La paura della bancarotta si è rivelata più forte di tutto per gli elettori in Grecia; più forte della volontà di punire i partiti ritenuti responsabili della situazione che il paese sta vivendo e più forte dell’insofferenza per una cura di austerità considerata da molti a senso unico. Il partito di centro destra Nea Demokratia tenterà di formare un governo di coalizione che rispetti il memorandum siglato con Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale.
“Non mi aspetto niente dal nuovo governo. È uguale a quello che ci ha trascinato in questa situazione, con il memorandum e le misure di austerità”.
“Attendiamo un governo, continuiamo a sperarci. Ma per quanto mi riguarda, questo non è un buon risulato. Speriamo di non dover mandare i nostri figli a cercare lavoro all’estero! Aspettiamo il nostro futuro, non chiediamo aiuto, teniamo la schiena dritta. Attendiamo e speriamo”.
Anche dopo queste nuove elezioni, il quadro politico resta complesso. Conservatori e socialisti del Pasok hanno i numeri per governare, ma Syriza promette una dura opposizone. E la crisi dell’eurozona non darà né ad Atene né all’Europa il tempo di respirare.