Grecia: Natale e 2013 di nuovi sacrifici

Grecia: Natale e 2013 di nuovi sacrifici
Di Euronews
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Anche durante le feste, i negozi restano vuoti: fotografia della crisi economica di Atene che si prepara a dire addio al 2012 ma non alla recessione.

Sarà un altro anno di sacrifici imposti dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale in cambio del nuovo prestito deciso per salvare il Paese dal tracollo.

L’intesa sugli aiuti alla Grecia è stata raggiunta al termine del summit di metà dicembre a Bruxelles che ha riunito i capi di Stato e di governo europei.

Archiviata l’ipotesi di un’uscita del Paese dall’Euro. il premier si mostra ottimista: “Le cose sembrano andare bene – dice Samaras. La riuscita della Grecia significa anche la riuscita dell’Europa.”

L’Eurogruppo ha approvato contributi complessivi per 52,5 miliardi di euro. In campio il Paese deve aumentare di 2,5 miliardi di euro l’imposta sul reddito nel periodo 2013-2014. Una cifra che si traduce in un inasprimento del sistema fiscale per la classe media.

L’aliquota d’imposta sui redditi annuali è stata ridotta da 8 a 3 e va dal 22% per i redditi fino a 25.000 euro, fino a un massimo del 42% per chi supera i 42.000 euro annui.

Il tasso sugli utili per le imprese salirà dal 20% al 26% mentre l’imposta sui dividendi scenderà dal 25% al ​​10%.

La pressione fiscale che grava sulle famiglie segnerà un rincaro, pari, ad esempio, a 830 euro all’anno per una coppia con tre figli e un reddito dichiarato di 25.000 euro.

“Il prestito – dice Anastasia Thoma, economista -sarà di aiuto ma solo nel breve termine, non nel lungo. Il nostro Paese ha bisogno di fare radicali cambiamenti perchè ci sia una ripresa vera e propria.”

Atene deve fare i conti anche con i dati sul mercato del lavoro interno. Nel terzo trimestre 2012 il tasso di disoccupazione ha segnato un nuovo record, collocandosi al 24,8%. Numeri diffusi dall’Ufficio di statistica del Paese, secondo il quale più della metà dei giovani tra i 15 e 24 anni è senza occupazione.

Dopo la decisione dell’Eurogruppo, è il governo greco a dover mettere in atto le riforme necessarie
per un risanamento economico sostenibile.

Grecia: pagano tutti?

Un nuovo periodo di rigore attende la Grecia, con un inasprimento del sistema fiscale. Sacrifici per tutti o solo per la classe media? Stamatis Giannisis di Euronews lo ha chiesto a George Pagoulatos, docente presso l’Università di Economia di Atene.

Stamatis Giannisis: Professore, il nuovo inasprimento del sistema fiscale è equo o ancora una volta graverà solo sugli impiegati dei settori pubblico e privato?

George Pagoulatos: “Il problema, in effetti, è che i cittadini onesti saranno quelli che faranno gli sforzi maggiori per incrementare le casse statali. Questo è sia controproducente che socialmente ingiusto. E’ importante che il governo greco si concentri su quei gruppi della popolazione che sistematicamente evadono le tasse: non solo quelli con i redditi piu elevati ma anche le piccole e medie imprese e i lavoratori autonomi.”

Stamatis Giannisis: Nonostante gli sforzi fatti, nessun governo greco è riuscito a contrastere in maniera efficace l’evasione fiscale. Perchè?

George Pagoulatos: “In verità, negli ultimi due anni le misure per combattere l’evasione fiscale sono state le più puntuali e sistematiche degli ultimi decenni. Questo tipo di intervento richiede tempo perché non riguarda solo la riforma fiscale, ma presuppone, inoltre, la riorganizzazione dell’Agenzia delle Entrate e ancora prima richiede un cambio di mentalità di una grande parte della società greca, che non è abituata a pagare le tasse. Un altro problema è la lentezza dei procedimenti giudiziari per evasione fiscale. Sono tuttavia ottimista, penso che la riforme in campo porteranno i loro frutti, anche se ancora non si vedono.

Stamatis Giannisis: L’Eurogruppo ha concesso l’ultima attesa tranche di prestiti. Questo renderà meno probabile in un prossimo futuro la possibilità di una crisi economica e politica?

George Pagoulatos: “Ci sono alcuni nuovi fatti, a partire dall’iniezione di denaro contante e dalla ricapitalizzazione del sistema bancario, questo permetterà alle banche di erogare soldi con
più facilità. Un altro elemento rassicurante è l’impegno dichiarato dai membri dell’Eurozona di ridurre le possibilità di un’uscita della Grecia dall’Euro. Questo pericolo, come ricorderete, ha avuto un effetto paralizzante per l’intero processo economico greco e ha riguardato l’afflusso di capitali, risparmi e investimenti. C‘è una paura sproporzionata, il 75% dei greci vuole l’Euro. Ora che questa paura è stata allontanata, il Paese ha la possibilità di vivere una nuova fase di stabilità e tornare ad attrarre investimenti stranieri.”

Stamatis Giannisis: Il 2013 sarà il settimo anno consecutivo di recessione per la Grecia. Ci sono segnali che fanno sperare in una ripresa economica per la fine del prossimo anno anche attraverso significativi investimenti?

George Pagoulatos: “Come ho detto, il primo dato è il ritorno alla stabilità economica greca. Il secondo è la diminuzione del rischio di un’uscita dall’euro, un fattore che alcune persone avevano preso in considerazione. La Grecia è in grado di attrarre ora potenziali investitori, ha recuperato gran parte della competitività perduta. E’ un paese che ha molte opportunità economiche da offrire, legate anche a un ampio programma di vendita di azioni di imprese statali.

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