Francia: un anno di Hollande, il presidente normale delude

Francia: un anno di Hollande, il presidente normale delude
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François Hollande sotto il diluvio. L’immagine fa il giro del mondo. Era il giorno del suo insediamento come presidente della repubblica francese.
Uno scenario premonitore?

Un anno fa la sinistra francese festeggiava in piazza della Bastiglia Ci sono voluti 17 anni per espugnare l’Eliseo, a farlo François Hollande con uno slogan semplice: il cambiamento è adesso.

Frederic Dabi, Istituto Ifop: “Quando i francesi ascoltarono questo slogan, pensarono a un cambiamento nella vita di tutti i giorni. La soluzione di problemi microeconomici e sociali e finora ritengono di non aver avuto risposte”.

Un anno dopo, il capo di Stato hollande si trova alla guida di un Paese sull’orlo della recessione: la disoccupazione ha toccato i livelli record del 1997 e il 76% dei francesi si dice deluso dal presidente.

La perdita di posti di lavoro si è registrata in maniera massiccia nel settore dell’automobile. Non sono mancate le proteste.Violente.

L’estrema sinistra non risparmi critiche, alle quali il governo risponde promuovendo le azioni portate a ternmine finora.

Sul sito web di Matignon possiamo trovare la lista delle 60 promesse fatte dal presidente in campagna elettorale. 30 sono state portate a compimento in direzione del risparmio, dell’impiego, e per ridare slancio alle piccole medie imprese.

Più mediatizzato il provvedimento che legalizza il matrimonio gaye che ha avuto una forte eco anche oltre i confini francesi.

Una vittoria sociale per gli elettori della sinistra, fortemente criticata dall’opposzione che ha messo riunito più movimenti.

Un anno anche di scandali: come l’affaire Cahuzac. Le menzogne dell’ex ministro del Bilancio hanno allungato ombre scure sulla repubblica che doveva dare l’esempio, come diceva Hollande.

È oltre i confini nazionali che il presdiente dà il meglio di sé.
Prende le distanze da madame Merkel e in sede europea chiede a voce alta che si dia più spazio alla crescita .

In Mali, nel febbraio scorso, è stato accolto come un salvatore; l’intervento militare nel Paese africano ha riscosso il plauso dei francesi.

0:00 Laurent Joffrin. Editor, Le Nouvel Observateur

Laurent Joffrin è il direttore del settimanale francese Le Nouvel Observateur. Autore di libri di storia è uno degli analisti piû acuti della politica francese.
euronews l’ha incontrato per parlare con lui del primo anno di presidenza di Fraçois Hollande.

Giovanni Magi, euronews:
-Lei ha scritto che François Hollande ha vinto le elezioni grazie alla sua prudenza e alla sua freddezza. Prudenza che adesso è diventata un handicap. Perché?

Laurent Joffrin, direttore di “Le Nouvel Observateur”:

“Perché ci troviamo in una tempesta e in una tempesta bisogna reagire in maniera energiaca. François Hollande porta avanti una politica socialdemocratica di tutto rispetto, ha un suo programma di riforme, che cerca di attuare una dopo l’altra, senza drammatizzare. Ma così la gente non capisce che la situazione è drammatica, ed è una delle ragioni per cui Holande è impopolare.
Non perché faccia delle cose impopolari o che feriscano i sentimenti dei francesi ma perché dà l’impressione di un potere che non ha preso la misura delle cose.
È per questo ingiustamente attaccato, perché la sua politica non è malvagia, ma è il modo di presentarla che non va bene”.

-Il governo sarà in grado di recuperare o recupererà François Hollande con un rimpasto governativo?

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“Ritengo che in questo momento la squadra governativa sia troppo numerosa, ci sono troppi ministri che molti non conoscono, se non ci fossero sarebbe uguale.
Ci vorrebbero meno ministri con personalità più forti, con lo stesso premier, perché è difficile cambiare premier dopo appena un anno. Restano ancora 4 anni e non possiamo cambiarlo tutti gli anni.

Secondo punto: bisogna lanciare desso tutta una serie di riforme strutturali, in modo che gli effetti non arrivino troppo tardi e che si possa dire: la Francia ha deciso di fare riforme difficili e necessarie come la riforma delle pensioni, in cambio possiamo allentare un po’ la cintura dell’austerità”.

-Lei è uno storico della cosiddetta gauche caviar: lo scandalo Cahuzac, secondo lei, diventerà un capitolo importante della storia di questa sinistra?

“Ah, sicuro, la gache caviar è composta da persone per bene, ricche, di sinistra e che danno alla sinistra il proprio sostegno finanziario, sostenendo le classi meno abbienti. È questa la gauche caviar; negli ultimi anni sotto la spinta di quest’economia finanziaria ha speculato ed è rientrata nel giro della corruzione. Ritornando a Cahuzac, lui che doveva portare avanti una poltica di rigore si scopre avere un conto in Svizzera, elude quindi il fisco”. -Stando a alcuni sondaggi, se si andasse al voto oggi, Holande non arriverebbe al secondo turno. Nel 2017 ritiene possibile un ballottagio tra Nicolas Sarkozy et Marine Le Pen ?

“Non è impossibile, se la situazione, soprattutto quella sociale, non cambia e la disoccupazione aumenta.
Ma ci vogliono ancora 4 anni e qui facciamo della politique- fiction.
In tutta Europa ci sono partiti che remano contro il sistema e che vanno avanti. La sola cosa che può bloccare questo, a parte un miglioramento economico è una coalizione di sinistra per evitare quello che era accaduto con Jospen nel 2002”.

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