Lance Armstrong: la caduta degli dei

Lance Armstrong: la caduta degli dei
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Di Euronews
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Estate 2012. Lance Armstrong partecipa a una gara amatoriale di triathlon. Non sa ancora cosa lo aspetta. Il 24 agosto l’Usada, l’agenzia anti-doping americana, lo squalifica a vita e gli toglie tutti i successi ottenuti dal 1998 in poi, compresi i sette Tour de France. Schiaccianti le accuse: uso di sostanze dopanti.

Tutto comincia con la prima vittoria al Tour de France, nel 1999. Armstrong ha 28 anni. Ha appena vinto il cancro. Dopo massicce cure, decide di consacrare la sua carriera solo alla competizione ciclistica più importante di Francia. Nasce un mito, che Armstrong saprà come sfruttare; ma che oggi rischia di crollare.

“Festeggiamo il Tour de France! È fantastico! Ma festeggiamo anche la mia vittoria contro il cancro!” dichiarava il campione esultando.

Nelle gare a cronometro è imbattibile. Nelle tappe di montagna la sua potenza è sorprendente. Vince per sette volte consecutive il Tour con il team Us Postal Service. Poi, nel 2005, i primi dubbi. Prima di allora l’America impazziva per lui e gli sponsor si contendevano la sua immagine.

Ma nel 2005 niente poteva essere provato. Oggi, il rapporto di 1000 pagine dell’USADA analizza nei dettagli il sistema messo in atto dall’eroe del ciclismo.

Uso di sostanze proibite, tra cui EPO e testosterone, ma anche traffico e incitamento all’uso di prodotti dopanti. A orchestrare il tutto, maneggiando cifre astronomiche, il medico Michele Ferrari, che però non è l’unico a cospirare contro l’idolo di milioni di tifosi.

Perché ci sono anche le testimonianze di 15 compagni di squadra a inchiodare Armstrong. Tra loro, Floyd Landis e George Hincapie. Raccontano che Armstrong teneva i prodotti in frigorifero e spingeva i compagni di squadra ad assumerli.

Accuse che potrebbero mandare in prigione Lance Armstrong; che sotto giuramento ha professato la sua innocenza davanti a un giudice federale; ma che ha anche rinunciato ufficialmente a difendersi. E ora, forse, l’ex campione dovrà restituire il denaro guadagnato grazie alle vittorie: circa 3 milioni di euro. Oltre al danno anche la beffa.

Philippe Mathieu, euronews:
“Professor Michel Rieu, lei ha scritto un rapporto che s’intitola: “La lotta contro il doping : una sfida della sanità pubblica” presentato nel maggio scorso all’Accademia della Medicina francese. E’ sorpreso dell’accusa lanciata contro Armstrong dall’USADA, l’agenzia americana antidoping?”

Michel Rieu, esperto anti-doping:
“No, non particolarmente. Da anni circolavano indiscrezioni nel mondo dello sport. Nel giugno scorso l’USADA ha inviato una notifica ad Armstrong, Brunel e al dott. Ferrari. La notizia di ieri ha fatto molto rumore, ma ha semplicemente confermato la notifica di giugno”.

euronews:
“Ufficialmente Armstrong non è mai risultato positivo. Come è possibile che un campione del calibro sia riuscito a sfuggire ad ogni controllo?”

Michel Rieu:
“Guardi, è molto semplice. Innanzi tutto non dimentichi che il suo obiettivo principale era il Tour de France. Non dimentichi che nel 1999 e nel 2000 non esisteva il controllo dell’Epo. Il test dell’Epo è apparsa solo nel 2001. Tra il 2002 e il 2005, inoltre, le omotrasfusioni, cioè le trasfusioni tra soggetti compatibili, non erano controllate. L’autotrasfusione, del resto, non è verificata nemmeno ai nostri giorni. Infine, il regolamento dell’UCI stabiliva, all’epoca, che fossero controllati solo il primo ciclista della tappa e il primo della classifica generale. Altri due controlli erano effettuati per tiro a sorte. In pratica, l’insieme dei prelievi e dei controlli era programmato in anticipo. Questo evidentemente facilita la creazione di protocolli che consentono di evitare i controlli che sono previsti”.

euronews:
“Il rapporto dell’USADA è stato consegnato all’UCI, visto che vi è citato. Secondo voi quale sarà la decisione dell’Unione ciclisti internazionale?”

Michel Rieu:
“Guardi, non posso parlare a nome dell’UCI. Credo che si troverà in una situazione delicata. Bisogna ritirare i trofei di Armstrong? Bisogna fare appello a una prescrizione? Si deve dichiarare che non ci sono stati veri vincitori del Tour de France tra il 1999 e il 2005? E’ una situazione complicata. Bisogna comprendere le difficoltà dell’UCI. L’UCI ha partecipato alla celebrazione dell’eroe Armstrong. Oggi, bruciare l’idolo, l’icona che è stata adorata non è facile, bisogna riconoscerlo. E non è un problema solo dell’UCI. Vale per tutti”.

euronews:
“E’ possibile che la lotta al doping sia persa in partenza, con metodi di inganno che aggirano facilmente i controlli?”

Michel Rieu:
“Non penso che la battaglia sia persa in partenza. Consideri che questa vicenda, che è emblematica, se portata fino in fondo, puo’ servire di lezione a tutti coloro che si dopano o che somministrano sostanze dopanti. E’ chiaro che nessuno è al riparo da sorprese o da sanzioni. Trovo che sia molto importante per il futuro”.

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