Gawanas: "spero nel potere delle donne africane"

Gawanas: "spero nel potere delle donne africane"
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Di Euronews
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Bience Gawanas è responsabile per gli Affari sociali nella commissione dell’Unione Africana. Secondo alcune ong è tra le duecento donne più potenti al mondo.

Nata in Namibia, avvocato, Gawanas ha lottato per l’indipendenza del suo Paese dal Sudafrica. Ha vissuto in esilio in Zambia, Angola e a Cuba. Euronews l’ha intervistata a margine del 17esimo vertice dell’Unione Africana in Guinea Equatoriale.

François Chignac, euronews:

“Innanzitutto grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. La prima è molto semplice: c‘è ancora un’unità in Africa?”

Bience Gawanas, commissario Affari sociali UA:

“Ho lottato per la liberazione della Namibia e com‘è noto la Namibia è stato uno dei Paesi che l’organizzazione dell’Unità africana, antesignana dell’Unione Africana, ha sostenuto. Questa ha lottato per la liberazione dell’Africa e della Namibia. Quindi sono entrata nell’Unione Africana come qualcuno che ha beneficiato di questo sostegno.

E’ stato molto difficile per me vivere in esilio come per i rifugiati nei campi profughi di tutto il mondo, ma oggi siedo in qualità di Commissario per gli Affari Sociali, in rappresentanza di una Namibia indipendente. Secondo me inoltre l’unità dell’Africa per lo sviluppo del nostro continente, per la pace del nostro continente e per la sua prosperità, è importante come lo fu quando lottammo contro il dominio coloniale di questo continente. Quindi l’unità è senza dubbio uno degli obiettivi principali dell’Unione Africana, ma abbiamo a che fare con 53 Paesi. Cinquantatré Paesi che hanno diversi livelli di sviluppo, rispetto a quello che si puo’ registrare in un solo Paese. Ci sono tante differenze in termini di etnia, lingua, etc, ma voglio restare fiduciosa”.

euronews:

“Il futuro del Continente sarà nella mani delle donne?”

Gawanas:

“Innanzitutto credo di essere stata molto privilegiata per essere stata tra le prime donne a servire in questa commissione. La commissione africana è la prima organizzazione internazionale al mondo in cui ci sono cinque uomini e cinque donne come membri. Credo anche che se le donne ci vedono ricoprire queste posizioni vedono il volto in cambiamento dell’organizzazione e, spero, del Continente.

Fortunatamente nel corso della mia vita ho avuto l’opportunità di vedere una donna diventare presidente in Africa. Era un sogno irrealizzabile, qualcosa che credevo non avrei mai visto. Quindi mi piace pensare che più le donne vengono coinvolte nell’Unione Africana, più saranno coinvolte a vari livelli all’interno dei governi. Alla fine vedremo una tendenza in questo senso. Si suol dire che le donne non creano conflitti, ma che invece ne soffrono le conseguenze, quindi è importante che quando si discute di pace le donne prendano parte a tali discussioni perché le donne di questo Continente hanno già forgiato dei legami.

Hanno lavorato all’interno del movimento femminile, le donne commerciavano attraverso le frontiere, tra un Paese e l’altro. Per cui c‘è una maggiore unità in questo continente, e se puntiamo su questa forza possiamo dare un contributo significativo”.

euronews:

“Ma sono gli uomini a comandare in questo Continente…”

Gawanas:

“Gli uomini africani devono capire che siamo uguali, e mi piace utilizzare sempre quest’esempio perché non dovremmo dimenticare la storia di questo Continente: quando lottavamo per la liberazione di questo Continente le donne erano lì.

Erano nelle trincee, portavano armi, si battevano. Meritano una vita migliore nell’Africa indipendente. Ripeto sempre che il criterio con cui misuriamo l’eguaglianza non deve essere uno criterio maschile. Non voglio diventare un uomo, amo essere donna e voglio essere apprezzata come donna e rispettata come donna”.

euronews:

“Cosa propone concretamente?”

Gawanas:

“Voglio che mostriamo come le donne africane siano potenti, non potenti come oratrici, non potenti per la loro visibilità, ma potenti in silenzio, nei loro villaggi, nelle loro comunità e mostrare che fanno la differenza.

Credo si possa sperare anche di meglio: mi auguro di poter avere una bacchetta magica, di attraversare il continente e dire semplicemente, vi prego, riconoscete la capacità delle donne di poter cambiare questo continente. Non so se accadrà durante la mia vita”.

euronews:

“Cosa l’ha spinta a lottare con tanta tenacia?”

Gawanas:

“Se fossi stata pessimista non sarei dove sono adesso. Vengo da un Paese chiamato Namibia. Sono cresciuta sotto l’apartheid, quando cercavo di studiare mi dicevano che la mia intelligenza, essendo una ragazza nera, era inferiore a quella di un ragazzo bianco e che non sarei stata mai capace di studiare legge. Avevo 18 anni all’epoca. Oggi sono un avvocato. Ho deciso che il colore della mia pelle e il mio sesso non hanno nulla a che fare con la mia intelligenza”.

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