O. Rehn: "L'Europa è stata troppo lenta"

O. Rehn: "L'Europa è stata troppo lenta"
Di Euronews
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Olli Rehn è il commissario agli Affari economici e monetari, un ruolo chiave per la definizione della strategia europea nel contesto della crisi del debito. L’ultima proposta riguarda la ricapitalizzazione del settore bancario: secondo le prime stime, decine di banche sarebbero costrette a raccogliere più di 250 milioni di euro.

L’Autorità bancaria europea completerà la sua valutazione la prossima settimana.

Margherita Sforza, euronews:

“Il presidente della Commissione Barroso ha presentato una road map per la ricapitalizzazione delle banche più esposte alla crisi. Ma non pensa che l’Europa abbia reagito troppo lentamente considerato che l’Fmi ha lanciato avvertimenti dalla fine di agosto?”

Olli Rehn, commissario europeo agli Affari economici e monetari:

“La Commissione europea ha chiesto una risposta globale alla crisi già a gennaio di quest’anno, nel nostro rapporto trimestrale. Anzi, abbiamo cominciato a lavorare su questo già alla fine dell’anno scorso. Poi siamo stati criticati in alcuni ambienti e non tutti gli elementi di questa risposta globale si sono concretizzati finora, per non dire altro. Ma sono sicuro che ora abbiamo bisogno di una strategia globale per superare la crisi del debito sovrano e la fragilità del settore bancario al fine di garantire una crescita sostenibile e l’occupazione in Europa.

euronews:

“Può fornirci una stima di quanto denaro sia necessario per la ricapitalizzazione delle banche? Quante banche sono a rischio?”

Olli Rehn:

“Non mi addentrerò in cifre precise in questo stadio. Sappiamo che è una cifra significativa, e abbiamo proposto un piano di ricapitalizzazione in tre fasi”.

euronews:

“Chi deve pagare per questa ricapitalizzazione delle banche?”

Olli Rehn:

“In primo luogo ci aspettiamo che le banche cerchino capitale presso investitori privati e mercati. Se non è possibile, allora gli Stati membri dovranno stabilire delle disposizioni a livello nazionale per la ricapitalizzazione e la ristrutturazione delle banche, e come terza linea di difesa vediamo il Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria, che potremmo usare per fare prestiti ai governi”.

euronews:

“Pensa che nei prossimi stress test per le banche andrebbe incluso lo scenario del default della Grecia? Non era così finora?”

Olli Rehn:

“Non stiamo dando per scontato il default greco. Riteniamo che sia essenziale trovare un accordo su una soluzione sostenibile per la Grecia, che implichi anche un secondo programma di finanziamenti adeguati da parte del settore privato e del settore pubblico”.

euronews:

“La disoccupazione in Grecia sta crescendo, attualmente supera il sedici per cento, il numero di suicidi è raddoppiato, ma a causa di questa grave recessione, la Troika ha detto che probabilmente saranno necessarie nuove misure per raggiungere gli obiettivi per il 2013. Pensa che la Grecia possa davvero reggere una nuova ondata di austerità?”

Olli Rehn:

“Abbiamo creato una task force che lavora con gli esperti dei paesi membri per fornire assistenza tecnica alla Grecia, allo scopo di usare meglio i fondi strutturali per gli investimenti e la crescita, e allo scopo di riformarne l’amministrazione fiscale e migliorarne le pratiche di privatizzazione”.

euronews:

“Quando pensa che la Grecia potrà essere di nuovo competitiva?”

Olli Rehn:

“In realtà la Grecia sta già ritrovando competitività in alcuni settori economici. Il settore delle esportazioni mostra segni di miglioramento, per quanto piccoli. È fondamentale che le correzioni continuino, perché purtroppo la Grecia stava vivendo al di sopra dei suoi mezzi, e questo va corretto”.

euronews:

“Per risolvere la crisi del debito il Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria ha un ruolo molto importante, strategico, ma sembra non bastare. Allora si parla adesso di leva finanziaria, cioè di trasformare questo strumento in una banca o in una compagnia assicurativa. Qual è l’opzione migliore per lei?”

Olli Rehn:

“Non stiamo proponendo un aumento delle garanzie, stiamo dicendo che dobbiamo fare di più con le risorse esistenti, per renderlo più efficace:

in modo da poter effettivamente contenere il contagio in corso nel mercato finanziario e delle obbligazioni sovrane in questo momento in Europa. Se si guarda all’Italia, o in una certa misura alla Spagna e al Belgio, si vede che l’effetto contagio è già in azione. Ecco perché abbiamo bisogno di trovare una soluzione sostenibile per la Grecia, perché questa è la fonte del contagio, e poi allo stesso tempo dobbiamo rafforzare i firewall finanziari degli stati e contemporaneamente dobbiamo rafforzare le riserve di capitale nel sistema bancario in modo da poter garantire che il credito fluisca nelle casse delle famiglie e delle imprese europee”.

euronews:

“Quanto la delude assistere a un vero e proprio rallentamento nella zona euro? Lei ha citato la Spagna e l’Italia, la crescita è bloccata in qualche modo. Non pensa che sia necessario rivedere questo piano di austerità che l’Europa ha messo in atto?”

Olli Rehn:

“Sono deluso dal fatto che abbiamo lasciato intensificare questa turbolenza di mercato, perché avremmo potuto fermarla se avessimo avuto una strategia globale contro la crisi, decisa già all’inizio dell’anno e poi applicata. Se avessimo agito in una fase precedente della curva, avremmo potuto prevenire molto meglio questa turbolenza e proteggere la crescita economica e occupazionale molto meglio di quanto è stato fatto. Ora, purtroppo vediamo che la turbolenza di mercato sta avendo un pesante effetto sulla crescita economica e anche l’occupazione. È proprio questo il motivo per cui la prima soluzione formale in questo contesto è quello di contenere la crisi del debito sovrano attraverso azioni decisive”.

euronews

“Quindi in un certo senso lei sta dicendo che l’Europa è stata più lenta dei mercati. Ma adesso si parla di un nuovo ministro delle finanze europeo. Quale sarà il compito di questo ministro?”

Olli Rehn:

“È indispensabile rafforzare ulteriormente la governance economica, e in questo campo penso che la cosa più importante sia come si possa migliorare ancora di più il coordinamento delle politiche in Europa, in modo da poter integrare l’attuale forte unione monetaria con una vera e genuina unione economica”.

euronews:

“Se offrissero il posto a lei, accetterebbe?”

Olli Rehn:

“Non mi sono proposto, e al momento non vedo posti vacanti”.

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