Quali il ruolo della cultura e delle industrie creative nel rinnovamento europeo? All’interrogativo sollevato da un nostro spettatore, risponde la spagnola Maria i Badia Cutchet, parlamentare europea dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici.
“La cultura – dice – non gioca un solo ruolo, ma ne gioca diversi. Anzitutto un ruolo di coesione fra individui e identità che condividono idee, progetti e territori. In questo caso il territorio dell’Unione Europea. Ma cultura ha anche un altro ruolo, quello delle industrie culturali e creative: un settore economico in crescita. Dati del 2008 dimostrano che quell’anno il 3% degli impieghi, su scala europea, erano assorbiti dalle industrie culturali e creative. Sempre nel 2008 quello della cultura era inoltre l’unico settore a crescere nonostante la crisi”.
“La stessa Unione Europea – spiega poi Maria i Badia Cutchet – in relazione alla strategia per il 2020 ha istituito quelli che chiamiamo ‘flagship’, una serie di progetti-faro sostenuti dai Ventisette. E uno di questi si chiama ‘The Innovation Union’, l’Unione dell’Innovazione. In cosa consiste? Anzitutto nell’identificare e poi di finanziare, perché senza finanziamenti non si va da nessuna parte, l’innovazione e la creatività. E questo è un approccio che si dovrebbe adottare in modo trasversale in tutti i settori dell’economia”.
Maria i Badia Cutchet parla poi di “Nuova Europa del futuro”. Una definizione scelta per sottolineare gli elementi di ‘innovazione’ a suo dire necessari, nella costruzione del progetto europeo di domani. Un progetto, dice, nel quale “la cultura, sia in quanto elemento di coesione fra identità e progetti comuni, sia in quanto creatrice di ricchezza, ha tutte le chances di riuscire”.
“Diverse indagini – conclude – mostrano che in tempi di crisi si investe di più in cultura. Nonostante ci siano meno risorse a disposizione, la gente visita più spesso i musei, va più di frequente ai concerti oppure a teatro. Sono insomma convinta che la cultura nutra insomma davvero l’anima”.