Turchia: Davutoglu, "bisogna tenere sotto controllo la situazione siriana"

Turchia: Davutoglu, "bisogna tenere sotto controllo la situazione siriana"
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Di Euronews
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Ahmet Davutoglu è considerato l’architetto della nuova politica estera della Turchia, “l’Henry Kissinger turco”.

Grazie alla sua politica, il Paese è diventato un attore protagonista all’interno della regione.

In quest’intervista concessa a Euronews, Davutoglu analizza la situazione siriana e l’impasse nelle negoziazioni con l’Unione Europea.

Bora Bayraktar, euronews:

Innanzitutto, grazie per averci concesso quest’intervista. La Siria resta un tema caldo in questi giorni. La crisi sta continuando. Il piano di Annan ha dato piu’ tempo al regime e si sta cercando di unificare l’opposizione siriana. Ma serve piu’ tempo.
Ci saranno ripercussioni sulla Turchia se la crisi dovesse continuare? Un’opzione “zona cuscinetto” è sul tavolo?

Ahmet Davutoğlu, Ministro degli Esteri turco:

Ovviamente se la crisi dovesse continuare sarebbe un problema per la Turchia, ma non solo. Lo sarebbe per l’intera regione, perchè la situazione geopolitica della Siria è molto critica.

La Siria interagisce strettamente con tutti gli Stati che le stanno attorno ed è un vicino molto importante per la Turchia. Quindi lasciare che il tempo faccia il suo corso e osservare semplicemente la situazione senza fare nulla, non è la giusta opzione.

La comunità internazionale deve intervenire, per evitare che questa situazione crei instabilità.

Bora Bayraktar, euronews:

Ci sono rischi di un conflitto armato?

Ahmet Davutoğlu, Ministro degli Esteri turco:

Ci sono già grandi conflitti in Siria.

Bora Bayraktar, euronews:

Certo, ma puo’ diffondersi anche al di fuori della Siria?

Ahmet Davutoğlu, Ministro degli Esteri turco:

Questo dipende da cio’ che succederà all’interno del Paese. Ma questo genere di rischi c‘è sempre.

Tutti i conflitti interni alla fine intaccano anche gli Stati vicini. Questo è ovvio. Di conseguenza, abbiamo una responsabilità umanitaria e storica verso il popolo siriano e siamo determinati a prenderci questa responsabilità, insieme alla comunità internazionale.

Qualora questo conflitto iniziasse a minacciare gli interessi della Turchia e la sicurezza nazionale, avremmo il diritto di prendere tutte le precauzioni necessarie per la nostra sicurezza.

Bora Bayraktar, euronews:

Lei è appena tornato dall’Iran. La Siria costituisce una tema importante nei rapporti tra Turchia e Iran. Questi due Paesi hanno due approci differenti sul futuro del leader siriano.

La questione puo’ mettere a dura prova la relazione tra Turchia e Iran? Come questo puo’ influire sui vostri rapporti?

Ahmet Davutoğlu, Ministro degli Esteri turco:

Beh, direi di no. I rapporti tra Turchia e Iran sono profondamente radicati e quando siamo in disaccordo su certe questioni ne parliamo con loro, come abbiamo fatto prima.

Il nostro Primo ministro ha spiegato molto chiaramente le nostre preoccupazioni alla controparte iraniana. Certo, siamo in disaccordo su alcune cose che riguardano l’atteggiamento del governo siriano.

Restiamo in contatto costante con l’Iran per superare questi problemi. La Siria confina con la Turchia. E la Turchia è innanzitutto preoccupata degli sviluppi in Siria. E’ importante per la comunità internazionale riconoscere la nostra posizione.

Bora Bayraktar, euronews:

Sembra che la questione “Unione Europea” abbia perso la precedenza nell’agenda turca, a causa di fattori esterni. Sembra che i rapporti tra Unione Europea e Turchia si congeleranno quando Cipro prenderà la Presidenza di turno dell’Europa. Come cambierà il rapporto turco-europeo?

Ahmet Davutoğlu, Ministro degli Esteri turco:

Non penso sia giusto dire che la questione aperta con l’Unione Europea non abbia piu’ la precedenza. La scorsa settimana, per la prima volta nella storia dei rapporti tra Turchia e Unione Europea, sono stato invitato a parlare durante il Consiglio sulle relazioni estere, a Bruxelles.

Abbiamo alcuni problemi nelle negoziazioni sull’adesione. L’integrazione della parte sud di Cipro nell’Unione Europea, è apparsa un’anomalia. Ora, quest’anomalia ha raggiunto una seconda tappa.

Infatti, in accordo con l’acquis comunitario dell’Unione Europea, tutte le isole sono diventate membri. Ora un Paese, la Cipro greca, che non rappresenta tutta Cipro, prende la presidenza di turno dell’Unione Europea. Quindi l’anomalia è sempre piu’ grande.

Questa è la debolezza dell’Unione Europea. Se quest’ultima non è in grado di superare la debolezza, le negoziazioni non potranno progredire facilmente e non importa quanto bene la Turchia svolga il suo compito.

Prima di tutto, l’Unione Europea deve rimettersi in questione e poi prendere una decisione. L’Unione Europea deve mostrare che vuole rimuovere tutti gli ostacoli che bloccano l’entrata della Turchia come membro.

Se l’Unione Europea vuole diventare una potenza mondiale, a livello geografico e culturale, con una base geopolitica ed economicamente dinamica, allora l’adesione della Turchia è un obbligo.

L’economia turca è diventata molto forte e dinamica. Tutto cio’ dimostra che la Turchia è un valore strategico per l’Unione Europea. Ma abbiamo bisogno di dirigenti europei, capaci di capire questo. C‘è bisogno di una leadership visionaria. Sfortunatamente, senza questa visione del futuro è difficile per la Turchia e l’Unione Europea avere una nuova dimensione nei loro rapporti.

Bora Bayraktar, euronews:

Ultima domanda sulla questione del “visto” della Turchia. Ankara ha chiesto libertà di movimento all’interno dell’Unione Europea. Ma per certe ragioni, questa domanda non è stata soddisfatta. Secondo lei, chi sta bloccando i movimenti della Turchia nell’Unione Europea?

Ahmet Davutoğlu, Ministro degli Esteri turco:

Beh, la questione è vitale per noi. E’ un argomento importante e non dovrebbe essere considerato come un favore. E’ un diritto per i cittadini turchi. Era imperativo avere un visto, già nel 1996, dopo l’accordo sull’unione doganale. Ci sono diverse decisioni prese dalla Corte Europea, riguardanti l’attuazione del visto, che vanno contro le leggi europee.

La logica dell’accordo sull’unione doganale e le decisioni della Corte Europea dimostrano che l’attuazione del visto è illegale.

Inoltre, è difficile capire perchè si è soggetti alle restrizioni di visto, mentre alcuni Stati dell’America Latina, che non sono neanche candidati, ne sono esenti.

Non è un comportamento legittimo. Malgrado le promesse di ammorbidire le regolazioni di visto, alcuni Stati europei si sono opposti a cio’.

Ma quando abbiamo parlato con questi Paesi che si oppongono ad aumentare i visti, hanno negato di essere contro il libero movimento della Turchia all’interno dell’Unione Europea.

La Commissione Affari Interni dell’Unione Europea organizzerà un nuovo incontro il 26 aprile prossimo. Speriamo di fare progressi durante quell’incontro.

Concludendo, i membri dell’Unione Europea devono capire che il movimento libero è un diritto per i cittadini turchi e faremo tutto il possibile perchè questo diritto sia riconosciuto.

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