Inevitabile la sensazione di déjà vu nel leggere le conclusioni del vertice, a Bruxelles, tra Cina e Unione europea. Il premier cinese Wen Jabao ha reiterato la richiesta di abolire l’embargo europeo sulla vendita di armi al suo paese, anche se non ha alcuna probabilità di essere accolta. E l’Europa ha visto fallire il tentativo di smuovere Pechino dal suo tacito sostegno al regime siriano e all’Iran.
Resta comunque improntato all’ottimismo il messaggio di Wen, fiducioso che “Europa e Cina riusciranno ad accorciare la distanza che le separa e ottenere risultati favorevoli a entrambe, fin tanto che percorreranno la via del dialogo”.
Un interesse condiviso è che l’Europa si lasci alle spalle la crisi del debito sovrano, che si ripercuote anche sull’economia cinese. Pechino non farà mancare il proprio contributo. “Negli ultimi mesi – ha detto Wen Jabao – la Cina ha continuato a investire nelle obbligazioni emesse dai paesi dell’eurozona. Continueremo a fare la nostra parte, attraverso i canali più appropriati, per aiutare l’Europa a superare la crisi”.
A dispetto delle divergenze emerse più volte in tema di politica ambientale, Cina e Unione europea hanno firmato un accordo di collaborazione per ridurre i gas a effetto serra attraverso lo sviluppo, anche da parte cinese, di modelli di scambio delle emissioni.