesi più poveri. Abbiamo mantenuto le promesse, cosa che molti altri in Europa non hanno fatto e penso pertanto che questo ci dia il permesso di dire che è il momento giusto per un nuovo ordine del giorno. Dobbiamo assicurarci che le aziende paghino le tasse e fare in modo che ci sia massima trasparenza sui loro i pagamenti. Tutto questo aiuterebbe i paesi in via di sviluppo, particolarmente colpiti dall’evasione fiscale, ma sarebbe di grande aiuto anche per i paesi occidentali”.

euronews:
Come farà ad assicurarsi che le grandi multinazionali da lei così duramente criticate di recente paghino la loro giusta quota di tasse?

David Cameron:
“Sostanzialmente faremo due cose. La prima è assicurarsi che ci sia un efficace scambio di informazioni tra le autorità fiscali, questo è assolutamente vitale. La seconda è quella di creare un registro delle proprietà effettive in modo da poter vedere chi possiede ogni società. In questo modo, grazie allo scambio di informazioni e alla possibilità di vedere chi possiede effettivamente una compagnia, è molto più probabile che le aziende paghino le loro tasse in modo equo e giusto. Questi sono i due passi iniziali che possono fare una grande differenza”.

euronews:
Al G8 incontrerà Francois Hollande e Angel Merkel. Lei auspica legami più stretti all’interno del G8, ma è anche consapevole del fatto che l’Europa guarda con preoccupazione alla retorica anti Unione Europea così diffusa in Gran Bregagna. Come farà a conciliare questi due aspetti? Cosa dirà ai suoi colleghi europei quando le telecamere si spegneranno?

David Cameron:
“Ai miei colleghi europei dirò le stesse cose che dico ai cittadini britannici, cioè che vogliamo avere una buona cooperazione e dei buoni rapporti tra i paesi europei. Ma abbiamo bisogno di una riforma dell’Unione europea, perché la retorica contro la istituzioni europee non esiste solo in Gran Bretagna. Basterebbe ascoltare quello che dice la gente nelle strade di Madrid, di Parigi o di Atene per scoprire quello che pensa dell’Unione Europea. Non ne sono per niente soddisfatti”.

“L’Unione Europea non funziona correttamente in questo momento, dovrebbe essere più aperta e flessibile, abbiamo bisogno di essere più competitivi, di avere un minor numero di istruzioni da Bruxelles e una maggiore cooperazione tra gli stati. Non siamo i soli a pensarla così, è un punto di vista ampiamente condiviso in tutta Europa, la gente non è soddisfatta del modo in cui funzionano le istituzioni europee. Il mio programma è di attuare alcune riforme all’interno dell’Unione e poi chiedere in un referendum ai cittadini britannici se vogliono restare in un’Unione europea riformata oppure uscirne”.

“Credo che un’Unione riformata sarebbe nell’interesse della Gran Bretagna e l’ho detto chiaramente. E lo dirò anche ad Angela Merkel e Francois Hollande, che le telecamere siano accese o meno. In privato ripeto le stesse cose che dico in pubblico. Quello che è interessante è che molti in Europa riconoscono che è tempo di discuterne, è arrivato il momento di cambiare. Dobbiamo assicurarci che l’Europa funzioni correttamente”.

euronews:
Lei ha parlato degli aiuti ai paesi poveri. La popolazione dei paesi del G8 è di 900 milioni, più o meno lo stesso numero di persone che soffrono la fame nel mondo ogni giorno. C‘è la volontà di affrontare questo scandalo?

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David Cameron:
“Sì, credo che ci sia. Nel 2005 al G8 di Gleneagles il mondo fece un sacco di promesse a proposito degli aiuti a paesi poveri e alcune nazioni, come la Gran Bretagna, hanno mantenuto quelle promesse. In quell’occasione abbiamo promesso che ogni anno avremmo destinato lo 0.7% del nostro Prodotto Nazionale Lordo agli aiuti”.

“Abbiamo tenuto fede a questa promessa e il risultato è che ci sono milioni di bambini che hanno la possibilità di andare a scuola e che sono stati vaccinati. Inoltre c‘è una grande disponibilità di farmaci antiretrovirali. Tutte cose che non sarebbero successe se la Gran Bretagna non avvesse mantenuto le sue promesse”.

“Nel nostro paese ci sono persone molto generose che ogni anno danno dei soldi a enti di beneficenza. Ma in tutta onestà dobbiamo affrontare anche il cinismo e i dubbi di chi si chiede se questi aiuti vanno davvero alle persone giuste, se saranno sufficienti e se serviranno davvero a qualcosa. La risposta è che questi aiuti non sono sufficienti: per questo abbiamo bisogno che le compagnie paghino le loro tasse correttamente e di maggiore trasperenza sui contratti governativi, dobbiamo sapere dove finiscono quei soldi. Serve un giro di vite sulla corruzione”.

“Come ho detto in una riunione delle Nazioni Unite, le priorità devono essere il buon governo, lo Stato di diritto, l’assenza di corruzione e di conflitti, la presenza di diritti di proprietà. I paesi poveri hanno bisogno di questo, non possiamo più limitarci a mandargli degli aiuti”.

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