La Spagna alle prese con la "guerra dell'Iva"

La Spagna alle prese con la "guerra dell'Iva"
Di Euronews
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Le borse della spesa degli spagnoli sono sempre più vuote a causa della crisi. Il commercio al dettaglio langue e l’aumento dell’IVA, in teoria dal 18 al 21%, non fa che peggiorare le cose in un paese che vede crollare il potere di acquisto dei salari e dove una persona su quattro non ha lavoro.
Molti esercizi commerciali e grandi distributori come el Corte Inglés o Zara hanno detto che non adegueranno i costi all’aumento dell’Iva, ma potrebbe non bastare. La Spagna deve raccogliere 65 miliardi di euro entro il 2014 per evitare il default.
Con le nuove misure ogni famiglia spenderà, in media, 470 euro in più all’anno mentre il Governo ha già rivisto al ribasso le stime derivanti dalle nuove misure economiche: solo 7,5 miliardi dovrebbero entrare nelle casse statali rispetto ai circa 10 previsti.
L’Iva poi non passa, solo, dal 18 al 21%. In alcuni casi, come per il materiale scolastico, si va dal 4% al 21%, senza dimenticare il costo della benzina che riprende a salire in un paese dove le accise pubbliche sono ben più basse che in altre nazioni dell’eurozona.

Consumatori spagnoli: aumento IVA rischia di favorire il sommerso

Per saperne di più sugli effetti del netto aumento dell’IVA in Spagna, abbiamo sentito Ileana Izverniceanu, portavoce dell’organizzazione dei consumatori e utenti spagnola.

Vicenc Batalla, euronews:
La sua organizzazione ha calcolato che quest’aumento fino al 21 per cento dell’IVA costerà a ogni famiglia spagnola 470 euro in più all’anno. Queste previsioni si stanno avverando e in quali ambiti si notano di più?

Ileana Izverniceanu:
Sono previsioni che si stanno confermando, perché l’aumento si nota molto alla ripresa dell’anno scolastico. Riguardo alle spese importanti che le famiglie sostengono dopo l’estate si nota già l’aumento dell’IVA. E si tratta di spese che non possono essere tagliate. Una persona, una famiglia può rinunciare a un paio di jeans, a cambiare l’auto o ad acquistare un televisore. Ma le spese per i libri o le uniformi non possono essere tagliate. E bisogna fare tutto subito, all’inizio di settembre. Si sta notando molto questo ammanco che sta provocando il rialzo dell’IVA.
L’organizzazione consumatori e utenti ha calcolato questi 470 euro all’anno in più per quanto riguarda le spese di base. Non vengono presi in considerazione il tempo libero o la cultura che sono anche molto colpiti. Ci siamo limitati alle spese di base che le famiglie non possono evitare. Il loro budget ne risente molto.

euronews:
Sembra che alcuni commercianti si preparino a scaricare questo aumento sui loro clienti. Gli ipermercati garantiscono che non lo faranno. Quale sarà secondo lei davvero il loro comportamento?

Izverniceanu:
Nell’organizzazione consumatori e utenti diffidiamo un po’ di queste promesse perché abbiamo visto che durante il precedente aumento, fatto dall’esecutivo Zapatero, ci sono state molte promesse da parte di supermercati e negozi. Dicevano che non avrebbero addossato ai consumatori il peso del rialzo. Innanzitutto chiediamo di sapere qual è la data limite. Non vogliamo annunci pubblicitari, vogliamo che ci dicano: non ricaricheremo l’IVA fino a questa data o non lo faremo fino al prossimo rialzo. D’altra parte, in un nostro sondaggio abbiamo visto che un importante supermercato in Spagna aveva già aumentato prima i prezzi. Ha imbrogliato. Non aumenta l’IVA, ma i prezzi in precedenza, e di conseguenza, il consumatore finisce per pagare lo stesso.

euronews:
E’ nei trasporti che abbiamo riscontrato innanzitutto quest’aumento. E uno dei temi più sensibili è la benzina. Finiremo per pagare 1,80 euro la super come prevedono alcuni? Le compagnie hanno troppi margini di beneficio in Spagna, come ha detto il governo?

Izverniceanu:
Probabilmente il prezzo della benzina continuerà a salire. Un’altra spesa enorme per le famiglie. Da tempo denunciamo la mancanza di concorrenza in Spagna e un presunto cartello sui prezzi. Non è possibile che con diversi distributori la benzina abbia quasi ovunque lo stesso prezzo. Siamo d’accordo con il governo che occorre fare qualcosa, ma ci aspettiamo che sia il governo a muoversi. Non basta liberalizzare e lasciar fare alle compagnie, si deve intervenire sui prezzi. All’organizzazione consumatori e utenti non siamo interventisti, ma crediamo che con un prodotto di base come la benzina debba essere il governo ad agire, se i prezzi non diminuiscono. E’ anche per questo che dirigono il Paese.

euronews:
L’aumento delle entrate fiscali non paralizzerà ulteriormente l’economia come avviene in altri Paesi del sud della zona euro sotto tutela, ad esempio il Portogallo? Non favorirà il sommerso?

Izverniceanu:
Sì, chiaramente. Ci sono già professionisti che offrono la possibilità di riparare un elettrodomestico con o senza IVA. Si torna indietro di vent’anni. L’economia si ritroverà ancora più paralizzata.
L’abbiamo denunciato fin dall’annuncio dell’aumento dell’IVA. Inoltre, il governo non ha rispettato l’impegno elettorale di non aumentare l’IVA. Questa paralisi provocherà un’ulteriore economia sommersa. Insisto su questo, la questione del con IVA o senza IVA, che era stata già dimenticata, torna nel ventunesimo secolo e con molta forza.

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