Russia, parla Sergei Lavrov

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Il conflitto in Siria, la cooperazione con l’Unione Europea alla vigilia del summit di Bruxelles e i rapporti tesi con gli Stati Uniti dopo la risposta del parlamento russo al ‘Magnistki act’, con misure come il divieto di adozioni di bambini russi da parte di statunitensi. Di questi temi a Euronews parla il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.

Alexander Shashkov – Euronews: Quale tema considerate più importante tra quelli al centro del summit Unione Europea-Russia?

Sergei Lavrov: “Il dialogo sull’energia è da sempre l’asse portante della cooperazione con l’Unione Europea. Ci troviamo in una fase avanzata che riguarda diversi aspetti della sicurezza energetica. ll gasdotto Nord-Stream è già operativo con due linee e c‘è la possibilità di farne delle supplementari. Sono partiti i lavori per la realizzazione del gasdotto South-Stream che è stato già dichiarato un progetto di importanza nazionale da diversi Paesi comunitari. L’obiettivo che si vuole raggiungere è la maggiore sicurezza energetica di tutto il Continente europeo.

Alexander Shashkov – Euronews: Si discuterà, quindi, soprattutto di questioni economiche?

Sergei Lavrov: “Affronteremo anche il tema, certamente più ampio, della ratifica di un nuovo accordo di libero scambio tra Unione Europea e Russia. Attualmente non possiamo fare passi in avanti perché dobbiamo rispettare le norme che regolano la nostra adesione all’Organizzazione mondiale del commercio. Nel futuro, come il presidente Putin ha gia dichiarato piu volte, vogliamo creare una zona di libero scambio o mettere in campo altre forme di integrazione avanzata. Il Presidente ha persino proposto la creazione di uno unico spazio dall’Atlantico al Pacifico per la libera circolazione di merci e uomini. Un altro possibile piano di cooperazione è la politica internazionale, soprattutto nella risoluzione delle crisi.”

Alexander Shashkov – Euronews: In questo momento tutti gli occhi sono puntati sulla Siria. La posizione russa e quella europea coincidono? Come sono cambiate dopo l’unificazione dell’opposizione e il suo riconoscimento da parte di Francia, Stati Uniti…

Sergei Lavrov: “In questo momento la cosa migliore da fare è chiedere a entrambe le parti di mettere fine alle violenze e aprire i negoziati senza condizioni preliminari. Questa è la nostra posizione dall’inizio del conflitto, noi lavoriamo sia col regime sia con i gruppi dell’opposizione, senza eccezione. Diciamo le stesse cose a entrambi: pensare al popolo, al Paese, e trovare un accordo sul cessate il fuoco, sedersi al tavolo dei negoziati e nominare delle delegazioni alla guida delle trattative. Diciamo loro di mettersi d’accordo su un meccanismo di transizione dal vecchio a un nuovo sistema, più democratico e aperto. I nostri partner occidentali, purtroppo, puntano esclusivamente sulla vittoria dell’opposizione, dicono che solo quando Assad se ne andrà sarà possibile aprire i negoziati. Ma bisogna scegliere le priorità: se si vogliono salvare le vite umane allora è necessario sedersi al tavolo dei negoziati senza pre-condizioni. Se la priorità è rovesciare Assad, bisogna essere consapevoli che ci vorrà ancora del tempo e che ci saranno ancora tante vittime tra i civili. Tutti sanno che la resa di Assad non dipende dalla Russia, come a volte si vuole far credere. Dicono che basta che la Russia lo voglia perchè Assad se ne vada, ma questi sono tentantivi di pura provocazione, sono mezzucci.”

Alexander Shashkov – Euronews:
Ma voi prendete in considerazione la possibilità di una vittoria dell’opposizione e una fuga di Assad?

Sergei Lavrov: “In questa guerra non ci saranno dei vincitori, solo una reciproca distruzione. Stanno accadendo cose terribili nel campo profughi palestinese. Stanno cercando di coinvolgere i palestinesi nel conflitto, ma il popolo è diviso: una parte appoggia il regime, un’altra l’opposizione e all’interno di quest’ultima c‘è chi appoggia un gruppo di ribelli, chi un altro ancora. Questo è un imbuto che risucchia sempre di più altri strati della popolazione, compresi ora i rifugiati palestinesi. Lo ripeto, in questa guerra non ci saranno dei vincitori, e tutti ne sono perfettamente consapevoli. Anche chi dice che non bisogna parlare con Assad è in un vicolo cieco e non sa come uscirne. Una guerra di logoramento? La storia ci fornisce diversi esempi, ma non hanno portato a nulla di buono.”

Alexander Shashkov – Euronews: La Russia è pronta a riconoscere l’opposizione siriana unita?

Sergei Lavrov: “Non è importante riconoscere chicchessia, noi discutiamo senza nessuna eccezione con tutti i gruppi dell’opposizione siriana che rappresentano questa o quella corrente. Allo stesso modo, siamo pronti a lavorare con la Coalizione Nazionale Siriana o con tutte quelle configurazioni che appariranno nella scena politica dalla parte dell’opposizione. La cosa importante non è il riconoscimento, ma spingere tutti ad andare nella stessa direzione. Riconoscere un gruppo puntando su esso con finanziamenti, armi o sostenendolo politicamente e moralmente, sarebbe solo un intrusione nel conflitto al fianco di una delle parti.”

Alexander Shashkov – Euronews: “Ancora una domanda di attualità che riguarda i rapporti tra Russia e Occidente. La Duma sta per approvare la cosiddetta ‘legge anti Magnitsky’, una risposta all’adozione negli Usa del Magnitsky Act. Lei, come ministro degli Esteri, è stato consultato?”

Sergei Lavrov: “Ritengo del tutto normale che i nostri deputati adottino delle misure di risposta. Queste non vanno intese come un’ingerenza negli affari interni degli Stati Uniti. Sono, invece, una risposta a questioni concrete sulle quali la giustizia americana ha gia emesso delle sentenze, come quella sull’assoluzione o libertà vigilata per i cittadini statunitensi che uccidono, compiono atti di violenza e torture contro i bambini russi adottati.”

Alexander Shashkov – Euronews: Che cosa significa, che ci sarà il divieto assoluto per i cittadini statunitensi di adottare bambini russi adesso che i deputati stanno interpretando la legge in un senso piu ampio?

Sergei Lavrov: “Se blocchiamo le adozioni, tecnicamente abbiamo una sola via: denunciare l’accordo sulle adozioni internazionali con gli Stati Uniti. E se lo denunciamo, non avremo più la possibilità di chiedere legalmente l’accesso ai nostri bambini all’estero. Già questa sarebbe una buona ragione per non andare così lontano, nella reazione.”

Alexander Shashkov – Euronews: Quale sarà la reazione della Russia se un Paese dell’Unione europea adotterà la legge Magnitsky?

Sergei Lavrov: “Anche qui si tratta di fare una scelta, come per la Siria bisogna capire quali sono le priorità: Salvare le vite umane o rovesciare il regime? In questo caso, se l’obiettivo è quello di ottenere miglioramenti tangibili nel campo dei diritti umani, lavoriamo in silenzio e in modo efficace, senza fare rumore. Se l’obiettivo è solo quello di fare rumore, basta seplicemente dirlo: Voglio solo fare rumore, non voglio raggiungere nessun risultato.”

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