BHP Billiton soffre per il rallentamento economico cinese. Per la prima volta in tre anni il colosso minerario numero uno mondiale,ha registrato una diminuzione dei profitti netti nell’anno fiscale chiuso a giugno. Sono calati del 34,7% a 15,4 miliardi di dollari – circa 12,3 miliardi di euro.
Il gigante anglo-australiano ricava più della metà delle sue entrate in Asia. La Cina è il miglior cliente – il più grande compratore di materie prime del mondo. Ciononostante, la crescita nel Paese è ai minimi da 10 anni e la domanda è ferma.
Risultato: i prezzi delle materie prime sono in calo. BHP Billiton subisce la diminuzione dei prezzi di ferro, rame, carbone, nickel e bauxite. Mentre i costi di produzione crescono.
L’azienda ha quindi deciso di congelare vari progetti di sviluppo, in particolare in Australia, per trovare soluzioni più economiche. Inoltre, distribuirà dividendi minori del previsto.
Mercoledì, a Londra, il prezzo delle azioni di BHP Billiton ha perso il 1,67%, trascinando al ribasso l’intero settore minerario. Le previsioni della compagnia non sono buone: si aspetta un ulteriore calo dei prezzi e della domanda nel breve termine, a causa della crisi economica globale