Cameron: un referendum sull'UE entro il 2017

Cameron: un referendum sull'UE entro il 2017
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Di Euronews
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Il primo ministro britannico David Cameron ha proposto un referendum sull’adesione della Gran Bretagna all’Unione Europea entro la fine del 2017.
La Gran Bretagna – ha dichiarato -vuole restare nel cuore dell’Unione ma vorrebbe anche rinegoziare regole che considera troppo restrittive.

David Cameron, primo ministro britannico:
“Oggi il malcontento dell’opinione pubblica nei confronti dell’Unione europea è al suo massimo. Ci sono diverse ragioni per questo. La gente pensa che l’Unione europea stia andando in una direzione che non ha mai sottoscritto.
La gente ritiene che ci siano interferenze nella nostra vita di rigole considerate- non neccessarie. E ci si chiede a che pro”

Se il suo partito conservatore vincerà le prossime elezioni nel 2015, il premier britannico Cameron ha annunciato che il suo prossimo governo negozierà una nuova relazione con l’Unione europea, basata su un unico punto: “Sarà una relazione basata sul mercato unico- ha detto-.“E quando avremo rinegoziato questo accordo con l’Unione europea, daremo ai britannici la possibilità di esprimersi in un referendum. Per restare nell’Unione europea secondo questi nuovi termini oppure uscire. Sarà un referendum per stare dentro o fuori”.

Le reazioni dei politici britannici al discorso del premier britannico David Cameron sono state positive. Euronews ha intervistato Nigel Farage, leader del partito per l’indipendenza UKIP, noto per la sua visione anti-europea.

Euronews: “Signor Farage, David Cameron ha promesso un referendum sull’Unione europea, è quello che lei ha sempre voluto. E’ soddisfatto ora?”

N. Farage: “Si, l’agenda della politica britannnica è cambiata oggi e possiamo parlare apertamente della prospettiva di lasciare l’Unione europea. Per anni mi sono battuto per questo. almeno ora sono soddisfatto. Ma il problema è che in effetti quel che ha fatto Cameron è di posticipare la questione per altri cinque anni. Se vincerà le elezioni, ci sarà un negoziato con l’Unione europea, tra cinque anni potremmo allora votare e non è un bene”.

Euronews: “Perchè no?”

N.Farage: “Voglio un referendum ora. Sono stanco di pagare 50 milioni di sterline al giorno a questa organizzazione. Sono preoccupato di dover aprire completamente i nostri confini alla Bulgaria e alla Romania, l’anno prossimo. Visto che in un quadro di economia globale non possiamo fare i nostri accordi commerciali da soli con il resto del mondo, ho l’impressione che questo ci riporti indietro. Quindi voglio che questo nodo venga al pettine ora.
Penso che dovremmo avere un referendum prima delle prossime elezioni generali”.

Euronews: “Ma non è possibile negoziare in una notte le questioni che Cameron vuole aprire con l’Unione europea. Bisogna negoziare e vedere tutte le possibilità”.

N. Farage: “E’ semplice. Se sei un membro dell’Unione europea, allora non governi il tuo stesso paese. Circa il 75% delle nostre leggi sono prodotte dalle istituzioni dell’Unione europea. La piu’ alta corte, non è la Corte Suprema, ma la Corte di Giustizia Europea. Non si puo’ controllare i confini se si è un membro dell’Unione europea, perché bisogna dare pieno accesso ai paesi poveri dell’Europa dell’est. Fondamentalmente questa è una questione di democrazia e di indipendenza del governo.

Euronews: “Ma la Gran Bretagna ha bisogno di essere al centro dell’Europa per ottenere alcuni vantaggi. Abbandonare l’Unione europea costerebbe una fortuna alla Gran Bretagna”.

N.Farage: “Non otteniamo alcun vantaggio economico dall’ adesione all’UE. Abbiamo solo troppe regole dannose per le nostre priccole imprese. Abbiamo una agenda sul cambiamento climatico quasi folle, che sta portando le nostre industrie manifatturiere fuori la Gran Bretagna, in India. E in cambio di tutto cio’, per il fatto di essere un grande importatore da parte dell’Unione europea, ci viene chiesto di pagare 50 milioni di sterline al giorno. Non vedo un solo fattore economico positivo dovuto all’adesione della Gran Bretagna a questa Unione.

Euronews: “Ma il 50 percento delle esportazioni britanniche sono verso paesi dell’Unione europea..”.

N.Farage: “Tale percentuale è in calo ogni anno che passa. L’Unione europea è affetta da sclerosi, sta invecchiando. E’ bloccata da una crisi della zona euro che può andare avanti ancora per una decina di anni. Credo che 40 anni fà abbiamo fatto un grande errore. Non mi fraintenda. Io non sono un anti-europeo. Voglio relazioni commerciali con l’Europa, voglio che collaboriamo con l’Europa.
Ci troveremo d’accordo su standard comuni sensibili. Ma dobbiamo farlo come stato-nazione e non trasferire poteri ad organi non eletti come la Commissione europea”.

Euronews ha intervistato anche Richard Corbett, uno dei principali consulenti di Herman Van Rompuy, il presidente del Consiglio europeo.

Euronews: “L’Unione europea conosce i punti su cui Cameron vorrebbe rinegoziare?”

R.Corbett: “L’Unione europea non è certamente a conoscenza di ciò che un futuro governo britannico potrebbe mettere sul tavolo. David Cameron non è entrato nei dettagli di quello che spera di mettere sul tavolo se dovesse essere rieletto.”

Euronews: “Mi sembra che il signor Cameron voglia la botte piena e la moglie ubriaca. E’ possibile per un singolo membro far parte dell’Unione europea in alcune aree e non in altre?”

Corbett: “No, come regola generale. Ci sono state occasioni in passato in cui l’UE ha avviato nuove aree di cooperazione, come la moneta unica o come la zona di libera circolazione di Schengen. All’inizio non tutti gli Stati membri hanno partecipato. Ma fino ad ora non abbiamo avuto casi in cui gli stati membri hanno deciso di ritirarsi da campi di cooperazione esistenti. Sarebbe qualcosa di completamente nuovo”.

Euronews: “Quindi, in questo caso, se i britannici votassero contro l’adesione all’unione europea, come rimarrebbe il Regno Unito e come resterebbe l’Unione europea?”

Corbett: “Se i britannici votassero per abbandonare l’Unione europea, il Regno Unito rimarrebbe isolato, tagliato fuori dai suoi principali mercati di esportazione; tagliato fuori dai paesi limitrofi con i quali ha lavorato per diversi decenni, in un quadro comune definito per far lavorare insieme i paesi europei.
L’UE perderebbe un importante uno Stato membro. Come il presidente Van Rompuy ha detto il mese scorso, “sarebbe come vedere un amico allontanarsi nel deserto”.

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