Minori e diritti violati: la scuola come riscatto sociale

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Dalla Spagna alla Filippine, passando per la Cina: l’istruzione contro la violenza e l’esclusione sociale di giovani vulnerabili e ai margini

Spagna: la crisi colpisce l’infanzia

Strette nella morsa delle misure di austerità, in Spagna molto famiglie non hanno le risorse economiche per fare studiare i propri figli. Sono 2.267.000 i bambini che vivono in Spagna sotto la soglia della povertà, pari al 27,2% della popolazione. Dati diffusi dall’Unicef che ha lanciato l’allarme insieme alla Croce Rossa. A Villatobas, una cittadina a sud di Madrid, vive Ismael, uno studente molto capace di 11 anni con il sogno di diventare un ingegnere aerospaziale. I suoi genitori stanno attraversando un periodo buio. Entrambi sono disoccupati, la banca ha sequestrato la loro casa e vivono con un assegno statale di 420 euro mensili. Soldi che non bastano per pagare le utenze domestiche e gli studi. A Madrid vive Luzmila Lòpez con sua figlia Vivian. Dopo aver perso il lavoro non è riuscita più a pagare il mutuo sulla casa. I problemi economici l’hanno costretta a far cambiare scuola a sua figlia, un cambiamento traumatico per Vivian. “Mi sono chiusa in me stessa”, racconta, “i miei voti si sono abbassati.”

http://sociedad.elpais.com/sociedad/2013/02/14/actualidad/1360873019_798508.html

http://www.20minutos.es/noticia/1617047/0/pobreza/ojos/ninos

Cina: giovani immigrati verso la laura

Il boom economico della Cina è stato possibile grazie all’enorme affluenza di lavoratori che dalle campagne sono immigrati nelle città. Sfruttati e discriminati, sono loro a svolgere spesso i lavori più pericolosi. Un progetto educativo corre in loro soccorso. Han Yunfei e Li Xinfeng sono due dei 7milioni di cinesi che sono immigrati a Pechino. Entrambi fino a dieci anni fa vivevano a Hebei, nel nord del Paese, e sono arrivati nella capitale per costruirsi una vita migliore. Sono state anche le loro mani a ‘edificare’ il miracolo economico cinese. La loro vita nella capitale è molto difficile. Derisi, sfruttati, sotto-pagati. Sono loro a svolgere i lavori più pericolosi, spesso in condizioni drammatiche senza assistenza sanitaria e senza possibilità di accedere ad un’istruzione di livello superiore. Il sistema sanitario offre la copertura assicurativa delle spese solo al 40% della popolazione trascinando nella povertà migliaia di famiglie, molte immigrate. L’istruzione secondaria non è accessibile a tutti, l’università gratuita è stata abolita nel 1985. Per questo a Pechino è nato il primo progetto che offre sostegno agli studenti lavoratori immigrati per aiutarli a progredire negli studi e accedere all’università. “Studiando”, racconta Han Yunfei, uno dei 140 immigrati cinesi che frequenta questi corsi, “potrò realizzare il mio sogno ed entrare all’università. Se non ce la faremo, resteremo per sempre degli immigrati discriminati e derisi.” Alla fine del corso, oltre al diploma, Han Yunfei e i suoi colleghi avranno in mano in loro futuro.

Filippine: fuori dal tunnel della violenza

La tratta degli esseri umani è in crescita nelle Filippine e molte minorenni subiscono violenze sessuali. Il governo ha dichiarato guerra allo sfruttamento della prostituzione minorile. Un gruppo di associazioni non governative offre un’opportunità di studio alle vittime. L’inferno per Sheila (nome di fantasia) è cominciato quando aveva nove anni tra le mura domestiche dove ha subito abusi sessuali da suo padre. A 12 anni è stata costretta a prostituirsi, sfruttata da altri. Non è mai andata a scuola. Per anni Sheila ha venduto il suo corpo. Fino alla notte in cui è stata notata con un uomo straniero da un gruppo di persone che ha chiamato la polizia. Da quel momento Sheila è stata accolta nella “Casa del rifugio” di Cebu. Qui, insieme ad altre dieci giovani vittime di abusi, sta studiando e tornando a sperare nel suo futuro. La “Casa del rifugio” è la prima a proporre un programma educativo individuale. Le ragazze studiano seguendo un percorso scolastico pensato per ognuna di loro. Nelle Filippine la prostituzione minorile è una vera piaga sociale e culturale. Sono 60mila i bambini coinvolti nel racket della prostituzione, spesso con la complicità delle loro famiglie.

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