Ministro Esteri Romania: "Puntiamo a entrare nell'Schengen nel 2012"

Ministro Esteri Romania: "Puntiamo a entrare nell'Schengen nel 2012"
Di Euronews
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La Romania è membro dell’Unione europea dal gennaio 2007. Ma la sua adesione all’euro, nonostante l’accordo dell’Europarlamento, non sembra essere a portata di mano. Due Stati, la Finlandia e i Paesi Bassi, ritengono che sia troppo presto per l’ingresso nell’area Schengen da parte di Bucarest, chiamata a rispettare difficili obiettivi economici. La questione assume una nuova prospettiva, mentre tutta l’Europa è alle prese con la crisi del debito. Euronews ne parla con il ministro degli esteri rumeno Teodor Baconschi.

Rudi Herbert, euronews:

La Romania non fa parte dell’Eurozona. Subisce comunque gli effetti della crisi?

Teodor Baconschi, Ministro degli Esteri rumeno:

Certo. C‘è un impatto negativo – una contrazione del PIL, un calo della produzione industriale negli ultimi due anni -, ma grazie alle misure adottate dall’attuale governo, a Bucarest abbiamo stabilizzato la situazione da un punto di vista macro-economico. L’inflazione è sotto controllo, c‘è già la certezza che ci sia una modesta crescita quest’anno e una prospettiva più ottimistica per l’anno prossimo.

euronews:

La crisi ha cambiato le relazioni tra i Paesi dell’Eurozona e gli altri membri dell’Unione europea?

Baconschi:

Il rischio che si delinei un’Europa a due velocità – con l’Eurozona, nocciolo duro, e la periferia – è piuttosto importante e noi siamo preoccupati. E’ necessario non dividere l’Europa sulla frontiera immaginaria dell’euro. E abbiamo bisogno di solidarietà, di una politica di coesione, che possa ridurre la distanza tra i nuovi membri per arrivare alla convergenza, e anche di una politica di allargamento che non si interrompa.

euronews:

Quali sono gli ostacoli apparsi negli ultimi mesi che hanno bloccato l’ingresso del vostro Paese nell’area Schengen?

Baconschi:

Ad eccezione di due Paesi, tutti sono favorevoli a questo allargamento. Noi continuiamo a lavorare con i due Paesi ancora scettici per convincerli che i nostri argomenti sono solidi, che il nostro Stato agisce in modo responsabile, che abbiamo la capacità tecnica e la volontà politica di controllarci e di controllare le frontiere comuni dell’Unione.

euronews:

Quando la Romania spera di entrare nell’area Schengen?

Baconschi:

Speriamo di uscire dall’impasse l’anno prossimo.

euronews:

Come descriverebbe il ruolo del suo Paese in questo nuovo contesto politico e geografico? La Romania ha un ruolo da giocare?

Baconschi:

Date le dimensioni del territorio, le risorse del Paese e la sua situazione geopolitica, penso che la Romania abbia effettivamente la vocazione di ancorare l’Europa all’Est, garantendo la stabilità dei Paesi candidati, dei Paesi associati all’Unione europea, e quindi la prevedibilità dei nostri vicini dell’est.

euronews:

Quali sono le relazioni tra la Romania e la Russia?

Baconschi:

Direi che migliorano. C‘è un’apertura da entrambe le parti, una responsabilità che non è solo circonstanziale. Abbiamo avuto nel tempo buone relazioni, non ci sono stati solo contrasti. Quindi, bisogna pensare, in modo responsabile, sulla base di interessi comuni, a un futuro comune nella regione.

euronews:

Cosa pensa della “primavera araba”?

Baconschi:

E’ un fenomeno storico, paragonabile, entro certi limiti, a quanto è accaduto nell’Europa dell’Est, con la caduta del blocco comunista. E’ una grande aspirazione alla libertà, fondamentalmente. Penso che l’Unione europea debba attivarsi, essere coinvolta molto di più. All’indomani di queste rivoluzioni, abbiamo avuto il caso felice della Tunisia, che ha avuto elezioni quasi impeccabili e che è votata a costruire una democrazia funzionale.

euronews:

Quali sono le sue priorità per la politica estera della Romania?

Baconschi:

Le nostre priorità rimangono stabili: mantenere vivo il legame transatlantico, quindi anche il dialogo tra l’Unione europea e la NATO, il partenariato strategico con gli Stati Uniti, avere i minori problemi possibili con i nostri vicini, e un ruolo costruttivo, positivo nel proiettare i valori democratici sul fronte orientale dell’Unione europea. Un ruolo molto attivo nel pensiero e nell’azione relativi alla sicurezza energetica del continente, c‘è anche l’apertura verso il Mar Nero. E abbiamo spinto per l’adozione di questa strategia dell’Unione europea per la regione del Danubio, che in origine era un’iniziativa tra l’Austria e la Romania e che alla fine disegnerà una macroregione economica nell’Europa Centrale estremamente importante per l’equilibro fra nuovi membri e Paesi fondatori.

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