L'Acta e il futuro del diritto d'autore su Internet

L'Acta e il futuro del diritto d'autore su Internet
Di Euronews
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Andrea, Belgio: “Vorrei sapere se l’ACTA, l’Accordo internazionale contro la contraffazione, nella parte che disciplina il diritto d’autore, non rischia di ostacolare la condivisione del sapere tra gli studenti”.

Jérémie Zimmerman, esponente dell’associazione “La Quadrature du Net”: “La condivisione della conoscenza oggi beneficia delle nuove pratiche culturali, sociali e politiche rese possibili dalla tecnologia numerica. Grazie a Internet, il sapere si condivide. E’ così che le informazioni circolano alla velocità della luce, è così che si ha accesso alla cultura che si ama e che si vuole mette in condivisione, ed è così che si creano opere collettive, come Wikipedia e le piattaforme open source.
L’accordo internazionale Acta contro la contraffazione avrà un impatto radicale sul modo in cui chi opera online gestisce le questioni relative ai diritti di autore. Operatori adsl, fornitori di servizi, piattaforme di videogiochi, motori di ricerca e social network, insomma tutta la galassia delle imprese attive sulla Rete sarà incentivata a cooperare con l’industria dell’intrattenimento. Quando quest’ultima chiederà di bloccare o di filtrare gli accessi ad alcuni contenuti, le imprese dovranno obbedire, e lo faranno stipulando un semplice contratto, in forma privata, evitando la mediazione di un giudice. E così, aggirando l’autorità giudiziaria, tutti noi saremo messi nell’impossibilità di difenderci, quando verremo ingiustamente accusati, quando verranno prese misure per impedirci l’accesso o la condivisione di determinati contenuti.
E’ una vera e propria forma di giustizia privata che costituisce una regressione. Abitualmente, in democrazia, è garantito il diritto a un giusto processo: il diritto a un giudice imparziale, a una difesa, al ricorso in appello… Le forme di repressione privata previste dall’Acta incideranno sul modo in cui studenti, ricercatori e tutti noi condividiamo le conoscenze. Potrebbe insomma modificare radicalmente il volto di una Rete libera come quella che utilizziamo ogni giorno e che consideriamo un bene comune”.

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