Presidenziali, Eleanor Holmes Norton: "Il razzismo è presente"

Presidenziali, Eleanor Holmes Norton: "Il razzismo è presente"
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Di Euronews
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L’elezione del primo presidente afroamericano alla Casa Bianca ha segnato la storia degli Stati Uniti.

Quattro anni piu’ tardi, l’argomento della razza non dovrebbe essere altro che un ricordo ma in realtà continua ad essere un tema attuale.

Euronews ha incontrato la deputata democratica al Congresso e storica attivista per i diritti civili Eleanor Holmes Norton.

Per lei il tema razziale è ancora presente, ma nascosto dall’imperativo del politically correct .

Eleanor Holmes Norton: “Sarà difficile individuare il pregiudizio razziale che contamina i bianchi d’America, ma credo sia assolutamente presente. E`molto irrispettoso essere razzisti in America oggi, anche se lqualcuno lo è. Percio’ è molto difficile da identificare”.

Stando a una ricerca AP/Ipsos condotta giusto prima dell’elezione del 2008, Obama abvebbe vinto con sei punti in piu’ se fosse stato bianco.

Eleanor Holmes Norton: “Nessun presidente democratico da Jimmy Carter in poi ha ottenuto la maggioranza del voto bianco. Quindi, se questo vale per i bianchi che corrono per la Casa Bianca, figuriamoci quanto sia ancora più vero per il primo uomo di colore eletto presidente”

Statistiche aggiornate dell’Ufficio americano dei Censimenti mostrano che per la prima volta il numero delle nascite tra le minoranze etniche americane è piu’ alto di quello dei neonati bianchi.

Significa che se i bianchi sono ancora la maggioranza della popolazione americana, saranno presto sorpassati, un’evoluzione demografica che avrà ripercussioni sociali e politiche.

Eleanor Holmes Norton: “In un futuro assai prossimo questo paese sarà composto in maggioranza da gente di colore. Ci sono persone, certamente quelle di una certa generazione, per le quali questa è assolutamente una minaccia. E il Presidente è associato alle svolte della società moderna”.

Per la Norton, il fatto che le origini di Obama siano continuamente richiamate da esponenti ultraconservatori dei Repubblicani la dice lunga in proposito: “Dicono: un nero – un nero, il che è già abbastanza brutto da dire- un nero il cui padre viene dall’Africa, ma per favore…. Dicono: non vogliamo quest’uomo, chiunque egli sia. E’ qualcosa che non direbbero mai fuori dalle quattro pareti di casa. Ma è troppo evidente, per me, per far finta di niente.”

Insieme con la razza, la religione ha svolto a lungo un ruolo importante nella politica degli Stati Uniti. Mentre molti osservatori ritengono sia una manifestazione dell’eccezione americana, la Norton indaga questo fenomeno: “E’ importare notare che la religione è stata oggetto di politicizzazione per almeno 20 anni. La maggior parte dei candidati dichiara qual è la propria religione – e a chi interessa?- ma perchè lo fa? perchè sperano che dica qualcosa riguardo i propri valori di riferimento, il che porta consenso. Anche il Presidente ha parlato del suo essere Cristiano”.

La diversità dei gruppi religiosi in America si riflette, tra l’altro, sulla questione dell’aborto.
Più di 35 anni dopo che la Corte Suprema ha concesso a una donna il diritto ad abortire, il tema continua a essere di primo piano nella vita politica americana.

Eleanor Holmes Norton: “Prendi il tema controverso dell’aborto. Rispettiamo coloro che per ragioni di coscienza si oppongono all’aborto. Molti di noi non vogliono avere niente a che fare con queste persone che vorrebbero tradurre questo sentimento in legge e sottomettere i nostri credo ai propri. Questo non è esattamente quello che vuole una società libera che rispetta la religione ma cerca di tenerla fuori dalla vita pubblica.”

Mentre alcuni attivisti dei diritti civili riconoscono i progressi compiuti, altri sostengono che c‘è ancora molta strada da fare per compensare il divario economico profondo e crescente tra i diversi gruppi etnici americani.

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