Jacques Delors: "Merkel e Sarkozy mancano di spirito comunitario"

Jacques Delors: "Merkel e Sarkozy mancano di spirito comunitario"
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Jacques Delors conosce i peccati originali dell’euro.

Presidente della Commissione europea tra il 1985 e il 1995, ha visto nascere l’Unione economica e monetaria a Maastricht.

Di crisi politiche, quand’era al vertice dell’Unione, ne ha viste tante, ma quella che riguarda l’euro lo inquieta oltre misura. Non perché sia insormontabile, ma perché è sintomo della disgregazione dei principi per i quali l’Europa si è battuta.

Ai microfoni di Euronews ha espresso la sua rabbia

ma anche il suo pragmatismo. Per colui che la stampa ha soprannominato ‘Signor Europa’, la crisi del debito potrebbe essere contenuta grazie a strumenti che la zona euro ha già a disposizione.

Laura Davidescu, euronews:

“Jacques Delors, benvenuto. Per prima cosa ci dice che sentimenti prova quando vede così in difficoltà

il più grande progetto dell’Unione europea?”

Jacques Delors, ex presidente della Commissione europea e fondatore del Think Tank ‘Notre Europe’:

“Mi preoccupo e mi rammarico. Soprattutto perché, quando hanno approvato l’euro, con la decisione del 1997, hanno rifiutato la mia idea, in base alla quale, a fianco del patto di stabilità finanziaria, ci

sarebbe dovuto essere anche un patto di coordinamento delle politiche economiche”.

euronews:

“Chi lo ha rifiutato?”

Jacques Delors:

“Penso che siano stati tutti i capi di governo ad averlo rifiutato. Se lo avessimo avuto, per prima cosa l’euro non sarebbe stato soltanto protetto dalle sciocchezze che alcuni hanno potuto fare. L’euro sarebbe stato stimolato e in più, discutendo tra loro, i Paesi si sarebbero accorti che il debito in Spagna stava aumentando in modo pericoloso, che il governo irlandese non si stava preoccupando della

folle esposizione delle sue banche e così via. Ma non l’hanno fatto”.

euronews:

“Ma allora perché, le chiedo di nuovo?”

Jacques Delors:

“Perché? Perché (lasciando da parte questo episodio

sul patto di coordinamento delle politiche economiche, su cui ora stanno ritornando, sotto una

forma o un’altra, ma un po’ in ritardo) il problema che si era posto con le difficoltà della Grecia era semplice: dobbiamo applicare il ‘no bail out’, che è nel trattato, e che non prevede aiuti sistematici ad un Paese se è in difficoltà? O l’eurogruppo si deve considerare moralmente responsabile per non aver visto il degradarsi della situazione in diversi Paesi e, in quanto moralmente responsabile, prenda delle decisioni politiche per farsi carico del problema? È

la tesi che ho difeso, soprattutto con i tedeschi, dicendo loro: ‘Noi siamo collettivamente

responsabili, non possiamo semplicemente trattare la Grecia come il brutto anatroccolo’ “.

euronews:

“Lei sostiene che l’idea di un ‘governo economico’ della zona euro, come proposto da Nicolas Sarkozy e da Angela Merkel, non servirà a nulla”.

Jacques Delors:

“Se Sarkozy e la Merkel fossero dei sostenitori del metodo comunitario, se non avessero speso il loro tempo a emarginare la Commissione e a creare difficoltà al presidente Jean-Claude Junker…”

euronews:

“È quello che stanno facendo oggi?”

Jacques Delors:

“È quello che hanno fatto in pratica. Hanno fatto diventare il sistema intergovernativo. E ora non è possibile, con 17 membri del governo o ministri delle finanze, definire una politica economica. Occorre tornare a un metodo comunitario, ridare il proprio ruolo alla Commissione. Se si emargina la Commissione, se al posto di Junker si mette Van Rompuy per trattare i medesimi temi, allora non cambierà nulla. Ciò che è in discussione è la mentalità anti comunitaria della Merkel e di Sarkozy”.

euronews:

“Ma la Commissione può, come dire, avere un sussulto d’orgoglio!”

Jacques Delors:

“La Commissione ha il diritto d’iniziativa. Può dunque fare delle proposte. Se queste proposte non venissero accettare, può spiegarlo alla stampa, e quindi ai cittadini. È la minaccia che io stesso feci quando provarono a respingere l’adozione del programma Erasmus. Lo dissi all’allora presidente del Consiglio europeo, la signora Thatcher, le dissi: ‘Sa, io, nella conferenza stampa che faremo assieme, dirò che non volete questo programma di scambio per gli studenti’. Hanno cambiato opinione e hanno accettato. Ecco come si può far funzionare il sistema. Il Parlamento europeo riveste un ruolo sempre più importante, ne sono lieto, e lavora bene. Ora però deve fare in modo che il sistema ritrovi dei metodi sani di lavoro”.

euronews:

“Per lei le parole chiave sono: ‘ritornare al principio di cooperazione economica rinforzata’. Ciò cosa implicherebbe?”

Jacques Delors:

“Sì. Io dico: occorre isolare il caso greco e affrontarlo. Non si può semplicemente punire la Grecia e in più dirle vattene! E in secondo luogo,

soprattutto, occorre basarsi su decisioni già prese per cercare di sostenere l’euro, andando verso l’emissione degli Eurobond”.

euronews:

“Il Cancelliere Merkel si è detta contraria alle obbligazioni europee…”

Jacques Delors:

“I governi hanno deciso, tramite un piccolo emendamento al trattato, di creare un Meccanismo europeo di Stabilità. Io propongo che questo meccanismo entri in vigore dal 2012. E propongo che sia esso ad emettere le obbligazioni europee.

Quindi, in pratica, dico che è possibile innestare gli eurobond sul meccanismo europeo di stabilità, che

è il risultato di un accordo intergovernativo già redatto, per cui il Trattato non corre rischi. E secondo, propongo che la Banca europea per gli investimenti aumenti la dimensione delle sue operazioni ed emetta obbligazioni in euro, non per consolidare il debito, ma per le spese future”.

euronews:

“Se la discordia sui temi fiscali e di budget ha indebolito l’euro fino a questo punto, allora possiamo dedurre che la cura risieda in un’unione fiscale?”

Jacques Delors:

“Penso che abbiamo costruito un’Unione nella diversità. Ma quando si passa da 27 a 17, vale a dire all’Unione economica e monetaria, a quel punto le differenze si devono attenuare, se no tutto diventa impossibile. Quando ho fatto l’Atto Unico nel 1985, quando l’ho proposto, dissi: ‘si basa su tre principi: la competizione che stimola, la cooperazione che rafforza e la solidarietà che unisce’. La cooperazione è il legame mancante. E se non funziona, o non funziona bene, l’avventura dell’euro finirà e l’Europa sarà semplicemente un’ampia zona di libero scambio, una

‘confederazione perdente’ come dicono gli inglesi. Oppure verrà redatto un nuovo trattato, con un maggiore federalismo al vertice”.

euronews:

“Ma presidente Delors, quest’Europa non si esprime con un’unica voce…”

Jacques Delors:

“Tutti questi grandi capi che parlano, si preoccupano forse del fatto che la presidenza del Consiglio europeo sia polacca? Lei crede che sia corretto il modo in cui la presidenza polacca viene messa in disparte?”

euronews:

“Lei sostiene che la ignorano?”

Jacques Delors:

“La ignorano! Sì, la ignorano! E crede che questo sia un buon segno per l’Europa? Come questo scandalo…che la Finlandia e la Slovacchia chiedano delle garanzie particolari per partecipare al piano di salvataggio della Grecia. È uno scandalo! Quando la Finlandia si è espressa così, il Consiglio europeo avrebbe dovuto riunirsi e dire: ‘no, questo non è possibile!’ Così lo spirito si diluisce…lo spirito comunitario e, in un certo senso, il sentimento di appartenenza a un’avventura collettiva. Occorre condannare questi atteggiamenti! Perché noi, che siamo europei, non lo siamo solamente con la ragione, solo perché l’Unione fa la forza. Siamo europei anche con il cuore! Ed è questo che oggi manca”.

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