In molte scuole del mondo l’educazione scolastica, soprattutto elementare, è affidata a metodi poco ortodossi. Le punizioni corporali, sempre più criticate, rimangono tra i rimedi preferiti per moltissimi insegnanti in tantissime parti del mondo. Le violenze scolastiche giustificate dal fine educativo non riguardano soltanto Paesi in via di sviluppo. Anche nella civilissima Europa permangono nicchie oltranziste, come la Gran Bretagna.
Punizioni corporali in Uganda
In soli 31 Paesi le punizioni corporali ai danni degli studenti sono espressamente vietate dalla legge. In alcuni di questi Paesi, come l’Uganda, la legge non è sempre rispettata. E nelle aule i maestri continuano a picchiare, a volte con gravi conseguenze, gli alunni non troppo diligenti.
WORLD CORPORAL PUNISHMENT
corpun
The Observer
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ANPPCAN (Uganda Chapter)
anppcan
Child Hope UK
childhope
Raising Voices
raisingvoices
Caning Banned in Schools
New Vision paper
corpun
Violenza fuori legge in classe
La maggior parte dei Paesi ad aver messo fuori legge le punizioni corporali sui banchi di scuola sono soprattutto in Europa. Con alcune eccezioni. In Gran Bretagna le punizioni fisiche non sono del tutto vietate. Peter Newell, avvocato esperto in diritto per l’infanzia, coordina dal 2001 la Global Initiative to End All Corporal Punishment of Children creato nel 2001. Obiettivo: fare in modo che la violenza non rappresenti più un mezzo di educazione.
USA, lezioni blindate
I fatti di cronaca degli ultimi anni nelle scuole americane hanno spinto alcuni Stati a incrementare all’inverosimile le condizioni di sicurezza nelle scuole. E’ la politica della Tolleranza Zero fatta di espulsioni, riformatori e metal detector. Una parte sempre più ampia della società però non è d’accordo con queste forme di educazione estremamente rigide.