Il rigore è la soluzione vincente?

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Di Euronews
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Martin, Bruxelles: “Le misure di austerità sono davvero necessarie? hanno senso nell’Unione europea, considerando che sembrano contraddire i principi liberisti della crescita e del consumo? Sono utili in questo momento?”

Marc Touati, economista e autore del saggio “Quando esploderà la zona euro…”: “Lei ha perfettamente ragione. La politica di rigore non ha alcun senso economico. E d’altra parte il problema è che si confonde spesso austerità e risanamento di bilancio.

Ciò di cui oggi abbiamo bisogno, che sia in Francia o nella maggior parte dei paesi europei, è ridurre la spesa pubblica che non contirbuisce a favorire la crescita, ad esempio i costi della pubblica amministrazione, che in Francia aumentano di 10 miliardi di euro l’anno da dieci anni.

Ma se d’altra parte si aumentano le tasse, allora si rischia di frenare quel poco di crescita che ci rimane. E se non c‘è crescita, aumenta la disoccupazione, aumenta il deficit, e aumenta il debito. Quindi l’austerità finisce non solo per frenare la crescita, ma rischia anche di peggiorare la crisi del debito pubblico. Ecco perché decisamente non è la soluzione giusta.

Quello che dobbiamo fare è ridurre alcune spese pubbliche. Ma, al tempo stesso, bisogna, per così dire, aggiungere benzina per far funzionare il motore: cioè stimolare una crescita più sostenuta. Come riuscirci? Ci sono due modi: innanzitutto, servono tassi di interesse ancora più bassi dalla Banca centrale europea. Poi, serve un euro più debole. E infine, bisogna favorire una politica di rilancio dei paesi dell’eurozona finanziandola con gli eurobond: delle obbligazioni garantite dalla zona euro, e non soltanto dai singoli paesi.

Se non lo faremo, è triste dirlo, ma purtroppo la crisi continuerà e la politica del rigore sarà controproducente. Per dirla semplicemente, non serve a niente morire sani. Ed è questo che si cerca di imporre oggi alla Grecia, e domani magari al Portogallo, o alla Spagna o all’Italia, o ancora alla Francia. Ragion per cui, bisogna abbandonare il dogmatismo e ripristinare la crescita, che è il solo mezzo attraverso il quale si può uscire dalla crisi del debito”.

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