Iran, Soltanieh: "Sul nucleare cerchiamo il dialogo"

Iran, Soltanieh: "Sul nucleare cerchiamo il dialogo"
Di Euronews
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Euronews ha incontrato Ali Asghar Soltanieh, l’ ambasciatore iraniano presso l’ Agenzia internazionale dell’energia atomica delle Nazioni Unite.

Nima Ghadakpour, euronews:

Cominciamo con la risoluzione votata nei giorni scorsi dall’AIEA, diversamente dall’ultimo rapporto, questa risoluzione non preoccupa molto le autorità iraniane.

Ali Asghar Soltanieh:

Si è trattato di una semplice riunione dei membri dell’AIEA, e il grande errore del direttore generale

Yukiya Amano è stato di favorire un clima di ostilità tra i paesi partecipanti. Invece di rafforzare il dialogo con gli iraniani sugli effettivi obiettivi del loro programma nucleare, Amano ha pubblicato il rapporto e le informazioni riservate che conteneva.

euronews:

Quando siete stati informati dell’esistenza di quel rapporto confidenziale?

Ali Asghar Soltanieh:

Il 30 ottobre, quando Abbasi, il capo dell’organizzazione iraniana per l’energia atomica ha inviato una lettera all’AIEA in cui si invitava il vice direttore dell’ Agenzia a venire in Iran. Allora abbiamo appreso che Amano aveva informato il gruppo del 5 + 1 del contenuto di quel rapporto.

euronews:

Questo era indicato nell’ultima lettera che avete inviato all’Agenzia?

Ali Asghar Soltanieh:

Sì, in questa lettera abbiamo ribadito la volontà dell’ Iran di collaborare con l’Agenzia per dissipare i timori sul programma nucleare. Una volontà espressa prima che l’Agenzia pubblicasse i documenti che proverebbero le mire bellicose delle autorità iraniane. Nell’ultima lettera abbiamo invitato il vice direttore generale dell’ Agenzia a visitare gli impianti interessati insieme ad un gruppo di ispettori

euronews:

Quindi nella prima lettera avreste autorizzato l’invio di un gruppo di ispettori, una delle condizioni poste dall’ultima risoluzione…

Ali Asghar Soltanieh;

Sì e l‘Ägenzia ha perso un’ occasione invece di approfittarne. Quel giorno Amano si trovava a Washington e dichiarò che io non avevo autorizzato l’invio di alcun gruppo in Iran.

euronews:

Amano ha dichiarato, secondo quanto affermato nel rapporto, che le autorità della Repubblica isalmica, dal 2008 non hanno mai autorizzato una visita all’integralità degli impianti questo è vero?

Ali Asghar Soltanieh:

No, si tratta di due punti diversi. Per ciò che riguarda le ispezioni … i controlli sono in corso e le telecamere dell’agenzia sono tutt’ora in funzione. Nel rapporto presentato da Amano, in quelle dieci pagine, l’agenzia conferma che tutto è sotto il suo controllo, che il processo di arricchimento dell’uranio nelle centrali di Natanz, di Fordo, di Ispahan, come di Arak, tutto è sotto il controllo dell’AIEA.

Il secondo punto riguarda le accuse formulate dall’AIEA: secondo l’ Agenzia l’Iran avrebbe fatto studi ad hoc prima del 2003 per sviluppare armi nucleari. Abbiamo già risposto più volte che prima di lanciare certe accuse bisogna avere le prove. Come può difendersi l’Iran se non vengono fornite le prove. Quando El Baradei era direttore generale erano le autorità americane a dire le stesse cose, ma allora fu lui stesso ad opporsi a quelle accuse, chiedendo agli Stati Uniti di fornire prove certe alle autorità iraniane.

euronews:

Lei ha parlato di “errore storico” relativamente al fatto che l’AIEA, dai tempi di El Baradei, abbia cambiato opinione sul nucleare iraniano

Ali Asghar Soltanieh:

El Baredei contestava l’autenticità dei documenti che le autorità americane avevano consegnato all’AIEA. In quei dossier non c’era alcuna prova dell’uso dell’atomo per scopi militari. Lui poneva delle domande. Ma abbiamo l’impressione che da quando Amano dirige l’Agenzia i risultati delle ispezioni fatte finora siano stati cancellati e che si riparta da zero.

euronews:

Secondo molti l’ultima risoluzione votata contro il programma nucleare non è poi così severa, come alcuni speravano. L’ambasciatore israeliano ad esempio si è detto “deluso”. Non pensa che questo possa suscitare una reazione più forte sia fuori che dentro l’AIEA?

Ali Asghar Soltanieh:

Prima di tutto vorrei insistere su un punto molto importante. Prima della pubblicazione del rapporto dell’AIEA, israeliani e americani hanno annunciato al mondo che quel documento conteneva delle rivelazioni relative al nucleare iraniano. Dopo la pubblicazione di quel rapporto tutti si sono resi conto che non si svelava niente di straordinario. Cioè tutti si son sorpresi che non ci fossero sorprese. Questo è il punto. Quindi americani e israeliani non sono riusciti a convincere gli altri Stati membri dell’ AIEA a votare una risoluzione più severa contro il programma nucleare iraniano.

Inoltre dopo gli errori commessi dal direttore dell’agenzia, la maggioranza dei paesi membri, ha protestato contro la pubblicazione di questo rapporto compresi i paesi non allineati, l’ambasciatore egiziano, il collega cubano e il sottoscritto. Quindi alla fine la risoluzione che abbiamo votato non è piaciuta ad americani ed israeliani. E aggiungo anche che la risoluzione considerata meno severa, non è stata votata da tutti i paesi membri. La risoluzione chiede che l’Iran continui a cooperare con l’ Agenzia. Nella lettera che ho scritto a Amano, faccio riferimento anche alla collera suscitata dalla pubblicazione, nel rapporto, di nomi di scienziati iraniani, tale pubblicazione è stata la causa del loro assassinio. Avevo già sottolineato prima che accadesse che svelarne i nomi avrebbe messo in pericolo le loro vite e quelle dei loro familiari, e che Amano ha la sua parte di responsabilità in questa storia.

euronews:

Lei ha le prove di quanto denuncia alle autorità internazionali?

Ali Asghar Soltanieh:

Relativamente agli assassinii degli scienziati iraniani abbiamo già consegnato all’ AIEA le prove di cui siamo in possesso. I terroristi dicono di avere ricevuto gli ordini dagli israeliani. Con l’ Agenzia seguiremo gli sviluppi di questa vicenda, perchè credo che l’Iran non sarà il solo paese, domani potrebbe accadere lo stesso agli altri.

Un altro punto importante riguarda la risoluzione dell’ONU. L’Iran è un paese responsabile e osserva gli impegni presi con il Trattato di non proliferazione. Continueremo a cooperare con l’agenzia e continueranno le ispezioni agli impianti.

euronews:

Secondo lei come si può risolvere il problema del nucleare iraniano? Quali scelte bisognerà fare?

Ali Asghar Soltanieh:

Lei sa che il nucleare iraniano invece di restare una questione tecnica è diventato una questione politica, da quando è oggetto di dibattito al Consiglio di sicurezza dell’ONU. E da quando la dimensione politica ha preso il sopravvento il problema si è complicato molto.

Russia e Cina, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, hanno sostenuto il programma nucleare iraniano. Questo ha contribuito secondo lei a politicizzare il confronto?

Ali Asghar Soltanieh:

In ogni caso il problema deriva dal fatto che la questione iraniana è stata sottoposta al Consiglio di Sicurezza che si è occupato molto della questione.

euronews:

In qualità di rappresentante dell’Iran in seno all’ AIEA, lei pensa che il suo Paese sia in grado di chiarire i dubbi che sono stati sollevati sul programma nucleare, come richiesto dall’ ultima risoluzione?

Ali Asghar Soltanieh:

Ho già detto che le ispezioni continueranno come al solito. Gli ispettori proseguiranno le loro visite, le telecamere dell’agenzia continueranno a filmare l’attività negli impianti 24 ore su 24. Il controllo continuerà ad esserci. Lo dico sinceramente: la Repubblica islamica non ha mai rappresentato una minaccia per nessuno al mondo. Gli iraniani per storia e cultura hanno sempre cercato il dialogo con gli altri popoli. Come ho detto nei miei discorsi: “Se dici ad un iraniano fai questo e fai quello” – la sua risposta sarà – “No”. Ma se la stessa cosa sarà chiesta gentilmente la risposta sarà – “Sì”, e l’iraniano adopererà per farlo bene. Gli occidentali devono imparare una cosa: non bisogna parlare agli iraniani con toni minacciosi. Sappiate che noi continueremo a cercare il dialogo e il compromesso.

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